DE REDITU
Intendendo il "ritorno", prima ancora che alla
valuta nazionale, al buon senso e alla democrazia.
E naturalmente sperando in un esito ben più positivo di
quello del viaggio di Claudio Rutilio Namaziano. Di cui però ci piace ricordare
una definizione, riferita al tipo di uomini che intendeva combattere:
"lucifugi viri", "uomini che fuggono la luce", nei versi
del Rutilio storico. E se qualcuno ha avuto la pazienza, e la passione civile,
di seguire questo blog e Goofynomics, non gli sarà difficile capire chi siano
oggi "coloro che fuggono la luce".
In questa prospettiva di "illuminazione",
riproduciamo qui il "Manifesto"
per una nuova configurazione monetaria in Europa come tradotto dallo stesso
Alberto Bagnai.
Questo manifesto, e questo è un punto che non deve sfuggire,
può condurre all'enorme risultato della "rimessa in discussione" di
tutte le questioni che all'euro si connettono, in un groviglio di regole
economiche e di meccanimi istituzionali
che hanno schiacciato la democrazia costituzionale dei paesi che hanno aderito
alla unione monetaria.
Quali siano queste questioni lo si può ritrarre da questo
dialogo con Alberto stesso: "la governance della Banca centrale,
l'interpretazione dell'inflazione e del conflitto distributivo, il ruolo dello
Stato nell'economia, la diagnosi della crisi".
Non inserirò neppure i links relativi ai post con cui
abbiamo affrontato queste stesse questioni. Prossimamente ripubblicherò il post
sulla "dottrina delle banche centrali indipendenti" aggiornato con le
"versioni" di Ciampi e Andreatta sul divorzio tesoro-bankitalia.
Perchè in tale post si tratta proprio di questo insieme di questioni.
Intanto, poniamo i nostri sforzi, ideali e pratici, affinchè
sia riaperto lo spazio per rimettere in discussione un assetto, quello del
"vincolo esterno", che ha creato un'apnea di 30 anni nella democrazia
costituzionale: avere un inizio serve a sapere che la via è percorribile.
La via della ragione e della democrazia dei diritti
fondamentali. E non è poco. Il "tanto" di cui siamo
"creditori" arriverà solo se sapremo essere tenaci fino in fondo,
vigilando sempre sulle mosse del potere oligarchico.
Solidarietà europea di fronte alla crisi dell’Eurozona
La segmentazione controllata dell’Eurozona per preservare le
conquiste più preziose dell’integrazione europea.
La crisi dell’Eurozona mette a rischio l’esistenza dell’Unione
Europea e del Mercato Unico.
La creazione dell’Unione Europea e del Mercato Comune
Europeo si colloca fra le maggiori conquiste dell’Europa post-bellica in campo
politico ed economico. Il notevole successo dell’integrazione europea è
scaturito da un modello di cooperazione che beneficiava tutti gli stati membri,
senza minacciarne alcuno.
Si era ritenuto che l’euro potesse essere un altro
importante passo avanti sulla strada di una maggiore prosperità in Europa.
Invece l’Eurozona, nella sua forma attuale, è diventata una seria minaccia al
progetto di integrazione europea.
I paesi meridionali dell’Eurozona sono intrappolati nella
recessione e non possono ristabilire la propria competitività svalutando
leproprie valute. D’altra parte, ai paesi settentrionali si chiede di mettere
arischio i benefici delle proprie politiche finanziarie prudenziali, e ci si
aspetta che in quanto “benestanti” finanzino i paesi del Sud attraverso
infiniti salvataggi. Questa situazione rischia di portare allo scoppio di gravi
disordini sociali nell’Europa meridionale, e di compromettere profondamente il
sostegno dei cittadini all’integrazione europea nell’Europa settentrionale.
L’euro, invece di rafforzare l’Europa, produce divisioni e tensioni che minano
le fondamenta stesse dell’Unione Europea e del Mercato Comune.
Una strategia nel segno della solidarietà europea
Riteniamo che la strategia che offre le migliori
possibilitàdi salvare l’Unione Europea, la conquista più preziosa
dell’integrazione europea, sia una segmentazione controllata dell’Eurozona
attraverso l’uscita, presa di comune accordo, dei paesi più competitivi. L’euro
potrebbe rimanere –per qualche tempo – la moneta comune dei paesi meno
competitivi. Ciò potrebbe comportare in definitiva il ritorno alle valute nazionali,
o a differenti valute adottate da gruppi di paesi omogenei. Questa soluzione
sarebbe un’espressione di vera solidarietà europea. Un euro più debole
migliorerebbe la competitività dei paesi dell’Europa meridionale e li
aiuterebbe a uscire dalla recessione e tornare alla crescita. Ridurrebbe anche
il rischio di panico bancario e il collasso del sistema bancario nei paesi
dell’Europa meridionale, che potrebbe verificarsi se questi fossero costretti
ad abbandonare l’Eurozona o decidessero di farlo per pressioni dell’opinione
pubblica nazionale, prima di un abbandono dell’Eurozona da parte dei paesi più
competitivi.
