Dopo decenni di tentativi da parte di archeologi e studiosi,
il Disco di Festo ha finalmente il suo decifratore.
La giovane ricercatrice Barbara Gagliano, autrice del libro:
“Il Disco di Festo: Chiave delle malattie genetiche”, racconta la straordinaria
avventura vissuta attraverso il lavoro di decodifica del prezioso reperto di
origine minoica.
Per comprendere l’importanza del Disco di Festo e della sua
misteriosa conoscenza – ci spiega Barbara – dobbiamo addentrarci nel genoma
umano e cercare di comprendere come funziona il nostro DNA. L’acido
desossiribonucleico (ovvero il DNA) è formato da due nucleotidi, cioè due
stringhe/filamenti.
Nel nostro disco di Festo i due filamenti vengono
rappresentati uno su ogni lato. Questi due nucleotidi a forma di spirale sono
la rappresentazione materiale delle forze Yin e Yang, il maschile e il
femminile, che si muovono con polarità opposte.
I nostri antenati, come se avessero utilizzato una grande
lente di ingrandimento, hanno fotografato il processo di meiosi durante il
quale, all’atto del concepimento, l’informazione di origine materna e quella di
origine paterna si fondono per dare vita ad una nuova creatura: il lato A del
disco contiene l’informazione materna, il lato B l’informazione paterna.
Cromosoma per cromosoma, i nostri progenitori ci hanno
tramandato il segreto della vita descrivendo esattamente come avviene
l’incastro dei geni dal momento in cui le due informazioni genomiche si
incontrano e comincia a formarsi l’embrione. Il codice racchiuso nel disco
rappresenta 23 cromosomi da un lato e 23 dall’altro: in realtà, il codice
usufruisce di 30 frammenti per descrivere l’informazione genomica portata dal
padre e 31 per quella della madre.
Da questo dato, grazie all’aiuto di testi biblici ed
ebraici, l’autrice è riuscita a comprendere che il materiale genetico nella
donna è maggiore rispetto all’uomo: questa informazione è stata celata nel mito
della costola di Adamo ed Eva.
Se osserviamo, infatti, i cromosomi X ed Y a confronto
noteremo che Adamo ha una “costola” in meno! I nostri antenati conoscevano
perfettamente il segreto che si cela dietro alla discesa dello spirito nel
mondo della materia e hanno voluto tramandarci questa informazione.
Citogenetica, rappresentazioni del cromosoma umano
Nella raffigurazione del disco non tutti i cromosomi sono
rappresentati con un frammento di codice (per frammento s’intendono i simboli
racchiusi all’interno di due stanghette): molti cromosomi vengono rappresentati
con due o più frammenti.
Quando ciò avviene, i nostri antenati stanno cercando di
dirci che quel cromosoma è fragile e in quel locus può avvenire una rottura:
quando ciò avviene siamo in presenza di una “delezione”, cioè il cromosoma si
spezza e il materiale genetico si disperde dando vita a disfunzioni genetiche.
I nostri antenati ci mostrano chiaramente in quali loci è
possibile che avvenga la delezione e ci spiegano quali sono le malattie che
possono essere causate dalla dispersione di questo materiale genetico. Un’altra
cosa importante da capire per comprendere il codice è il cosiddetto fenomeno
del “crossing-over”: durante il processo di meiosi i cromosomi si incontrano e
hanno la possibilità di scambiarsi materiale genetico. Quando ciò avviene, si
darà vita, probabilmente, ad una malattia genetica.
Anche questo viene spiegato nel disco: quando in un
cromosoma troveremo il simbolo dovremo comprendere che questo cromosoma ha in
sé la possibilità di interscambiare materiale genetico con gli altri, oppure
potremo interpretarlo anche come possibilità di “inversione” cromosomica:
praticamente, il cromosoma ha la possibilità di invertire la propria rotta!
Più mi addentravo nel codice e più rimanevo sorpresa ed
allibita – racconta ancora Barbara – sul come i nostri antenati avessero potuto
rappresentare così precisamente geni, particelle cellulari e molecole.
Grazie allo straordinario messaggio racchiuso nel codice,
Barbara ha potuto studiare malattie genetiche come la sclerosi laterale
amiotrofica, la sindrome di Down, l’acondrogenesi, la leucemia mieloide
cronica, il linfoma di Burkitt, l’autismo, la malattia di Tay-Sachs e tante
altre disfunzioni genetiche sotto una luce completamente nuova, che nulla ha a
che vedere con l’approccio scientifico utilizzato dall’umanità del nostro
tempo.
E’ possibile che i nostri progenitori avessero voluto
tramandarci un messaggio comprensibile proprio nell’anno 2012, considerato
l’anno del risveglio spirituale dell’umanità? E’ possibile che attraverso la
decodifica di questi reperti si possa in realtà dimostrare che una civiltà più
avanzata della nostra sia già esistita o abbia visitato il nostro pianeta in
epoche antichissime?
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