lunedì 4 marzo 2013

PER CHI VUOLE CAPIRE RISULTATI ELEZIONI 2013, DOPO CREDIT SUISSE ANCHE GOLDMAN SACHS PROMUOVE BEPPE GRILLO. E IL M5S DIVENTA LA SPERANZA PER FERMARE L'AUSTERITY E FAR RIPARTIRE L'EUROPA

La più imprevista delle lune di miele della politica italiana. A sorpresa le banche d'affari s'innamorano di Grillo. Per Goldman Sachs l'ascesa dell'ex comico è "entusiasmante", per Credit Suisse porterà Draghi a tagliare i tassi e concedere finanziamenti illimitati, l'economista Gilbert prevede la fine dell'austerity (di Flavio Bini)








L'endorsement dei mercati, probabilmente, non se lo aspettava nemmeno lui, Beppe Grillo. A meno di una settimana dal voto lo tsunami elettorale del Movimento 5 Stelle ha raggiunto anche gli operatori finanziari. Ma non li ha sommersi. Anzi, qualcuno inizia a credere che sulle acque del Movimento ci si può galleggiare tranquillamente. Da "mostro" anti-euro e nemico giurato dei grandi capitali internazionali, Beppe Grillo si sta trasformando in una possibile leva per la ripresa della crescita non solo italiana, ma addirittura dell'intero Vecchio continente.


Le parole di apprezzamento di Jim O'Neil, uno dei vertici di Goldman Sachs, che ha definito "entusiasmante il risultato di Grillo", sono state solo l'ultimo di una serie di segnali a testimonianza che i mercati stanno guardando all'ex comico genovese con meno scetticismo e paura di quanto ci si attendesse.
Di fronte a un'economia ferma e ad una politica incapace negli anni di attuare le riforme necessarie per rimettere in moto la crescita, Grillo rappresenta - nell'analisi di O'Neil - una sorta di grimaldello capace di scardinare il sistema italiano, mettendo in discussione, soprattutto, il dogma della riduzione del debito alimentato a suon di provvedimenti nel segno dell'austerity. "La posizione di bilancio dell'Italia aggiustata ciclicamente è oggi in modesto surplus, che virtualmente è meglio di tutti gli altri paesi sviluppati" - ha scritto O'Neil. Ma poi ha aggiunto. "Penso che restringere le politiche di bilancio di per sé, con un vago intento di riduzione del debito, non sia una strategia furba". Grillo, insomma, tornerebbe utile per spezzare la spirale austerity-debito.
Le banche d'affari dunque, hanno iniziato ad osservare meno scetticamente il fenomeno Grillo e, soprattutto, le sue intenzioni sul piano economico. Per ora, rispetto all'ex comico, si sono tutti messi su una posizione attendista. Basta vedere come hanno reagito le Borse. La reazione delle piazze finanziarie dopo il voto è stata duplice. Crollo pesante il primo giorno, seguito da una progressiva stabilizzazione. Nessun tracollo. In attesa di capire le mosse del Partito Democratico e, appunto, del leader 5 Stelle.
Un secondo segnale del cambio di rotta è arrivato poi dal report di Credit Suisse pubblicato a ridosso delle elezioni. Secondo gli analisti della banca elevetica, il successo elettorale di Grillo è sì - potenzialmente - un pericolo soprattutto in vista delle elezioni negli altri paesi europei , ma d'altro canto proprio il tentativo di arginare l'ascesa di forze populiste potrebbe spingere la Banca Centrale Europea a un ulteriore abbassamento dei tassi d'interesse per dare ossigeno all'economia, compressa dalle misure di austerità. Tradotto: Draghi, spaventato dall'emergere di forze populiste anti-euro, potrebbe tagliare i tassi e persino decidere una nuova operazione di finanziamento illimitato (Ltro) da destinare non solo alle banche, ma anche alle imprese. Una spinta fenomenale alla crescita per arginare l'emergere di emuli di Grillo (o peggio di Alba Dorata), in Paesi come la Spagna o la Germania.
Grillo, insomma, potrebbe essere l'uomo in grado di tracciare una via di uscita diversa dalla crisi rispetto a quelle battute dagli altri Piigs. "Gli italiani - spiega in un articolo Mark Gilbert della Johns Hopkins University - hanno capito dai casi di Grecia, Irlanda e Portogallo che è necessaria una politica economica dell'Europa più simile a quella della Fed negli Stati Uniti, dove il governo interviene direttamente per far ripartire l'economia". Un pensiero quindi a un ruolo più attivo di Mario Draghi e della Banca Centrale Europea.
Ma le incognite sono ancora tante. "Il Movimento 5 Stelle si è sempre dichiarato apertamente anti-Euro e anti Bruxelles", spiega Gilbert. E se per il momento il referendum sull'uscita dalla moneta unica ipotizzato in campagna elettorale è stato messo da parte, l'ex comico - ancora oggi nella sua intervista al settimanale tedesco Focus - ha insistito su un altro punto che potrebbe non rassicurare così tanto i mercati: la rinegoziazione del debito pubblico. Secondo Grillo in sei mesi i partiti "non potranno più pagare le pensioni, né gli stipendi pubblici" e "se gli interessi sul debito arriveranno a 100 miliardi di euro all'anno" saremo morti. Per questo, secondo Grillo, "non ci sono alternative" alla rinegoziazione del debito.
Ristrutturare il debito vorrebbe dire non soltanto mettere in discussione l'affidabilità creditizia del nostro Paese, ma anche non onorare i debiti che lo Stato ha con i detentori di titoli, tra cui le stesse banche che hanno iniziato a lodarlo e le famiglie. Non proprio un toccasana per l'economia. Difficile che - anche questo - possa apparire agli occhi dei grandi operatori finanziari "entusiasmante".

http://www.huffingtonpost.it/2013/03/02/risultati-elezioni-2013-dopo-credit-suisse-anche-goldman-sachs-promuove-beppe-grillo_n_2796311.html?1362243519&utm_hp_ref=italy

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