venerdì 26 aprile 2013

L’ULTIMO SEGRETO DI “MATRIX” (ARCONTI III)

In due post di qualche tempo fa si è parlato degli Arconti, i governanti occulti del pianeta.
Abbiamo visto nella prima puntata da dove provengono, ed abbiamo visto nella seconda quanto ramificata e difficile da individuare sia la struttura nella quale si sono insediati con la quale operano per governare occultamente il mondo in cui viviamo.
Ora entriamo nel loro modus operandi.
Ci sarà utile ad un certo punto l’operazione di programmazione mentale effettuata con il film “Matrix” poiché è stato un capitolo centrale nella loro opera, come ormai da qualche tempo in molti si sono resi conto, a giudicare da quanto si è scritto online e offline su quello che è stato molto più che un film hollywoodiano.
Gli Arconti sono considerati “I Governanti” per eccellenza poiché conoscono perfettamente i circuiti della mente umana e sanno su quali sinapsi andare ad agire per ottenere un certo risultato e con quali processi articolare questa azione (solo determinate sequenze di eventi garantiscono risultati, e per ogni sollecitazione vi è la relativa sequenza).
Significa in definitiva che essi conoscono la nostra mente meglio di quanto la conosciamo noi, e questo rappresenta da sempre il loro vantaggio.



Anche noi abbiamo un vantaggio, ed è rappresentato dal fatto che il nostro essere è progettato per rimanere in costante contatto con la Sorgente della Creazione, allo stesso modo con cui un terminale è connesso ad una rete e può accedere e giovarsi di tutto quanto a quella rete è collegato. E la rete alla quale noi uomini siamo connessi è l’Universo stesso. Pertanto il nostro vantaggio rispetto a loro è infinitamente maggiore, e tuttavia non non siamo in grado di vederlo e giovarcene. Perché sono millenni che essi fanno in modo di sottrarlo alla nostra percezione e quindi alla nostra conoscenza. In poche parole noi abbiamo maggior potere di loro, ma loro sono finora riusciti ad evitare che ce ne rendessimo conto.
Ma come sono potuti riuscire in questo? Proviamo a spiegarlo qui, avvertendo che la loro arma migliore è rappresentata dalla sottigliezza assoluta con la quale elaborano la catena di inganni che porta alla costruzione di una realtà fittizia totalizzante. Si tratta di processi ognuno dei quali in sé è semplice, ma abilmente occultato perché non venga da noi messo in relazione con quello contiguo nel tempo e/o nello spazio. In tal modo, per fasi progressive, un pezzo per volta, instancabilmente, pazientemente, per secoli e millenni una realtà è stata interamente sostituita con un’altra.

All’inizio fu il verbo

La parola è la base su cui iniziare la costruzione dell’Edificio Totale. A qualsiasi livello evolutivo un linguaggio sia giunto, la parola è in ultima istanza un suono a cui è associato per legame simbolico un oggetto fisico o un evento-sequenza che rimanda ad un concetto. Nelle culture orali al suono non era legato come corrispondente visivo un apparato iconico, in quelle post-orali ad ogni suono è stato correlato un ideogramma/pittogramma atto a completare il tool di strumenti simbolici su cui fondare la comunicazione e quindi la creazione della realtà. Facciamo un esempio:
Ecco il suono “MAN” Uomo (cliccando sul simbolo dello speaker)
Ecco poi l’apparato iconico corrispondente, un disegno riferito al suono “MAN”

Ed ecco quindi l’ente reale corrispondente (uno dei possibili). In realtà anche questa di seguito è una fotografia di un ente reale, un uomo dal nome proprio Man (Ray) ma ciò a cui ci riferiamo per la corrispondenza è l’essere vivente fisico in carne e sangue denotato dal suono e dal simbolo corrispondente a “MAN”.

