DI AMBROSE EVANS-PRITCHARD
telegraph.co.uk
In Europa la strategia
della crisi del debito è ormai vicina al collasso. La tanto attesa ripresa non
è riuscita a decollare. Gli indici di indebitamento in tutta l'Europa
meridionale stanno crescendo ad un ritmo accelerato e il consenso politico per
una austerità estrema non esiste più in nessuno stato dell'UEM in crisi. E ora
la FED americana ha assestato una bella botta al credito con le sue ultime
misure. Inoltre un rapporto riservato della UE conferma che ancora una volta la
Grecia non raggiungerà gli obiettivi imposti dalla austerità.
Nessuno dei notabili di
Eurolandia sembra disposto ad ammettere che la loro strategia ormai è
insostenibile. Sperano di tenere nascoste tutte le crepe fino alle prossime
elezioni tedesche di settembre, come se questo potesse cambiare qualcosa.
E’ trapelato un rapporto
dalla Commissione Europea che conferma che la Grecia ancora una volta non
riuscirà a rispettare, di parecchio, gli obiettivi che avrebbe dovuto
raggiungere con la sua austerità. Continuano a dire che la Grecia non ha la
"la volontà e la capacità" di riscuotere le tasse. Infatti, Atene non
rispetta i suoi obiettivi perché l'economia è in caduta libera, in quella
caduta causata da una eccessiva dose di austerità. La IOBE ( fondazione privata
di ricerca greca) ufficialmente dichiara che il PIL quest'anno si ridurrà del
5%, ma ha fatto capire ai giornalisti che la percentuale alla fine potrebbe
arrivare al 7%.
La stabilizzazione in
Grecia è un miraggio.
La lenta crisi in Italia
si sta infiammando di nuovo. La proiezione del suo debito pubblico ha superato
la linea rossa da due anni. E il debito di 2.100 miliardi, il 129% del PIL -
potrebbe già essere oltre il punto di non ritorno per un paese che non può
disporre degli spazi di manovra che concede solo una propria moneta.
Standard & Poor's non
ha detto proprio questo, quando ha declassato il paese, quasi a livello
spazzatura, a BBB martedì scorso, ma se si legge tra le righe, è vicino a dire
che il gioco per l'Italia sta per finire.
Il suo punto è che se
"il PIL nominale" rimane vicino allo zero, Roma dovrà produrre un
avanzo primario del 5% del PIL ogni anno per stabilizzarsi e tenere fermo il
rapporto con il debito. "I rischi per il raggiungimento di questo
risultato sembrano essere in aumento," hanno detto.
Anzi. Il Fondo Monetario
Internazionale ha appena abbassato le previsioni di crescita per l'Italia
al-1,8% e così il calo cumulato della produzione italiana dal 2007 ad oggi
arriverà al 10%. Questa si chiama “depressione” . Ma un paese come può uscire
da questa trappola, se deve convivere con una moneta ( imposta e )
sopravvalutata del 20-30 % all'interno dell'UEM?
La crisi della Spagna è ad
una nuova svolta. Il Partido Popular, quello al governo del paese, è coinvolto
in uno scandalo di una tale gravità che non potrà plausibilmente continuare a
negare tutto per molto tempo e sfacciatamente, senza parlare di come potrà
convincere la nazione a seguirlo per un altro anno nella sua politica dei tagli
che lasciano terra bruciata tutto intorno. El Mundo scrive che sta prendendo
piede uno stato d'animo "pre-rivoluzionario".
Un magistrato ha acquisito
l'originale di un "documento scottante" che dimostrerebbe che il
premier Mariano Rajoy ha accettato soldi illegali mentre era Ministro. La
sinistra sta chiedendo la sua testa e lo stesso stanno facendo anche i membri
del Consejo General del Poder Judicial, il cane da guardia della giustizia.
"I cittadini non
possono tollerare una situazione in cui il Presidente del Consiglio ha preso
soldi senza dichiararli", ha detto José Manuel Gómez, un membro del
Consejo. Gran parte del partito di governo sembra coinvolta in una rete di
finanziamenti occulti e se tutto questo fosse dimostrato - ha detto Gomez -
sarebbe una minaccia "gravissima" alla democrazia spagnola.
Il Portogallo sta in
bilico, il Prof. João Ferreira do Amaral nel suo libro - “Perché dobbiamo
uscire dall’euro” un bestseller per diversi mesi - accusa Bruxelles di essere
un cane da guardia della Germania e del potere dei creditori.
Come ha già fatto la
Grecia, il Portogallo corre per mordersi la coda in una spirale sempre più
profonda. La contrazione economica del 3% l’anno sta erodendo la base
imponibile, portando Lisbona a non rispettare gli obiettivi di disavanzo
previsti. C’è un recente documento della Banca del Portogallo che spiega perché
le cose sono andate storte: Il moltiplicatore fiscale è "il doppio
rispetto al normale", cioè ha un peso doppio nelle piccole economie,
quando queste vivono periodi di crisi.