La solidarietà europea sarebbe ulteriormente sostenuta
trovando un accordo su un nuovo sistema di coordinamento delle valute europee,
volto alla prevenzione di guerre valutarie e di eccessive fluttuazioni dei
cambi fra i paesi Europei.
Naturalmente sarebbe necessario, in almeno alcuni dei paesi
meridionali, un abbuono (haircut) dei debiti. La dimensione di questi tagli e
il loro costo per i creditori, tuttavia, sarebbero inferiori rispetto al caso
in cui questi paesi restassero nell’Eurozona, e le loro economie continuassero
a crescere al di sotto del proprio potenziale, soffrendo una elevata
disoccupazione. Posta in questi termini, l’uscita dall’Eurozona non
implicherebbe che le economie più competitive non debbano sopportare un costo
per la diminuzione dell’onere deldebito dei paesi in crisi. Tuttavia, ciò
accadrebbe in circostanze nelle quali il loro contributo aiuterebbe quelle
economie a tornare a crescere, al contrario di quanto accade con gli attuali
salvataggi, che non ci stanno portando da nessuna parte.
Perché questa strategia è così importante?
Non occorre dire che è nostro comune interesse che
l’UnioneEuropea torni alla crescita economica – la migliore garanzia per la
stabilità e la prosperità dell’Europa. La strategia di segmentazione
controllata dell’Eurozona faciliterà il conseguimento di questo risultato nei
tempi più rapidi.
I firmatari
Alberto Bagnai (@AlbertoBagnai) – Professore associatodi
politica economica presso il Dipartimentodi Economia dell’Università Gabriele
d’Annunzio a Pescara (Italia), e ricercatore associato al CREAM (Centro
diricerca in economia applicata alla globalizzazione, Università di Rouen).
Isuoi interessi di ricerca si concentrano sulla sostenibilità del
debitopubblico ed estero nelle economie emergenti; ha lavorato come consulente
per l’UNECA(Commissione Economica per l’Africa delle Nazioni Unite) su progetti
relativialla convergenza macroeconomica delle unioni monetarie in Africa.
Percontribuire alla divulgazione dei temi economici ha aperto nel novembre
del2011 il blog goofynomics.blogspot.ite contribuisce a “IlFatto Quotidiano”
come opinionista e blogger. Il suo ultimo libro “Iltramonto dell’euro”, pubblicato
nel 2012, ha riacceso in Italia ildibattito su costi e benefici dell’Eurozona.
Alberto Bagnai è cittadino italiano.
Claudio BorghiAquilini (@borghi_claudio)– Professore
incaricato di Economia degli Intermediari Finanziari presso l’Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano. La suaesperienza lavorativa lo ha portato
a occupare posizioni manageriali di spicconel settore finanziario in Italia. Ha
lavorato per Deutsche Bank Italia aMilano (2001-2008) e prima per Merril Lynch.
Attualmente collabora con “Il Giornale” come opinionista. Claudio Borghi
Aquilini è cittadino italiano.
Brigitte Granville – Professore di Economia Internazionale e
Politica Economicaalla School of Business and Management dell’UniversitàQueen
Mary di Londra, dove dirige il Centro di Ricerca sulla Globalizzazione (CGR).
In diverse occasioni èstata consulente su temi economici – in particolare,
politica monetaria – per varipaesi emergenti o in via di sviluppo, fra i quali
la Russia, il Kazakistan, l’Ucraina,l’Uzbekistan e la Costa d’Avorio, per conto
dei rispettivi governi, o diorganizzazioni pubbliche quali la Commissione
Europea o la Banca Mondiale. Neltriennio 1992-1994 Brigitte è stata membro del
team di consulenti economici delMinistero delle Finanze russo, diretto dal
professor Jeffrey Sachs. Inquel periodo ha svolto un ruolo guida nel motivare
la necessità di unosmantellamento dell’area del rublo, che comprendeva diverse
repubblichesovietiche, in seguito al collasso dell’Unione Sovietica. Il suo
ultimo libro, “Remembering inflation”,è stato pubblicato dalla Princeton
University Press. Cittadina francese,Brigitte Granville ha ricevuto nel 2007
l’onorificenza di Chevalier des PalmesAcadémiques – accordata dal governo
francese per onorare contributisignificativi allo sviluppo della cultura.
Hans-Olaf Henkel (@HansOlafHenkel)– Professore di
ManagementInternazionale all’Università diMannheim, già presidente della
Confindustria tedesca - BDI (1995-2000). Ha lavorato in IBM dal 1962, hadiretto
IBM Germania (1987-1992), poi è stato amministratore delegato di IBMEuropa
(1993-94). Dal 2001 al 2005 è stato presidente dell’associazione Leibniz.
Commendatore dellaLegion d’onore nel 2002. Hans-Olaf Henkel è cittadino
tedesco.