Bene, ora immaginiamo che in un mondo in cui questa corrispondenza simboli-realtà sia garantita dall’aderenza alle leggi con le quali l’universo è stato progettato, cosicché si possa parlare di Verità Aperta (liberamente fluente dal reame dell’Essenza al reame della Conoscenza, così che si possa conoscere con facilità e senza ostacoli) entrino dei soggetti intenzionati a modificare questi flussi di corrispondenze per trarne un qualche vantaggio, cosa dovrebbero fare per ottenere questo risultato?
Dovrebbero rimescolare le carte, introducendo elementi IMPERCETTIBILMENTE diversi nella filiera di corrispondenza. Con azioni successive, sempre sottili perché nessuno si accorga di nulla, dopo un certo tempo i destinatari dell’azione, ignari del cambiamento introdotto, faranno riferimento ad una filiera di corrispondenza alterata considerandola inalterata e non ricorderanno più quella originaria.
Chi detiene la conoscenza della filiera originaria acquista così il vantaggio dato dal potere che la Verità Aperta conferisce alla realtà, potere il cui accesso viene negato alla massa, che diviene così subalterna ed incapace di orientarsi nella nuova realtà alterata.
Un disorientamento che si crea perché la parte subconscia di noi, che è collegata alla Sorgente della Vita, CONTINUA A RICONOSCERE E DISTINGUERE il vero dal falso, l’originale dal modificato, mentre la parte conscia, a causa del processo di modifica impercettibile e progressiva della realtà cui è stata sottoposta, ne è diventata inconsapevole.
La differenza tra la percezione conscia e quella subconscia, detta dissonanza cognitiva, crea una vasta gamma di conflitti interiori che rappresentano la condizione che accomuna la maggior parte dell’umanità assoggettata nel modo appena descritto.
Le sensazioni le conosce bene ognuno di noi: inquietudine inspiegabile, sensazioni sottili di inadeguatezza, mancate corrispondenze, disfunzioni di processi fisiologici, incubi, spossatezza, fino a stati profondamente patologici di malattia fisica e/o mentale.

Il castello di carte

Iniziata dalle singole parole l’alterazione della realtà gli Arconti hanno potuto su queste solide basi costruire immensi edifici virtuali procedendo un pezzo per volta, giorno dopo giorno, lanciando operazioni strutturate come campagne militari con sortite, imboscate, ritirate, assedii, diversivi, incursioni, battaglie e finalmente guerre.
Il campo di battaglia di queste azioni è la nostra mente. Lì si svolge tutto e tutto si determina.
Poiché come ormai sappiamo con certezza, la realtà è quella che creiamo con la nostra emissione cerebrale, quindi con l’idea che formuliamo nella nostra mente ed immettiamo nella mente collettiva e quindi nella “rete” universale.
Ma come è stato possibile che pur sapendo inconsciamente che qualcuno ci stava ingannando glielo abbiamo permesso quando ci ha chiesto il nostro consenso?
Già perché l’immutabile ed inderogabile legge universale del Libero Arbitrio prevede che un soggetto possa agire su un altro solo con il suo espresso consenso.
Ripetiamolo una volta in più, perché ci rimanga impresso.
L’immutabile ed inderogabile legge universale del Libero Arbitrio prevede che un soggetto possa agire su un altro solo con il suo espresso consenso”.

E allora ecco che gli Arconti, forti del controllo di quella enormemente ramificata struttura nei principali settori strategici che costituiscono la nostra realtà (religione, finanza, energia, militare, comunicazioni, industria, trasporti, alimentazione, medicina, cultura, servizi, intrattenimento, arte) lanciano operazioni a lungo termine, dichiarando in modo criptato ciò che andranno a fare e aspettano che vi sia una eventuale reazione da parte nostra.
 