Ma c’è qualcosa di nuovo :
Vitor Gaspar, il sommo sacerdote di questa terapia d'urto del Portogallo, ha
buttato la spugna ed ha accusato quelli che, per il loro cuore tenero, si sono
rifiutati di fare tagli più vigorosi. Inutile dire che quest’uomo ancora si
rifiuta di comprendere che una strategia di tagli salariali e di deflazione, in
un paese che ha un debito totale del 370% del suo PIL, in qualsiasi momento
storico sarebbe stata destinato al fallimento.
Se il Portogallo non si
tira fuori con una "svalutazione interna" all'interno dell'UEM, vedrà
sgretolarsi la sua base economica. Eppure, tutto il peso del debito rimane.
Questo è l'effetto denominatore che si è sempre temuto e contemporaneamente
alla crisi il debito pubblico è salito dal 93% al 123%, solo negli ultimi tre
anni.
L' uscita di scena di
Gaspar ha chiuso un capitolo e i giovani della coalizione chiedono un
cambiamento di rotta. Scrivo prima di sapere se il Presidente Anibal Cavaco
Silva indirà elezioni anticipate, aprendo la strada a un governo di sinistra
contrario all’austerità.
La stampa portoghese sta
già scrivendo che la
Commissione Europea lavora in segreto su un secondo piano di
salvataggio, ammettendo in questo modo che ha capito che il carro di
salvataggio da € 78 miliardi mandato dalla Ue-Fmi troika ha perso qualche
ruota.
Questo è un campo politico
minato. Qualsiasi nuovo salvataggio deve essere approvato con un voto del
Bundestag tedesco, che certamente porrebbe condizioni feroci se si dovesse
richiedere prima delle elezioni.
I leader europei hanno
preso un impegno solenne di non ripetere mai l'errore commesso in Grecia,
quello che ha costretto uno stato dell’EMU al fallimento, imponendo tagli a
zero per banche e fondi pensione. Se il Portogallo dovesse essere obbligato a
ridurre il suo debito, questi leader si troverebbero a dover fare una scelta
pesante.
Violeranno questo loro
impegno, rischiando di perdere la fiducia dei mercati? Oppure ammetteranno per
la prima volta che i contribuenti devono pagare il conto per tenere insieme
l’Europa monetaria? Tutti i pacchetti di salvataggio finora sono stati solo
prestiti e tedeschi, olandesi, finlandesi e gli altri parlamenti creditori non
hanno ancora mai dovuto assorbire un solo euro di perdite.
Tutto questo sta accadendo
proprio mentre stanno arrivando le notizie dell’ondata d'urto che sta mandando
la FED ai mercati del credito, spingendo verso l'alto il costo del debito di 70
punti base in tutta Europa. I rendimenti dei “bonos” spagnoli a 10 anni sono
tornati a 4.8%. Ma il loro vero costo è molto più alto di quanto sembra, perché
la Spagna è già in deflazione e calcolando il peso delle distorsioni fiscali, i
tassi di interesse reali sono schizzati alle stelle.
Non facendo nulla per
compensare tutto questo, la BCE sta (inerte) permettendo che si verifichi un
"inasprimento passivo". Il tentativo di Mario Draghi di abbassare i
rendimenti con la sua nuova politica che guarda avanti è come “uno sputo
conto-vento”. La BCE dovrebbe aprire tutto il suo rubinetto monetario - come ha
fatto la Banca del Giappone - per schivare uno scivolamento nella trappola
della deflazione e in un subdolo disastro per il prossimo anno. Niente di
questo sta accadendo.
“Der Spiegel” scrive che
il blocco a guida tedesca ha combattuto con veemenza contro il taglio dei tassi
in occasione dell'ultima riunione della BCE, malgrado i dati che vedono che
anche la Germania sta rallentando la sua corsa, come la Cina e come i paesi del
BRICS che, un po’ tutti, stanno deragliando.
Finora i mercati hanno
reagito con noncuranza alla gestazione di queste crisi che si avvertono in
tutto il Club Med e restano affascinati dal "Tocco di Draghi“, con cui la
BCE sta lentamente trascurando la sua promessa di rientro del debito italiano e
spagnolo, dimenticando che ogni sua decisione si può applicare solo a
determinate condizioni, e solo dopo il voto del Bundestag.
Queste condizioni non sono
più praticabili, i politici si stanno disgregando ovunque e prima o poi,
dovremo tutti andare a vedere questo immenso bluff.
Ambrose Evans Pritchard
Fonte: http://www.telegraph.co.uk
Link:
http://www.telegraph.co.uk/finance/comment/ambroseevans_pritchard/10172530
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