I Segreti Della Cassaforte "Dimenticata" Nelle Stanze Di Vigni
SIENA. Chissà
se tra le molte cose che la Procura di Siena dovrà fare in settimana, dagli
interrogatori degli indagati alle
rogatorie allo Ior per farsi consegnare i movimenti sui conti correnti di
alcuni manager (che pare porterebbero alla luce 40 milioni di euro scudati), ci
sarà il tempo per aprire la caccia alla "manina fatata". Il 9 maggio
2012, con grande clamore mediatico, la Guardia di Finanza entrava nei piani
alti della Direzione generale del Monte. Aprivano casseforti, cassetti,
entravano in uffici riservatissimi, portano via carte e documenti in grande
quantità. Possibile che una cassaforte, pare proprio quella che fino a cinque
mesi prima era riservata ad Antonio Vigni, sia rimasta intonsa? Non abbiamo a
disposizione una descrizione della perquisizione esaustiva, per cui andiamo per
tentativi. ma ci sembra difficile che la cassafote sia sfuggita a 150
finanzieri (tanti ne erano arrivati da Roma). Un bel giorno, in pieno inverno
(23 gennaio 2013) il Fatto Quotidiano scrive che in quella cassaforte, il 10
ottobre, sarebbero stati ritrovati i documenti che dimostrano l’esistenza del
derivato Alexandria e del contratto segreto con Nomura. Il giorno prima Profumo
in una assemblea infuocata della banca MPS aveva detto a un socio “Ad oggi non
abbiamo elementi per avviare un’azione di responsabilità. Qualora dovessero
emergere faremmo tutte le azioni necessarie”, stabilendo uno spartiacque
fondamentale sulla conoscenza e sulle dinamiche dei fatti. Tralasciando le
ormai note conseguenze del rinvenimento (Nomura, Santorini, Deutsche Bank, 500
milioni in più di Monti bond), è chiaro che, se i finanzieri non sono stati
distratti (e non c'è motivo di pensarlo), all’inizio di ottobre qualcuno
(la "manina fata") ha messo il documento affinché fosse
ritrovato. Bisognava provvedere prima che se ne accorgessero i mercati e la
Procura. Fantascenario?
Fabrizio Viola,
nella conference call con gli analisti sulla semestrale aveva affermato:
“basterebbero 1,5 miliardi” per raggiungere il target patrimoniale fissato
dall'Eba. Era il 28 agosto 2012. Sommati agli 1,9 necessari per rimborsare i
Tremonti bond fa 3,4 miliardi: dunque a quella data e credendo alla buona fede dell’AD,
le carte di Alexandria (per tacere di Santorini et alia) erano ancora ben
occultate. La decisione di richiedere i 500 milioni supplementari al governo
Monti risale al CdA del 28 novembre 2012, è in quella data che si arriva a 3,9
miliardi complessivi. Però il Consiglio di Amministrazione poteva farlo perché
era già previsto nel testo della legge il “tetto” massimo a quella cifra.
Perché qualcuno aveva provveduto in tempi non sospetti a decidere che quello
era l’importo da finanziare. La legge di conversione 7 agosto 2012 n. 135
all’art. 23-sexies recita integralmente:
1. Al fine di
conseguire gli obiettivi di rafforzamento patrimoniale previsti in attuazione
della raccomandazione della European Banking Authority dell'8 dicembre 2011 il
Ministero dell'economia e delle finanze (di seguito il "Ministero"),
su specifica richiesta di Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. (di seguito
l'"Emittente") e subordinatamente al verificarsi delle condizioni di
cui agli articoli 23-septies, comma 1, 23-octies e 23-novies:
a) provvede a
sottoscrivere, fino al 31 dicembre 2012, anche in deroga alle norme di
contabilità di Stato, strumenti finanziari (di seguito i "Nuovi Strumenti
Finanziari"), computabili nel patrimonio di vigilanza (Core Tier 1) come
definito dalla raccomandazione EBA dell'8 dicembre 2011, fino all'importo di
euro due miliardi;
b) provvede
altresì a sottoscrivere, entro il medesimo termine, Nuovi Strumenti Finanziari
per l'importo ulteriore di euro unmiliardonovecentomilioni al fine
dell'integrale sostituzione degli strumenti finanziari emessi dall'Emittente e
sottoscritti dal Ministero ai sensi dell' articolo 12 del decreto-legge 29
novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28
gennaio 2009, n. 2 , nel rispetto delle condizioni di remunerazione
previste dall'articolo 23-septies, comma 2.
Chissà se Profumo e Viola si saranno chiesti, il 7
agosto del 2012, il motivo della generosità del legislatore che aveva già
preconizzato (?) l’ammanco di 500 milioni che poi è venuto fuori solamente l’8
ottobre seguente?
Nessun commento:
Posta un commento