Essendo le dichiarazioni di guerra in questo o in quel comparto strategico dissimulate attraverso varie tecniche, la nostra parte conscia non le riconosce come attentati alla nostra sicurezza e libertà e non reagisce, anche se la nostra parte subconscia prova disagio perché invece ne distingue il pericolo potenziale.
La scienza della propaganda costituisce la versione moderna delle antiche conoscenze misteriche, ed applicata a molteplici settori, dalla teologia alla politica, alla pubblicità è da tempo la chiave di volta con cui accerchiare le possibili reazioni della nostra mente conscia e persuaderci a tutto ed al suo contrario.
E la regola non scritta del silenzio/assenso che ad ogni nuova dichiarazione ci mette nella posizione di consenzienti automatici quanto inconsapevoli ci spinge ogni volta sempre più nell’angolo.
Quando la necessità della richiesta di assenso è almeno formalmente soddisfatta, l’universo attraverso la ferrea legge del libero arbitrio può continuare a concedere agli Arconti, questi tiranni occulti, di governarci in modo tanto invisibile quanto spietato. In fondo ci è stato chiesto, in modalità criptata attraverso l’allegoria cinematografica se accettassimo di diventare schiavi, ovvero energia bruta di un sistema automatizzato, e non sollevando alcuna obiezione abbiamo dato il nostro silenzio-assenso.
Tra l’altro vi sono indizi probatori indiscutibili anche del fatto che il film sia un formale avvertimento, una vera e propria NOTIFICA GIURIDICA al subconscio collettivo di ciò che deve avvenire in futuro.
1) Il protagonista Neo ha per nome anagrafico Thomas Anderson, lo stesso dell’autore dei libri “the Classified Files” che spiegano i segreti del sistema, dagli aspetti giuridici a quelli finanziari, a quelli pratici: esemplare, a tale proposito il concetto concetto di Strawman, uomo di paglia, che Anderson ha brillantemente concettualzzato per definire la finzione giuridica, o per meglio dire l’inganno giuridico che il sistema usa per impossessarsi della nostra persona, visibile nel video a questo link (attivare sottotitoli ita).
2) Il suo passaporto, che viene inquadrato da vicino durante un drammatico interrogatorio da parte di uno smith, ossia un tutore del sistema, scade in data 11 settembre 2001, la stessa dell’attacco alle torri gemelle da cui è scaturita l’attuale situazione mondiale. Come se il sistema ci avvertisse: da quella data le tue libertà di movimento e quindi in generale le tue libertà non saranno più valide; sei d’accordo?

Il sistema ci notifica una variazione così drastica con largo anticipo, perché possiamo, se capiamo cosa ci è stato chiesto, cosa ciò comporta e se decidiamo di formulare una qualche forma di risposta alla notifica: il primo film della trilogia Matrix è infatti del 1999, due anni prima del 9/11, l’attacco alle torri gemelle.
Pensate che sia un caso, una coincidenza, o che non sia sufficiente notificare con un solo atto come un cult-movie di grande successo una notizia con conseguenze così grandi all’intero immaginario collettivo?
Già, perché in certo modo tutti noi, che della mente collettiva siamo parti costituenti, abbiamo giuridicamente diritto ad essere avvertiti per esercitare il nostro libero arbitrio e scegliere se accettare o meno di divenire schiavi – consenzienti – del sistema.
Non venne quindi usato solo “matrix” come strumento di notifica, ma molti altri film e prodotti stampati in cui il “9/11″ viene accostato a “disastro” e a “torri”. Eccone una lista, ancorché parziale, a questo link:
Pertanto:

  1. notifica del sistema effettuata
  2. il destinatario non solleva obiezioni in tempo utile
  3. il sistema procede all’attuazione degli eventi, con l’avallo e il sostegno dell’universo che assiste al fatto che nella procedura la regola del libero arbitrio delle parti è stata formalmente rispettata.
Ma ATTENZIONE la regola del libero arbitrio è stata solo formalmente rispettata, e questa volta la distanza tra la forma e la sostanza è troppa. Quando infatti l’inosservanza di fatto e sostanza delle regole universali è manifesta, ciò fa sì che il germe della truffa metta in pericolo l’edificio che su questo “accordo” non scritto si poggia: in questo caso l’ultima fase della costruzione di una prigione virtuale effettuata in millenni di paziente e raffinato lavoro.

