sabato 2 marzo 2013

“MEA MAXIMA CULPA” ARRIVA NELLE SALE




Mea Maxima Culpa: il documentario sui casi di pedofilia che fa tremare il Vaticano arriva in Italia (FOTO, VIDEO)

Nel momento più difficile per il Vaticano, con un papa dimissionario e un nuovo conclave alle porte, arriva in Italia un documentario destinato a scuotere l’opinione pubblica. Prodotto da HBO, Mea Maxima Culpa: Silenzio nella casa di Dio esce nelle sale italiane il prossimo 20 marzo. Il titolo dice tutto: la “grandissima colpa” è quella della Chiesa cattolica, responsabile di aver taciuto riguardo i casi di pedofilia che hanno interessato in passato l’arcidiocesi di Milwaukee, negli Stati Uniti. E’ qui che, negli anni ’70, padre Lawrence Murphy avrebbe abusato di circa 200 bambini sordomuti. Quattro di questi, ora adulti, hanno fornito la loro testimonianza riguardo quelle molestie davanti alle telecamere del regista Alex Gibney, premio Oscar nel 2007 – nella categoria riservata ai documentari - per Taxi to the Dark Side



Mea Maxima Culpa è stato presentato all’International Film Festival di Toronto lo scorso 9 settembre, per poi uscire in diverse sale americane lo scorso novembre. In Italia arriva soltanto ora, dopo che i produttori hanno tentato invano di promuoverlo all’ultimo Festival del Cinema di Venezia. “Non so dire se a Venezia l’hanno effettivamente censurato – ha dichiarato Gibney – Ma di certo non l’hanno accettato. Quello che so è che a Venezia si sente forte la pressione politica”. Un modo per lasciare intendere che si, pressioni ce ne sono state, e che una simile vetrina, visto il tema delicato, per qualcuno sarebbe stata inappropriata.

Lo scandalo di Milwaukee, infatti, agita San Pietro da diverso tempo. Le vergognose violenze di padre Murphy – deceduto nel 1998 – non sarebbero state condannate con adeguate dichiarazioni (e azioni) da parte del Vaticano, che in questi anni è stato informato sul riprorevole comportamento del prete americano. Persino (l’ormai ex) Papa Benedetto XVI, quando era ancora il “semplice” cardinale Ratzinger, nel ’96 aveva ricevuto lettere su Murphy in cui l’arcivescovo Rembert Weakland di Milwaukee chiedeva “una risposta riparatrice da parte della Chiesa”. Quella risposta, in realtà, non è mai arrivata. Soltanto nel 2003 la Chiesa ha pubblicato un rapporto sull’abuso di minori nell’arcidiocesi statunitense. E un procedimento ufficiale nei confronti di padre Murphy è arrivato troppo tardi, quando quest’ultimo era già vecchio e malato.

In tutti questi anni, invece, a Milwaukee non sono mai mancati i soldi elargiti alle vittime – circa 29 miliardi di dollari – per cercare di cancellare l’onta per vie giudiziarie. Un flusso di denaro enorme che, nel 2011, ha costretto l’arcidiocesi di Milwaukee a dichiarare bancarotta. Le vicende raccontate da Gibney in Mea Maxima Culpa non invitano solo a riflettere sul passato. Uno dei candidati alla successione di Benedetto XVI, infatti, è Timothy Dolan, cardinale di New York che è stato arcivescovo di Milwaukee dal 2002 al 2009. Proprio in questi giorni Dolan è stato chiamato a deporre sugli abusi sessuali commessi nella sua ex arcidiocesi proprio negli anni in cui la guidava. “Negare. Minimizzare. Censurare. Avrebbero reagito così anche di fronte a una serie di omicidi?”: è questa l’inquietante domanda che Gibney rivolge agli spettatori attraverso il suo documentario.





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