lunedì 21 gennaio 2013

“IL PASTORE CERCA SEMPRE DI CONVINCERE IL GREGGE CHE L’INTERESSE DELLE PECORE ED IL PROPRIO SIANO GLI STESSI.” (STENDHAL)




Lassù, nell’empireo della razza eletta, un club di professionisti della speculazione gestisce il mondo con l’unico fine di moltiplicare i propri profitti, e qua giù il risparmio, i soldi delle famiglie, li segue come un gregge di buoi.




Uno studio dell’Istituto Svizzero di Tecnologia pubblicato sulla rivista scientifica New Scientist ha scoperto che mettendo ai raggi X il groviglio di partecipazioni incrociate nella proprietà di tutte le 43.060 multinazionali presenti al mondo (su un database di 37 milioni di società, l’Orbis, risalente al 2007), è possibile enucleare un gruppo privilegiato di 1.318 investitori che detiene il 60% dell’economia reale mondiale, mobiliare e manifatturiera. Districandosi nei meandri degli assetti proprietari, i ricercatori hanno individuato un gruppo ancora più ristretto di nomi ancora più legati fra loro. In breve, il risultato finale vede 147 soggetti controllare il 40% della ricchezza industriale del pianeta. Meno dell’1% è a capo dell’intero intreccio. È composto per la maggior parte, guarda caso, da banche e fondi d’investimento. Gli stessi di sempre: Barclays, JP Morgan Chase, Ubs, Merryl Lynch, Deutsche Bank, Credit Suisse, Goldman Sachs, Bank of America, Unicredit, Bnp Paribas. I nodi che tengono avvinte questa super-entità in una specie di consiglio supremo della finanza non deve far pensare a un vertice che decide e procede all’unisono. Gli autori della ricerca ipotizzano con ogni verosimiglianza che un tale numero, 147, è ancora troppo elevato per concludere che sia operante una collusione scientifica. Non è dimostrabile, insomma, che agiscano di concerto, ingegnando complotti in sistematica concordia. E’ certamente più probabile che si considerino portatori di interessi comuni e facciano cartello quando risulti utile per aumentare i profitti o ci si debba difendere da tentativi di attaccarne la posizione di dominio (eventuali colpi di coda della politica o di qualche popolazione recalcitrante a farsi colonizzare), ma per il resto è realistico immaginare che si sfidino sul mercato. «La realtà è talmente complessa che dobbiamo rifuggire i dogmi, sia che si tratti di teorie cospirazioniste o di libero mercato», ha affermato uno degli scienziati, James Glattfelder. «La nostra analisi è basata sulla realtà».
L’anonima sequestri finanziaria, come si vede, non è per niente anonima.

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