L’ultimo segreto di Matrix

Il film che con una memorabile trilogia ha creato un genere e sancito la nascita definitiva della Matrix nell’immaginario collettivo e quindi nella realtà dei fatti è stato analizzato in tutte le sue sfaccettature dai più diversi soggetti: è divenuta parte della storia del costume e della cultura di una generazione.
Tutti o quasi ne hanno parlato, mettendone ogni singolo aspetto sotto la lente di ingrandimento.
Ma c’è un aspetto che ancora non pare emerso, un livello di lettura tanto nascosto quanto decisivo, poichè funzionante al livello della programmazione mentale profonda derivante dalle sperimentazioni del dopoguerra.
E che riguarda il terzo macro-indizio, dell’elenco che abbiamo appena riportato nel precedente paragrafo.
O per meglio dire la prova decisiva di chi sia l’autore del messaggio di programmazione, della stringa di programma che viene inserita nella nostra mente. Già perché, sempre in ossequio alle ferree leggi universali, chi opera su di noi deve lasciare la sua firma.
DEVE FARLO, o l’universo non permetterebbe di procedere.
Tutto quello che può fare per far sì che non sia possibile per noi risalire agli autori primari, e guardare in faccia il nemico che ci sta attaccando, è “coprire le tracce”, mistificare i dettagli, avvolgere in circonvoluzioni i processi mentali attraverso i quali l’inconscio dello spettatore viene fatto scendere in profondità con sequenze di coinvolgimento emotivo progressive e stringenti quanto le reti per la pesca al tonno, viene aperta la cassaforte di programmazione, inserita la stringa di programma, richiusa la porta… et voilà. Da quel momento una idea fondante che crediamo nostra, genuinamente nostra, comincia a germogliare nella nostra mente, condizionando decisioni importanti della nostra vita.
Solo che questa idea è di altri, ed è stata inserita abilmente al posto giusto negli schemi del nostro sistema operativo da dove ha iniziato ad agire, e il processo è esattamente quello dei livelli di sogno descritto in un altro cult-movie più recente, Inception.
Qual è quindi la stringa di istruzioni che ci è stata inserita con il film “Matrix”? Intendiamo quella più funzionale ai requisiti del sistema, quella che ci spinge ad accettare una schiavitù virtuale che va solo ed unicamente a nostro totale svantaggio?
L’istruzione è questa:
Quando Morpheus nella scena visibile a questo link, al minuto 1:30 spiega al protagonista Neo che egli assieme agli altri umani sta vivendo in un mondo di sogno interamente virtuale, ricreato al computer, poiché quello reale è andato distrutto molto tempo prima, gli mostra, al termine del processo di discesa emotiva nel profondo, nella “sala di comando” della sua mente, questa immagine:

E gli dice: “Benvenuto nel Deserto. Il Deserto della Realtà”
A quel punto il processo emotivo nel quale siamo stati tirati dentro in quanto spettatori di questa spiegazione esistenziale che nel film viene effettuata fa giungere invariabilmente ognuno di noi a formulare silenziosamente la medesima conclusione:
“Abbiamo distrutto il mondo. Lo abbiamo distrutto noi uomini, perché siamo stati incapaci di custodirlo, proteggerlo ed onorarlo. Per nostra fortuna qualcuno – l’Architetto del sistema – ha creato un mondo di sogno che ha permesso a noi tutti di continuare a vivere. Nel sogno, si, ma comunque vivere, poiché la coscienza è ciò che conta. Noi abbiamo quindi la colpa di aver provocato la distruzione. E dobbiamo per questo essere grati a chi ci ha consentito di continuare a vivere.”
Questo è il processo logico che provoca dentro di noi il costrutto di programmazione che il film innesca.
Se nelle diverse recensioni ed analisi il film – vediamo per sintesi quella di wikipedia inglese qui – è stato accostato alle scuole di pensiero più disparate, transumanesimo, strutturalismo, neoplatonismo, gnosticismo, tutte comunque orientate a spingere verso una visione positiva in senso evolutivo.
Ma in queste componenti che contengono delle verità evolutive c’è il classico boccone avvelenato che gli Arconti mettono ben nascosto nella più piccola e interna delle scatole cinesi concettuali: il senso di colpa.
In poche parole, nascosto in mezzo a tanta bella polpa fresca di verità, secondo una classica tattica CIA, o dovremmo dire secondo una procedura delle antiche scuole misteriche, o dovremmo dire secondo una atavica conoscenza arcontica, c’è l’amo di menzogna che si conficca a tradimento nelle parti molli del nostro palato per ingannarci un’ultima e definitiva volta.
Ma stavolta abbiamo una conoscenza strategica che ci può aiutare.

