DI MARCO DELLA LUNA ilcorrieredelleregioni.it
UE e BCE impongono una carestia monetaria che manda in rovina i paesi deboli, e la giustificano con false teorie
L’Italia e altri paesi soffrono sì di inefficienza e corruzione, ma soprattutto di carenza di liquidità, per pagare i debiti esistenti e per fare investimenti. Non c’è abbastanza denaro per pagare i debiti, quindi i debiti vanno in default, le banche stringono i cordoni, la liquidità si restringe ancora di più, la domanda interna cade, la recessione accelera, i capitali fuggono all’estero a vantaggio dei paesi forti come la Germania, e la situazione degli altri paesi precipita a vite.
UE e BCE negano la liquidità necessaria ad andare avanti, affermando che creare e immettere nuovo denaro produrrebbe inflazione.
Ciò è falso e contraddittorio.
Innanzitutto, va chiarito che il denaro che usiamo oggi – consistente al 92% in credito bancario e all’8% in cartamoneta stampata dalle banche centrali – non ha valore intrinseco, ma legale, e non ha costi né limiti oggettivi di produzione (infatti le banche centrali lo creano in grandi quantità senza garantirlo con oro né coprirlo con ricchezza reale da esse generata o posseduta), quindi non vi è ragione di non crearne quanto serve all’economia reale.
In secondo luogo, le banche centrali ne creano moltissimo (migliaia di miliardi), ma lo danno alle banche commerciali per attività finanziarie, speculative, che non vanno a sostenere l’economia reale, ma a destabilizzare la società e a frodare i risparmiatori e i futuri pensionati.
In terzo luogo, è falso che l’immissione di denaro nuovo scateni inflazione: non la scatena se va a pagare debiti esistenti per prestazioni reali (ad es., i 70 o 90 miliardi di debiti della pubblica amministrazione verso imprese private) o a far produrre più beni e servizi reali, perché questi beni e servizi reali prodotti in più vanno a bilanciare la moneta creata in più, quindi sia ha più offerta di beni e servizi e più offerta di moneta, in parallelo.
In quarto luogo, è demenziale difendere il potere d’acquisto della moneta con metodi che abbattono l’importo dei redditi e che fanno anzi venir meno redditi – ossia che le autorità monetarie mantengano invariato il potere d’acquisto astratto dell’Euro, se per far ciò adoperano misure recessive che mi fanno perdere il posto di lavoro, o mi fanno ridurre lo stipendio nominale.
In quinto luogo, la policy delle autorità monetarie europee, di fatto, non ha difeso il potere d’acquisto astratto dell’Euro, ma lo ha ridotto notevolmente.
L’Eurozona è una grande arena darwinistica dove i più forti sopravvivono; i partiti politici italiani sono complici o conniventi
In sostanza, il potere monetario europeo gestisce l’Eurozona come una grande arena darwinistica, dove si combatte per la vita e per la morte: lascia in essa una quantità di moneta insufficiente, cioè che non basta ai bisogni di tutti, in modo che i paesi membri competano, sbranandosi l’un l’altro, per sottrarsela a vicenda; i più forti, come la Germania, riescono ad attrarre le disponibilità monetarie dei più deboli, e i più deboli soccombono, cioè vengono sottomessi e sottoposti a take-over e impoverimento dai più forti (cioè i loro assets strategici vengono comperati a basso prezzo). In più, tutti io paesi dell’Eurozona sono in competizione coi mercati speculativi finanziari, che tendono a sottrarre loro liquidità attraendola con maggiori rendimenti (sicché le banche stanno togliendo denaro dall’economia reale, pubblica e privata, per giocarla nella bisca finanziaria). Quindi l’Eurozona è come un Colosseo in cui, sotto gli occhi degli odierni Cesari, i gladiatori combattono tra di loro, e in aggiunta agli esseri umani ogni tanto si organizzano irruzioni di leoni affamati che attaccano questo o quel gladiatore. I Cesari acclamano ora la libertà di mercato,, ora l’economia sociale di mercato, sempre l’europeismo.
I partiti italiani, con poche eccezioni, hanno collaborato a questo spietato piano darwinista.
Se non si tolgono di mezzo quelle forze politiche collaborazioniste e se non si denuncia questo piano, se non si mette in discussione la permanenza sotto la BCE e l’Unione Europea nell’arena darwinistica dell’Eurozona ,allora non si fa nulla di serio, nulla di idoneo a salvare il Paese da una fine praticamente già decisa e – credo – inevitabile, salvi interventi esterni.
Marco Della Luna
Fonte: http://www.ilcorrieredelleregioni.it/
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