mercoledì 6 febbraio 2013

MPS: MANINE FATATE E LEGISLATORI PREVEGGENTI




I Segreti Della Cassaforte "Dimenticata" Nelle Stanze Di Vigni


SIENA. Chissà se tra le molte cose che la Procura di Siena dovrà fare in settimana, dagli interrogatori degli indagati  alle rogatorie allo Ior per farsi consegnare i movimenti sui conti correnti di alcuni manager (che pare porterebbero alla luce 40 milioni di euro scudati), ci sarà il tempo per aprire la caccia alla "manina fatata". Il 9 maggio 2012, con grande clamore mediatico, la Guardia di Finanza entrava nei piani alti della Direzione generale del Monte. Aprivano casseforti, cassetti, entravano in uffici riservatissimi, portano via carte e documenti in grande quantità. Possibile che una cassaforte, pare proprio quella che fino a cinque mesi prima era riservata ad Antonio Vigni, sia rimasta intonsa? Non abbiamo a disposizione una descrizione della perquisizione esaustiva, per cui andiamo per tentativi. ma ci sembra difficile che la cassafote sia sfuggita a 150 finanzieri (tanti ne erano arrivati da Roma). Un bel giorno, in pieno inverno (23 gennaio 2013) il Fatto Quotidiano scrive che in quella cassaforte, il 10 ottobre, sarebbero stati ritrovati i documenti che dimostrano l’esistenza del derivato Alexandria e del contratto segreto con Nomura. Il giorno prima Profumo in una assemblea infuocata della banca MPS aveva detto a un socio “Ad oggi non abbiamo elementi per avviare un’azione di responsabilità. Qualora dovessero emergere faremmo tutte le azioni necessarie”, stabilendo uno spartiacque fondamentale sulla conoscenza e sulle dinamiche dei fatti. Tralasciando le ormai note conseguenze del rinvenimento (Nomura, Santorini, Deutsche Bank, 500 milioni in più di Monti bond), è chiaro che, se i finanzieri non sono stati distratti (e non c'è motivo di pensarlo), all’inizio di ottobre qualcuno (la  "manina fata") ha messo il documento affinché fosse ritrovato. Bisognava provvedere prima che se ne accorgessero i mercati e la Procura. Fantascenario?


Fabrizio Viola, nella conference call con gli analisti sulla semestrale aveva affermato: “basterebbero 1,5 miliardi” per raggiungere il target patrimoniale fissato dall'Eba. Era il 28 agosto 2012. Sommati agli 1,9 necessari per rimborsare i Tremonti bond fa 3,4 miliardi: dunque a quella data e credendo alla buona fede dell’AD, le carte di Alexandria (per tacere di Santorini et alia) erano ancora ben occultate. La decisione di richiedere i 500 milioni supplementari al governo Monti risale al CdA del 28 novembre 2012, è in quella data che si arriva a 3,9 miliardi complessivi. Però il Consiglio di Amministrazione poteva farlo perché era già previsto nel testo della legge il “tetto” massimo a quella cifra. Perché qualcuno aveva provveduto in tempi non sospetti a decidere che quello era l’importo da finanziare. La legge di conversione 7 agosto 2012 n. 135 all’art. 23-sexies recita integralmente: 

1. Al fine di conseguire gli obiettivi di rafforzamento patrimoniale previsti in attuazione della raccomandazione della European Banking Authority dell'8 dicembre 2011 il Ministero dell'economia e delle finanze (di seguito il "Ministero"), su specifica richiesta di Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. (di seguito l'"Emittente") e subordinatamente al verificarsi delle condizioni di cui agli articoli 23-septies, comma 1, 23-octies e 23-novies:

a) provvede a sottoscrivere, fino al 31 dicembre 2012, anche in deroga alle norme di contabilità di Stato, strumenti finanziari (di seguito i "Nuovi Strumenti Finanziari"), computabili nel patrimonio di vigilanza (Core Tier 1) come definito dalla raccomandazione EBA dell'8 dicembre 2011, fino all'importo di euro due miliardi;

b) provvede altresì a sottoscrivere, entro il medesimo termine, Nuovi Strumenti Finanziari per l'importo ulteriore di euro unmiliardonovecentomilioni al fine dell'integrale sostituzione degli strumenti finanziari emessi dall'Emittente e sottoscritti dal Ministero ai sensi dell' articolo 12 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2 , nel rispetto delle condizioni di remunerazione previste dall'articolo 23-septies, comma 2.

Chissà se Profumo e Viola si saranno chiesti, il 7 agosto del 2012, il motivo della generosità del legislatore che aveva già preconizzato (?) l’ammanco di 500 milioni che poi è venuto fuori solamente l’8 ottobre seguente?

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