  • 1 Sappiamo che il senso di colpa è la chiave maestra per entrare nei nostri circuiti mentali e programmarci.
  • 2 Sappiamo che chi meglio conosce l’uso di questa chiave sono gli Arconti, ossia la fazione gesuita del Culto Romano.
  • 3 Sappiamo che sì, la responsabilità giuridica e morale della situazione presente è anche nostra poiché secondo il libero arbitrio abbiamo dato il nostro assenso a che si procedesse alla distruzione del mondo. Chi si chiama fuori dando la colpa alla società, ai governanti, ad altri soggetti esterni, commette un atto puerile ed ingiusto.
  • 4 Ma sappiamo anche che il nostro assenso ci è stato strappato con l’inganno. Con una vera e propria frode la cui origine si perde nella notte dei tempi.
E allora dobbiamo procedere. Dobbiamo ricostruire da dove e in che modo è iniziata la truffa con cui la verità sulla realtà è stata mistificata, con impercettibili ma progressivi cambiamenti.
Per esempio se smontiamo le scatole cinesi concettuali di questo film, con le quali la nostra mente è stata programmata ed arriviamo a quel nucleo dogmatico che abbiamo visto prima, che ci rivela che NOI avremmo distrutto il mondo e QUALCUN ALTRO, più saggio di noi avrebbe riparato al nostro comportamento irresponsabile costruendo per noi un mondo di sogno e di illusione nel quale abbiamo almeno potuto sopravvivere a noi stessi, ebbene ci troviamo davanti al risultato di mille e mille impercettibili spostamenti di significato, portati avanti in millenni, senza che noi ce ne accorgessimo, da quando attraverso i testi sacri hanno cominciato a raccontarci della nostra COLPA per aver voluto assaggiare l’albero della conoscenza, fino a dirci che il mondo REALE, ossia l’alternativa a quello di sogno, automatizzato e luccicante che il sistema produce e giornalmente alimenta per farci vivere al suo interno, è una landa desolata di ruderi sopravvissuti ad un olocausto nucleare.
E questo è lo sbaglio.
Questo l’errore teologico marchiano con cui la Matrix tradisce la propria presenza ed insieme la propria disperazione nell’avvicinarsi alla sua fine: Quell’immagine di distruzione della quale noi, ciascuno di noi dovrebbe essere il colpevole.
E dovrebbe sentirsene colpevole, accusandone il peso in ogni sua cellula, in ogni circuito cerebrale, in ogni pàlpito di vita.
Per chi ha pensato e scritto il concept del film l’alternativa al perfetto ma immateriale mondo di sogno generato nella nostra mente da una simulazione di computer è rappresentata da uno scenario postatomico, mentre nella verità universale l’alternativa alla Matrix fittizia, attraente quanto plastificata prigione della mente e del corpo è invece la più totale, luminosa, responsabile ed indescrivibile LIBERTÀ.
Se provassimo a sostituire quella città annerita e distrutta, che è una pugnalata al nostro cuore vibrata con l’arma più pericolosa in mano ai manipolatori che governano la nostra mente ed attraverso di essa dirigono le sorti del mondo, ossia il Senso di Colpa, otterremmo che tutto il concept del film ne verrebbe invertito di senso.
Dobbiamo infatti capire che fuori dalla Matrix esiste UN EDEN LUMINOSO che l’Universo ha costruito per noi e con noi.
Non un inferno di cui noi stessi abbiamo distrutto la vita, che rappresenta il segno tangibile della colpa di cui ci siamo macchiati.
I manipolatori non hanno che una sola arma per impedirci di fare il primo passo fuori dalla loro gabbia, (gabbia che DEVONO comunque lasciare aperta secondo leggi universali) la PAURA.
E un solo proiettile: IL SENSO DI COLPA.
Quando sentite anche solo vagamente il puzzo di queste due cose accostate assieme, chiunque le vagheggi dinanzi ai vostri occhi, sappiate con la massima certezza che vi stanno manipolando. Che non avete, né avete mai avuta alcuna colpa, ma avete semmai scelto secondo il vostro libero arbitrio, di incamminarvi in una via di autodistruzione.
E che quella scelta, che avete comunque esercitato e di cui siete da considerare responsabili, vi è stata estorta con la frode. All’interno del vostro universo personale una remota parte di voi vi ha ingannato, ed all’esterno i Governanti vi hanno frodato.
Ma ora la luce si è posata su questo nodo del patto tra noi e l’Universo, e il vizio è apparso, per poter essere cancellato.

Dopo quello di Fatima, anche l’ultimo segreto di Matrix ha gettato la maschera.
Benvenuti fuori dalla gabbia.
Jervé

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