Smantellato lo Stato e privatizzato il denaro fin dalla sua emissione, i risparmiatori diventano polli da spennare, in balia degli speculatori. La crisi di Cipro? «Non indica solo la fine della ricreazione: è la prova definitiva che il sistema bancario internazionale è una vera e propria truffa globale, gestita (male) da un gruppo di manigoldi», accusa Giulietto Chiesa. «E’ la prova che il debito che ci strozza non è che un’opinione di quei manigoldi e dei loro servi, installati nei centri del potere e nelle istituzioni finanziarie e politiche internazionali». L’“Herald Tribune” rivela che la decisone di dimezzare il debito greco fu presa all’insaputa di tutti già nell’ottobre del 2011, alle tre di notte, da cinque persone: Merkel, Sarkozy, Lagarde, Juncker e Barroso. Decisero di chiedere ai privati, cioè alle banche creditrici, di farsi carico della perdita. «Ma se si chiede a un creditore di ridurre del 50% le sue pretese, vuol dire che si sa che è un creditore illegale: quel debito era stato estorto, anche alla Grecia. E questo vale per tutti: Italia, Spagna, Irlanda, Portogallo».
Prima la Grecia, poi tutti gli altri: è quello che sta accadendo adesso. «Stanno cominciando a capire che quel debito non è pagabile, quindi trovano il modo per non pagarlo». Come fanno? «Chiedono a tutte le banche creditrici.
E siccome tra queste c’erano anche le banche di Cipro, che avevano giocato pesantemente sul debito greco, si trattava di chiedere alle banche cipriote di rinunciare a circa 4 miliardi di euro». Cifra enorme, per un piccolo paese da un milione di abitanti. E presto verrà il nostro turno: «Quello che stanno cercando di fare con Cipro – afferma Chiesa in un video-editoriale su “Megachip” – lo faranno esattamente con le banche italiane: cercheranno di mettere le mani nelle nostre tasche». Domanda: dove stava l’Unione Europea quando Cipro veniva trasformata in un’offshore? Non s’erano accorti di quello che stava facendo il sistema bancario cipriota? Non sapevano cosa stavano facendo le banche americane, inglesi, europee, col debito dei paesi europei? «Sapevano, ma hanno fatto finta di non sapere. E improvvisamente la situazione sta loro sfuggendo di mano», mentre a Cipro si coglie anche l’occasione per tosare un bel po’ di “oligarchi” russi, che nell’isola mediterranea hanno dirottato fior di capitali, «col pieno consenso delle autorità europee, per riciclare tutto il riciclabile».
Di fatto, Cipro sarà azzerata: si prevede che crollerà ancora, siamo solo all’inizio. Ma il problema fondamentale è che ha sollevato il panico: «Perché dire ai banchieri e ai risparmiatori che devono pagare il debito – o meglio, rinunciare al credito – significa spaventare tutti». Naturalmente i grandi se la caveranno, mettendosi in salvo altrove, «mentre i piccoli risparmiatori ci lasceranno le penne: e questo varrà per tutta l’Europa». Una crisi progettata a tavolino quella notte del 2011 dalla cancelliera tedesca e dall’allora presidente francese, oggi indagato come la direttrice del Fmi, presente anche lei a quella riunione decisiva insieme a Jean-Claude Juncker, capo dell’Eurogruppo dei ministri delle finanze, e al presidente della Commissione Europea, Barroso. «Inetti e manigoldi: quelli che guidano l’Europa e il Fondo Monetario Internazionale sono gli agenti dei grandi banchieri internazionali». Oggi, messi alle strette, colpiscono i più piccoli e la grande massa dei risparmiatori. «Il pasticcio però si allarga: si imporrebbero nuove regole, ma questo implica che gli inetti e i manigoldi se ne vadano, e non lo faranno».
«Il debito che stiamo sopportando – aggiunge Chiesa – è fasullo e iniquo: non lo si deve pagare. Tant’è che anche i cinque inetti e manigoldi ne avevano preso atto fin dall’ottobre del 2011, mentre il sesto inetto – non presente alla riunione, Mario Monti – diceva a noi che dovevamo pagarlo, fino all’ultimo centesimo». Il fatto è che ormai sta saltando tutto: «L’intera costruzione neoliberista che affonda sotto i nostri occhi sta creando gravissimi problemi all’esistenza dell’Europa». Era l’idea universale del “free capital flow”: libero movimento dei capitali, senza ostacoli e senza freni, grazie a leggi costruite solo per le banche, al cui servizio è stata messa l’intera costruzione europea. Un’idea targata Wall Street e Londra, poi imposta per legge a tutto il mondo da Bill Clinton. «Prima sono stati messi nei guai gli Stati, e adesso si scopre che gli Stati non è possibile distruggerli definitivamente perché ci saranno rivolte popolari: sono già in corso, siamo nel pieno di una grande crisi politica dell’Europa. E quindi quegli inetti comiciano a correre ai ripari tagliando le unghie ai piccoli risparmiatori, quelli che non possono sfuggire».
Tutto questo, spiega Paul Krugman, è il prodotto di una gigantesca liberalizzazione dei capitali, che si sono aggirati per il mondo senza controllo, riversandosi sui singoli Stati in tali quantità da modificare le abitudini di consumo e di spesa. A partire dalla Grecia, è stato fatto ovunque: «Li si è inondati di denaro per fare in modo che la gente pensasse di poter spendere all’infinito, con le carte di credito. Una rapina generalizzata. E poi, quando i conti andavano in rosso, questi capitali uscivano». Così sono state create le crisi. Una serie impressionante, che Krugman ricorda: Messico, Brasile, Argentina e Cile già nel 1982, Svezia e Finlandia nel ’91, Messico di nuovo nel ’95, poi Thailandia, Malaysia, Indonesia, Corea, Russia. «Fino a un certo punto si è pensato che si trattasse di crisi che colpivano solo i più piccoli, i paesi più indifesi. E improvvisamente scopriamo, negli ultimi tre anni, che la crisi ha invaso tutta l’Europa: la Grecia è piccola ma l’Italia e la Spagna non lo sono. E poi il Portogallo, l’Irlanda, la stessa Francia».
Di questi capitali, aggiunge Giulietto Chiesa, gli unici ad avere il controllo sono le grandi banche d’investimento: si impone un cambio radicale delle regole, ma non ce n’è traccia. Con misure aberranti come il Fiscal Compact, appena introdotto, in Europa «si continua a insistere sulla politica precedente, senza rendersi conto che è il momento di cambiare». Esempio: tassare le transazioni finanziarie. «Serve una Tobin Tax seria: non quella che hanno fatto in Italia, che fa ridere perché controlla sì e no un millesimo dei capitali in movimento». Poi: bisogna «mettere fuorilegge i derivati: immediatamente, il più presto possibile». A monte: serve l’abolizione del Trattato di Maastricht, il pilastro su cui poggia l’Eurozona. Proprio Maastricht, ricorda Chiesa, «costringe gli Stati europei a fare ricorso ai mercati per finanziarsi». Follia. E’ ora di «cambiare le regole di funzionamento della Bce: la Banca Centrale Europea non può più finanziare le banche come ha fatto finora, deve dare agli Stati la possibilità di auto-finanziarsi». Di questo passo, gli “inetti manigoldi” sfasceranno quel che resta dell’Europa. Fingono di non accorgene? «Bisogna costringerli a rendersene conto», perché a questo punto «i popoli europei devono decidere: se vogliono questa Europa guidata da questi inetti, che collassa, o se vogliono un’Europa che non sia governata solo dalle regole delle banche».
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