Il caso editoriale dell’anno si può leggere come un romanzo
verità, ché il mondo editoriale italiano è un po’ come sparare sulla Croce
Rossa, dove tiri cogli sempre bene, avrebbe detto Gaber.
Ma sarebbe bene leggerlo anche come un romanzo tout-court,
ché l’autore è dotato di ottima penna, per l’occasione intrisa di ironia e
persino di sarcasmo.
Il lettore divorerà le duecento pagine di un libro agile e
rapido, ideale compagno d’una giornata estiva.
Scrittori, editori, agenti letterari, fiumi di Champagne e
vin rosé, festival della letteratura, inaugurazioni di librerie italiane
all’estero, prestigiosi premi letterari, fiere del libro, rumors letterari,
presentazioni di libri, ladri di diamanti, giganteschi e imbarazzanti Hummer
argentati, e poi Forte dei Marmi, Torino, Roma, Cannes, New York, Parigi,
Barcellona.
Sono alcuni degli intriganti elementi che caratterizzano
questo irresistibile romanzo. Una sorta di commedia esistenziale nella quale
viene presentato uno spaccato del mondo editoriale italiano (le sue piccolezze,
i suoi trucchi di marketing…) e le disavventure di uno scrittore investito da
un inaspettato successo editoriale.
Come vendere più di un milione di copie del proprio romanzo,
continuare a sentirsi inadeguati e stentare a trovare il proprio posto nel
mondo. Una spietata critica dell’ambiente editoriale, ma anche un romanzo
ferocemente divertente. Ed è, in ultima analisi, anche un gioco postmoderno
sull’idea di sparizione (in questo caso dell’autore, l’Anonimo). Sulla scia del
bestseller Studio illegale di Duchesne che faceva conoscere il mondo degli
avvocati, questo libro svela i retroscena dell’ambito editoriale e di tutto ciò
che alla gente comune lo fa sembrare un ambiente patinato e irraggiungibile.
Con cinica ironia viene descritto il boom editoriale di un
romanzetto di poco conto in cui nemmeno l’autore credeva,destinato a diventare
un successo internazionale di critica e di vendite, fino a essere tradotto in
tutto il mondo.
Leggiamo un brano. “Dopo l’ubriacatura di stampa tutta a mio
favore, dalle pagine letterarie del Manifesto a Vanity Fair, passando per
Repubblica e Anna, adesso c’è stato un repentino volta faccia e lo sport
nazionale è diventato quello di parlare male del mio libro e in modo
particolare di parlare male di me, e da quando hanno cominciato ad essermi
tutti contro le copie vendute sono aumentate vertiginosamente di settimana in
settimana: più parlano male del libro e più la gente corre a comprarlo e tutto
questo ha un nome: sindrome di susannatamaroumbertoecobaricco”.
Al termine della lettura resta un interrogativo: chi sarà
mai questo autore che ha deciso di svelare i retroscena del mondo editoriale
italiano? Non lo sappiamo. Una cosa è certa, è più scaltro di altri che l’hanno
preceduto, autori polemici e sarcastici che hanno scritto libri simili facendo
nomi e cognomi, accusando, criticando e soprattutto mettendo il loro nome in
copertina.
Il nostro Anonimo, invece, è al riparo da ogni ritorsione,
diretta o indiretta. Il senno di poi (di cui son piene le fosse) ci fa
concludere che ha fatto bene.
Anonimo Il caso editoriale dell’anno Edizioni Anordest –
Pag. 206 – Euro 12,90
www.infol.it/lupi
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