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So bene che gli azionisti di Telecom Italia riuniti
nella Telco (Generali, Intesa Sanpaolo, Mediobanca) soffrono una grave
minusvalenza e scalpitano per rientrare dalle perdite dovute al fatto che, a
suo tempo, fecero l’errore di strapagare a Tronchetti Provera le sue azioni. So
altrettanto bene che nella precedente gestione di La7 si sono registrati
ritardi e sprechi fino a impedire il consolidamento di una televisione che
altrimenti avrebbe già potuto guadagnare da qualche anno. Mi auguro però che il
formidabile risultato di audience conseguito da Santoro giovedì sera solleciti
una resipiscenza in chi, eventualmente, manifestasse la tentazione di liberarsi
di La7 come se fosse uno strumento privo di valore. Le potenzialità di La7, con
una accorta ristrutturazione, sono sotto gli occhi di tutti. Gettarle al vento
non sarebbe un buon affare per Telecom, nè di certo aiuterebbe a recuperare le
perdite dei suoi azionisti scontenti. Una Telecom Italia senza televisione
sarebbe un’azienda impoverita, non certo rafforzata. E a brindare sarebbero i
soliti monopolisti all’italiana. Dopo “Servizio Pubblico” molti si sono messi a
discettare dei vantaggi politici che Berlusconi avrebbe tratto dalla sua
partecipazione. Mi piacerebbe che qualcuno facesse anche un calcolo economico:
una tv concorrente in grado di fare numeri di share elevati, quanta pubblicità
porterebbe via a Mediaset, e quali perdite le infliggerebbe? Evitiamo favori
gratuiti a chi ne ha già ricevuti troppi.
Fonte:
http://www.gadlerner.it/2013/01/12/svendere-la7-sarebbe-un-grave-errore-o-peggio-un-favore
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