sabato 2 marzo 2013

SOLDI PUBBLICI DI PIETRO E IL TESORETTO DA 16 MILIONI DELL'IDV



Per l'Italia dei valori niente finanziamenti. Così Di Pietro deve gestire le riserve per rilanciare il partito dopo il flop delle urne. Per farlo in cassa ci sono 16 milioni di euro.


Il battage sulle sue proprietà immobiliari. La gestione personalistica del partito. La cassa dell’Idv in mano, nel periodo 2001-2009, all’omonima associazione che faceva capo solo a lui, alla moglie e alla fida tesoriera Silvana Mura. La ristrutturazione della casa romana di via Merulana a spese del partito. Gli errori, peraltro ammessi più volte, di selezione della classe dirigente che hanno portato a voltafaccia clamorosi come quelli di De Gregorio, Razzi e Scilipoti. E infine gli scandali locali di Maruccio alla Regione Lazio e Nanni in Emilia Romagna.


LE RAGIONI DEL FLOP. Antonio Di Pietro è andato a sbattare contro l’esito del voto per molte ragioni. L’ex pm cercava l’abbraccio fraterno di Bersani e poi quello energico di Grillo, invece ha trovato quello mortale di Ingroia. Un magistrato ha fatto ombra all’altro e i due, tra l’altro, non sono mai stati visti assieme in campagna elettorale per una photo opportunity che sembrava di rigore.
Ora entrambi, Ingroia e Di Pietro, guardano le Camere con il binocolo e l’Idv sembra una barchetta di carta sdraiata su un fianco nella pozzanghera asciutta di Rivoluzione civile. I sondaggi danno il consenso del partito poco oltre l’1%. E appaiono lontanissimi i tempi in cui il gabbiano volava intorno all’8%.


Il tesoretto del Gabbiano: 16 milioni di euro in totale


Antonio Ingroia




L’ex pm di Mani pulite, a questo punto, non può affondare nemmeno un dito nella torta da 159 milioni di euro (in caso di legislatura quinquennale) che le formazioni entrate in parlamento si preparano a spartirsi (grillini esclusi?). BILANCIO 2012: 4 MLN DI LIQUIDI. Tuttavia la cassa dell’Idv appare ancora pingue se si considera un bilancio 2012 che contempla 4 milioni di liquidità, 8 milioni di titoli e altri 4 milioni da ricevere. Per un totale di 16 milioni.
Certo, il futuro è una landa popolata da vacche magre, dunque bisognerà ridimensionare gli staff e stringere la cinghia. Ma i soldi servono eccome, dato che l’obiettivo è quello di rialzarsi e riprendere il cammino in vista del congresso nazionale che dovrebbe tenersi entro l’autunno prossimo.
LE DIMISSIONI CONGELATE. A caldo, travolto dall’amarezza del risultato elettorale, Di Pietro aveva annunciato le proprie dimissioni dalla guida del partito. Poi però l’Ufficio di presidenza gli ha chiesto di congelare l’addio e di accompagnare il gabbiano ferito fino all’assise nazionale che rinnoverà cariche e mansioni ad ogni livello. MEET-UP PER RIALLACCIARE CON LA BASE. Nel frattempo sarà lanciata una campagna di tesseramento che dovrebbe servire a riannodare i contatti tra il partito e la Base. In più Di Pietro punta a imitare il modello grillino del meet-up, per cui esiste il progetto di una serie di incontri sul territorio cui dovrebbe prendere parte l’intero Ufficio di presidenza. VERSO L'ADDIO A INGROIA. Insomma, la dirigenza spera che il danaro in cassa possa aiutare Idv a risorgere dalle proprie ceneri come l’Araba fenice. A breve un esecutivo nazionale valuterà quale percorso imboccare dopo il fallimento della confluenza nel contenitore di Rivoluzione civile. E l’idea che prevale nella nomenklatura in queste ore è quella di uscire dal cono d’ombra di Ingroia.

Gestione oculata dei fondi in vista delle prossime tornate elettorali


Antonio Di Pietro.




Nell’inner circle di Tonino molti credono che Ingroia abbia giustamente esaltato la componente civica della lista, esagerando però nell’azione di oscuramento dei suoi partner più squisitamente politici. Mentre la comunicazione del pm siciliano, sempre secondo i dipietristi, avrebbe puntato tutto sui temi giudiziari e legalitari (temi ‘core’ anche per Tonino) finendo invece per mettere in un cantuccio le proposte economiche su cui l'Idv aveva impostato battaglie importanti (per esempio le liberalizzazioni). LA TRAVERSATA DEL DESERTO. Ora è il momento della traversata del deserto, che però l’Italia dei valori vuole affrontare tornando a marciare in solitaria, così da riguadagnare tutta la visibilità che il difficile frangente pur consentirà.
I fondi vanno dunque gestiti in maniera oculata. Anche perché, riflettono in molti dalle parti di via Santa Maria in Via, la legislatura sarà breve e magari già l’anno prossimo si voterà per Politiche ed Europee insieme. Un’occasione non troppo lontana per provare a




di Ulisse Spinnato Vega


Nessun commento:

Posta un commento