Britannia (proprietà dei terroristi Windsor) |
G.L.
Per comprendere
il presente a sovranità inesistente, bisogna guardare al passato con la
lente
di ingrandimento. Si potrebbe partire nel caso del Belpaese sotto il
giogo straniero, dai finanziamenti della massoneria anglossassone per la
spedizione dei Mille di Garibaldi in Sicilia. Oppure dalla spartizione
decisa a bordo del panfilo di proprietà della regina Elisabetta Windsor,
al largo di Civitavecchia il 2 giugno 1992, in combutta con la casta
dei politicanti italioti venduti al miglior offerente (Amato, Ciampi,
Prodi, Draghi, eccetera), esattamente dopo l'assassinio ordito ai
vertici dello Stato tricolore di Giovanni Falcone, e poco prima l'eliminazione di Paolo Borsellino. Entrambi questi uomini avevano capito il meccanismo. Altro che Cosa Nostra, usata comunque per la bassa manovalanza.
Senza esagerazione: i boiardi inglesi considerano il popolo italiano decisamente "inferiore". Ecco qualche perla:
«I nostri
piani prevedono la conquista assoluta dell’Italia» (documento del governo
britannico datato 1943).
«I principi
e le regole della democrazia sono estranei alla natura del popolo italiano, che
non si interessa di politica… la gran massa degli italiani è individualista…
Mussolini aveva ragione a dire che gli italiani sono sempre stati povera gente»
D’Arcy Osborne, ambasciatore inglese presso il vaticano, novembre 1943).
«L’Eni sta
diventano una crescente minaccia per gli interessi britannici» (nota del
ministero dell’Energia inglese, datata 15 agosto 1962, poco più di due mesi prima dell’omicidio di
Enrico Mattei).
«E’ interesse
della Gran Bretagna fermare l’avanzata comunista in Italia con ogni mezzo a
nostra disposizione» (Martin Moreland – Ird, 28 aprile 1976).
«Azione a
sostegno dii un colpo di Stato o di una diversa azione sovversiva… si raccomanda
di tenerne conto sia a Londra sia nel corso degli incontri con gli americani, i
tedeschi e i francesi» (memorandum segreto del Foreign Office del 6 maggio
1976, due anni prima dell’omicidio di Aldo Moro che attraverso il compromesso
storico avrebbe portato al governo il Partito comunista).
«L’unica cosa che mancherà all’Italia è una
totale libertà politica» (parola di Winston Churchill al delegato di papa
Pio XII, novembre 1945).
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