L’acqua, una molecola che regola
tutte le funzioni dell’organismo e che, grazie alla ricerca di scienziati
italiani e internazionali, si è scoperto essere dotata di memoria e coerenza...
Alessandro Silva
L’acqua, una molecola che regola
tutte le funzioni dell’organismo e che, grazie alla ricerca di scienziati italiani
e internazionali, si è scoperto essere dotata di memoria e coerenza. È
veramente possibile? E cosa comporterebbe questa rivelazione?
Jacques Benveniste e la memoria
dell’acqua
Per memoria dell'acqua si intende
la possibilità dell'acqua, in forma liquida, di mantenere una “impronta” delle
sostanze con cui è venuta in contatto. Fu l’immunologo francese Jacques
Benveniste a pubblicare nel 1988, sulla prestigiosa rivista internazionale
“Nature”, i risultati di rivoluzionari esperimenti che dimostravano come
l’acqua fosse capace di mantenere una memoria/informazione di sostanze in essa
disciolte o diluite; tali risultati non solo avrebbero potuto fornire una base
scientifica ai principi della medicina omeopatica ma, soprattutto, avrebbero
scardinato consolidate conoscenze di fisica, chimica e medicina, costringendo
ad una revisione e riscrittura di più nozioni. Nonostante la bocciatura della
comunità scientifica, le ricerche iniziate da Benveniste e dai gruppi da lui
capitanati proseguirono, incoraggiate dalla curiosità e la voglia di
approfondire sia di scienziati italiani che di personalità illustri del mondo
della scienza (quali il premio Nobel Luc Montagnier).
Le basi fisico-chimiche della
memoria dell’acqua
Tutti gli organismi viventi
irradiano un debole ma permanente flusso di radiazione elettromagnetica la cui
intensità spazia dalla luce visibile all'ultravioletto. Queste emissioni di
energia avvengono a livello cellulare e, essendo portatrici di informazioni,
secondo il biofisico di fama mondiale Fritz Albert Popp, non solo regolano la
crescita e la rigenerazione delle cellule e ma ne controllano anche tutti i
processi biochimici. Una prima evidenza scientifica a questa teoria fu data da
un medico italiano, il dottor Sergio Stagnaro, intorno al 2007. Egli combinò un
raffinato e preciso metodo di investigazione clinica, studiato e messo a punto
da lui stesso, la semeiotica biofisica quantistica (SBQ), con i più innovativi
strumenti della nanotecnologia, in grado di captare e ritrasmettere i biofotoni
emessi a livello cellulare.
Il dottor Stagnaro dimostrò che,
nei sistemi biologici, molecole come ormoni e neurotrasmettitori, considerati
dei messaggeri chimici, agiscono mediante un principio di Energia-Informazione
(EI), ossia veicolano radiazioni elettromagnetiche intrise di informazione
qualitativamente importante. Questi lavori erano perfettamente coerenti e in
sintonia con gli studi dello scienziato russo Petar Gariaev sulla genomica
ondulatoria, che trovarono un riscontro sperimentale sia dallo stesso scienziato
russo, sia dai ricercatori della SBQ.
Gariaev ipotizzò e confermò che
il genoma umano è una struttura tridimensionale in continua rotazione in grado
di ricevere e trasmettere radiazioni elettromagnetiche. Esso cioè si
comporterebbe come una rice-trasmittente. Tutte le radiazioni elettromagnetiche
viaggiano da strutture trasmittenti (come i neurotrasmettitori e gli ormoni)
verso delle strutture riceventi (come il DNA). Questo significa che nei sistemi
biologici la trasmissione della EI avviene, oltre che attraverso canali usuali
come il sistema linfatico, il sistema sanguigno, quello nervoso ed altri, anche
per bio-risonanza, sfruttando sia le proprietà del DNA di comportarsi come
antenna che dell’ampia gamma di trasmettitori e ricettori di cui sono dotati i
sistemi biologici. E l’acqua in tutto questo cosa c’entra?
Cos’è la memoria dell’acqua?
Ebbene, per l’acqua non si parla
di EI piuttosto di Memoria-Informazione (MI) ossia:
1) l'acqua agisce come un
recettore, essendo in grado di ricevere le frequenze d'onda e di memorizzarle
(memoria);
2) l'acqua agisce come
trasmettitore, trasmettendo le frequenze delle onde memorizzate (informazione).
Queste caratteristiche
biofisiche, chimiche ed elettro-magnetiche dell’acqua sono state messe in
evidenza da esperimenti indipendenti l’uno dall’altro, che confermano il
contributo di Beneviste.
Fu Luc Montagnier, Premio Nobel
per la medicina, a confermare l’emissione di onde a bassa frequenza (EMS) in
alcune diluizioni di filtrati provenienti da colture di microorganismi (virus,
batteri) o dal plasma umano infettato dagli stessi agenti patogeni.