Stefan Kawalec – Amministratore delegato di CapitalStrategy,
una società polacca di consulenza strategica. Dal 1989 al 1994 hasvolto un
ruolo significativo nella preparazione e nell’implementazione delpiano di
stabilizzazione e trasformazione dell’economia polacca come capo deiconsulenti
del Vice primo ministro e Ministro delle Finanze Leszek Balcerowicz,e
successivamente come sottosegretario alle Finanze. È stato membro attivo
dell’opposizionedemocratica e del movimento Solidarność sotto il regime
comunista in Polonia. Èco-autore dell’articolo “Smantellamentocontrollato
dell’Eurozona: una strategia per salvare l’Unione Europea e ilMercato Unico Europeo”,
GermanEconomic Review, Febbraio 2013. Stefan Kawalec è cittadino polacco.
Jens Nordvig – Amministratore delegato di Nomura, la bancadi
investimento globale, dove dirige la Fixed Income Research, ed è capo
dellastrategie valutarie globali. In precedenza ha lavorato come Senior
CurrencyStrategist alla Bridgewater Associates, e come Senior Global Markets
Economistpresso Goldman Sachs. Nel 2012 si è classificato primo nella categoria
“ricercasui mercati valutari” nella rassegna InstitutionalInvestor. Jens
Nordvig è cittadino danese.
Ernest Pytlarczyk – Economista capo alla Banca BRE
(sussidiaria della Commerzbank, e terzabanca commerciale della Polonia), dove
dirige il dipartimento ricerca. Hacominciato la propria carriera come analista
finanziario alla BRE nel 2002, èstato assistente all’Università di Amburgo
(Istituto per il Ciclo Economico) ericercatore presso la Deutsche Bundesbank.
Coautore dell’articolo “Smantellamentocontrollato dell’Eurozona: una strategia
per salvare l’Unione Europea e ilMercato Unico Europeo”, GermanEconomic Review,
Febbraio 2013. Ernest Pytlarczyk è cittadino polacco.
Jean-Jacques Rosa – Professore Emerito di Economia e Finanza
all’Institut d’Etudes Politiques (Parigi). Coordinatoree fondatore del
dottorato in economia di Sciences Po a Parigi dal 1978 al 2004.Curatore della
rubrica economica “Cheminement du Futur” su Le Figaro dal 1987 al 2001. Ha
ottenuto nel 1995 il premio “Economistadell’anno” dal Nouvel
Economiste.Jean-Jaques Rosa è cittadino francese.
JacquesSapir (@russeurope) –Professore di economia presso la
Scuola di Alti Studi in Scienze Sociali (EHESS) e professore visitatore presso
la MSE di Mosca. Hastudiato scienze politiche e economia all’IEPdi Parigi e ha
scritto la sua tesi sulle politiche del lavoro nell’UnioneSovietica nel periodo
fra le due guerre mondiali, e la tesi di dottorato sulciclo degli investimenti
nell’Unione Sovietica nel periodo postbellico. Halavorato all’università di
Nanterre prima di entrare all’EHESS dove è diventatodirettore del Centro di Studi
sui Modi di Industrializzazione (CEMI) nel 1997.È stato fra i pochissimi
economisti a prevedere il crac russo del 1998. Daallora si è specializzato sul
modello economico russo e sulle conseguenzemacroeconomiche dell’Unione
Economica e Monetaria. Conduce un blog piuttostofrequentato
http://russeurope.hypotheses.org.I suoi ultimi libri: “Faut-il sortir de
l’euro?”, Parigi: Le Seuil, 2012 (tradottoin italiano); “La transition vingt
ans après” (con Ivanter, Kuvalin andNekipelov), Parigi-Ginevra, Les Syrtes, 2012
(in corso di traduzione in russo).Jacques Sapir è cittadino francese.
Juan Francisco Martín Seco – Docente universitario
diIntroduzione all’economia, Teoria della Popolazione, e Finanza pubblica.
Appartieneall’ordine dei Revisori dei conti (Ministero delle Finanze spagnolo)
e allaservizio di vigilanza delle cooperative di credito del Banco de España.
Haprestato servizio come Revisore dei conti dell’Amministrazione centrale e
delMinistero delle Finanze. Opinionista per diversi giornali e riviste: “El Pais”,“Cinco
Dias”, “Gaceta de los nogocios”, “Diario 16”. Ha fatto parte delcomitato di
redazione di “El Mundo” e di “Publico”. Attualmente è editorialistaper
“República”. Autore di numerosi libri, fra i quali: “Latrastienda de la crisis”
(2010), “¿Para qué servimos los economistas? (2010), “Economía.Mentiras y
trampas” (2012), “Contra el euro” (2013). Juan Francisco MartínSeco è un
cittadino spagnolo.
AlfredSteinherr – Professore presso la facoltà di Economia e
Management dellaLibera Università di Bolzano, della quale è stato fondatore
(1998-2003). Inprecedenza, economista e direttore generale del dipartimento per
l’economia e l’informazionedella Banca Europea degli Investimenti,Lussemburgo
(1995-2001). Ha fatto parte del Dipartimento di ricerca del FondoMonetario
Internazionale a Washington, e consulente economico della CommissioneEuropea.
Alfred Steinherr è cittadino tedesco
http://orizzonte48.blogspot.it/search?updated-min=2013-01-01T00:00:00%2B01:00&updated-max=2014-01-01T00:00:00%2B01:00&max-results=50
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