Nel grafico sottostante viene evidenziato come
l’Italia abbia il triste primato della
percentuale più alta negli aumenti dei carburanti. In un anno infatti la benzina è aumentata ben più del 18%
superando perfino l’Ungheria (anche la la crisi economica non scherza) e la
Polonia…
In molti paesi infatti per gli automobilisti il costo di un pieno del serbatoio non è mai stato così alto. In America invece il prezzo della benzina s’è spostato verso il 4 dollari al gallone (1,06 dollari per litro) dai 93 cent. del mese di febbraio (un bell’aumento in un mese non c’è che dire), attestandosi a un +12% rispetto ad un anno fa.
Gran parte dell’aumento è da attribuirsi anche al prezzo del petrolio, che è aumentato del 15% a causa delle preoccupazioni nelle forniture.
In molti paesi infatti per gli automobilisti il costo di un pieno del serbatoio non è mai stato così alto. In America invece il prezzo della benzina s’è spostato verso il 4 dollari al gallone (1,06 dollari per litro) dai 93 cent. del mese di febbraio (un bell’aumento in un mese non c’è che dire), attestandosi a un +12% rispetto ad un anno fa.
Gran parte dell’aumento è da attribuirsi anche al prezzo del petrolio, che è aumentato del 15% a causa delle preoccupazioni nelle forniture.
Nell’ultimo anno circa il 70% dell’aumento dei prezzi dei carburanti (65%
per la benzina e 73% per il gasolio) e’ stato causato dall’aumento della
pressione del fisco. E’ quanto emerge dal Rapporto settimanale Figisc Anisa
Confcommercio.
”Da un anno esatto a questa parte” spiega il presidente nazionale della
Figisc, Luca Squeri, ”il prezzo della benzina e’ aumentato di 34 centesimi/litro:
di questi, ben 22 (ossia il 65 % dell’intero aumento) sono imputabili
all’incremento della fiscalita’, mentre 10 centesimi (il 35 %) sono causati
dall’incremento del costo internazionale del prodotto; per il gasolio, gli
aumenti in un anno sono stati di 30 cente-simi/litro, di cui 22 (il 73 %
dell’intero aumento) sono ancora imputabili alle maggiori imposte, mentre 8
centesimi (il 27 %) sono determinati dall’incremento del costo internazionale
del prodotto”.
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