Due giovani studiosi dell' IGIER dell'Università Bocconi,
Tommaso Giommoni e Vincenzo Scrutinio, hanno esaminato recentemente il
trattamento economico dei parlamentari italiani confrontato con quello dei
colleghi europei, che si trova anche su Internet (www.lavoce.info), e da cui
hanno tratto e proposto alcuni possibili interventi sull’attuale sistema.
Ma quanto si potrebbe ottenere dall’implementazione di
questi suggerimenti? I risultati sono evidenti in una breve simulazione
proposta nel grafico seguente.
In particolare hanno considerato tre possibili scenari :
1.Taglio parlamentari: una riduzione del numero dei
parlamentari in modo da riallineare il rapporto tra parlamentari e popolazione
a quello francese.
2.Taglio stipendi: una serie di riduzioni della remunerazione
e dei rimborsi, tra cui il dimezzamento dello stipendio; una riduzione di 1300
euro della somma di diaria e rimborsi, con una parificazione del trattamento
delle camere e la contestuale creazione di un plafond dedicato al pagamento dei
collaboratori; l’eliminazione dell’assegno di fine mandato.
3. Totale: l’applicazione delle due proposte
contemporaneamente.
Come si può notare, sebbene consistenti, i possibili
risparmi sono piuttosto contenuti nel quadro complessivo del bilancio dello
stato (circa 1,5% dell’odiata Imu sulla prima casa ).
Appare tuttavia necessario riformare in profondità il
sistema (al di là della restitution day dei grillini !) per prevenire possibili
abusi ed evitare un trattamento eccessivamente di favore per i nostri
onorevoli, ma è assai improbabile che una solo riduzione dei costi della
politica, intesi in senso stretto come costi dei parlamentari, possa sanare il
bilancio pubblico.
Comunque tale misura appare in ogni caso auspicabile e
doverosa, ne guadagnerebbe l'immagine del parlamento e lo spirito di servizio
degli interessati, dando un segno concreto di equità e solidarietà verso i
cittadini, per buona parte oggi in difficoltà economiche e sociali, tutto per
il bene comune e non per corrispondere supinamente da parte della classe
politica ai loro egoismi individuali e di “ casta “
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