Per l'Italia dei valori niente finanziamenti. Così Di
Pietro deve gestire le riserve per rilanciare il partito dopo il flop delle
urne. Per farlo in cassa ci sono 16 milioni di euro.
LE RAGIONI DEL FLOP. Antonio Di Pietro è andato a sbattare contro l’esito del voto per molte ragioni. L’ex pm cercava l’abbraccio fraterno di Bersani e poi quello energico di Grillo, invece ha trovato quello mortale di Ingroia. Un magistrato ha fatto ombra all’altro e i due, tra l’altro, non sono mai stati visti assieme in campagna elettorale per una photo opportunity che sembrava di rigore.
Ora entrambi, Ingroia e Di Pietro, guardano le Camere con il binocolo e l’Idv sembra una barchetta di carta sdraiata su un fianco nella pozzanghera asciutta di Rivoluzione civile. I sondaggi danno il consenso del partito poco oltre l’1%. E appaiono lontanissimi i tempi in cui il gabbiano volava intorno all’8%.
Il tesoretto del Gabbiano: 16 milioni di euro in totale
Certo, il futuro è una landa popolata da vacche magre, dunque bisognerà ridimensionare gli staff e stringere la cinghia. Ma i soldi servono eccome, dato che l’obiettivo è quello di rialzarsi e riprendere il cammino in vista del congresso nazionale che dovrebbe tenersi entro l’autunno prossimo. LE DIMISSIONI CONGELATE. A caldo, travolto dall’amarezza del risultato elettorale, Di Pietro aveva annunciato le proprie dimissioni dalla guida del partito. Poi però l’Ufficio di presidenza gli ha chiesto di congelare l’addio e di accompagnare il gabbiano ferito fino all’assise nazionale che rinnoverà cariche e mansioni ad ogni livello. MEET-UP PER RIALLACCIARE CON LA BASE. Nel frattempo sarà lanciata una campagna di tesseramento che dovrebbe servire a riannodare i contatti tra il partito e la Base. In più Di Pietro punta a imitare il modello grillino del meet-up, per cui esiste il progetto di una serie di incontri sul territorio cui dovrebbe prendere parte l’intero Ufficio di presidenza. VERSO L'ADDIO A INGROIA. Insomma, la dirigenza spera che il danaro in cassa possa aiutare Idv a risorgere dalle proprie ceneri come l’Araba fenice. A breve un esecutivo nazionale valuterà quale percorso imboccare dopo il fallimento della confluenza nel contenitore di Rivoluzione civile. E l’idea che prevale nella nomenklatura in queste ore è quella di uscire dal cono d’ombra di Ingroia.
Gestione oculata dei fondi in vista delle prossime tornate elettorali
I fondi vanno dunque gestiti in maniera oculata. Anche perché, riflettono in molti dalle parti di via Santa Maria in Via, la legislatura sarà breve e magari già l’anno prossimo si voterà per Politiche ed Europee insieme. Un’occasione non troppo lontana per provare a
di Ulisse Spinnato Vega
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