Essendo la dimensione delle
strutture che generano le EMS molo piccole, ciò ha giustificato la loro
denominazione di “nanostrutture”. Gli studi seguenti fecero presupporre a
Montagnier e ai suoi collaboratori come potesse essere l’organizzazione
dell’acqua a spiegare tutto. L’acqua non solo è in grado di interagire con le
molecole disciolte in essa, stabilizzandole, ma le stesse molecole di acqua
possono formare aggregati o polimeri (strutture comunque piuttosto labili). Fu
poi Emilio del Giudice, scienziato di fama internazionale, e il suo gruppo di
lavoro, a proporre e mostrare come l’acqua potesse organizzarsi in domini di
coerenza, con la dimensione di nanostrutture ed in grado di autorigenerarsi e
mantenersi con l’emissione di onde elettromagnetiche.
I Domini di Coerenza sono il
risultato della capacità di aggregazione e cooperazione per una finalità che i
campi elettromagnetici informati hanno di organizzarsi in strutture complesse.
Emilio del Giudice capì come l’acqua, che è il miglior solvente universale,
fosse in grado di memorizzare le informazioni ricevute dai soluti con i quali
entrava a contatto, aggregandoli in gruppi di molecole chiamate ”bioclusters”
(domini di acqua corrente dotate di un proprio Campo Elettro Magnetico, CEM)
attraverso il quale avviene un continuo scambio di informazione. Emilio dal
Giudice condusse, assieme a Giuliano Preparata, le ricerche sul fenomeno della
memoria dell’acqua nell’ambito della CQED (elettrodinamica quantistica
coerente). Secondo questa teoria esistono domini di coerenza nell’Universo, in
grado di allineare i campi elettromagnetici.
Questo potrebbe rappresentare un
fondamento scientifico alla dinamizzazione omeopatica (lo scuotimento del
prodotto omeopatico diluito per almeno 100 volte in senso verticale, con
movimenti netti, veloci e di breve distanza) poiché le molecole di acqua
conserverebbero una geometria molecolare correlata agli elementi chimici con
cui entrano in contatto.
Questi domini di
coerenza hanno una dimensione di decine di micron, in cui milioni di molecole
oscillano all'interno di un campo elettromagnetico di tipo coerente.
I messaggi dell’acqua
Recenti esperimenti condotti da
Germanov e altri ricercatori SBQ nel 2011 mostrano risultati molto
interessanti: sostanze chimiche di natura organica e non organica, nonché
molecole biologiche e composti organici complessi emettono, rispettivamente,
singole frequenze elettromagnetiche o uno spettro di frequenze che corrisponde
a quelle delle sostanze contenute. La memoria-informazione dell’acqua può
inoltre essere sfruttata per energizzare l’acqua con un dispositivo in grado di
catturare le frequenze di farmaci per poi ritrasmetterle nell'acqua. Questo può
aprire nuove prospettive nell’uso di farmaci con gli stessi risultati
terapeutici ma limitando i loro dosaggi. Inoltre, gli stessi fluidi biologici
umani (sangue, urine, ecc), emettono segnali che caratterizzano lo stato del
corpo e riflettono l’attività della coscienza umana. È stato il giapponese
Masaru Emoto a sostenere come la coscienza umana avesse un effetto sulla
struttura molecolare dell’acqua.
Dal 1999 Emoto ha pubblicato
diversi volumi di un lavoro dal titolo “I messaggi dall’acqua”, contenenti
fotografie di cristalli di acqua esposti a variabili diverse e successivamente
congelata, in modo da formare strutture cristalline. Dall’osservazione delle
fotografie si evince come parole, preghiere, musica e ambiente esercitino un
vero e proprio effetto fisico sulla struttura cristallina dell'acqua,
modificando la semplice struttura di base esagonale dei cristalli di ghiaccio
di acqua non condizionata (tra l’altro dispersi in modo caotico), nelle
strutture belle e raffinate, disposte in modo armonico e simmetrico, dei
cristalli di ghiaccio di acqua “informata”. Seguendo le ipotesi del ricercatore
giapponese la SBQ ha creato un interessante test per verificare l’ipotesi di
interazione tra la MI dell’acqua e la musica con il risultato che la musica
energizza effettivamente l’acqua.
Questa evidenza sperimentale apre
nuove prospettive sulla musicoterapia e le sue applicazioni per l'autismo
infantile, il ritardo mentale, le disabilità, la sindrome di Alzheimer e altri
disordini cerebrali, come psicosi, i disturbi dell'umore e i disordini
somatoformi (in particolare la sindrome di dolore cronico), la sindrome da
stanchezza cronica (CFS) e i disturbi alimentari (anoressia nervosa). Si può
attribuire, in questo modo, anche un nuovo risalto all'interpretazione del
risveglio da coma grazie all’ascolto di musica e canzoni.
http://www.sisbq.org/memoriadellacqua.html
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