sabato 6 aprile 2013

UNDERWATER: L'OLANDA CADE VITTIMA DELLA CRISI ECONOMICA


der spiegel scoperchia la pentola olanda: altro che cipro.  la cosa  ci riempie di gioia, non tanto per i guai degli olandesi, quanto perché ci fa intravvedere sempre più chiaramente l'uscita...
Il più significativo alleato di Berlino sulla disciplina di bilancio in Europa, è scivolato esso stesso nella crisi economica. L'economia, una volta esemplare, è affetta da un enorme indebitamento e dallo scoppio di una bolla immobiliare, che ha fermato la crescita e messo a rischio l'occupazione.

Michel Scheepens è abituato a gestire l'assunzione di rischio. E' un uomo di 41 anni che cura il mercato dell'energia per la banca olandese ING, ed è il suo lavoro che determina la scelta dei finanziamenti che la sua compagnia dovrà effettuare, se finanziare un parco eolico a Cipro o una centrale di gas in Turchia. Fino ad ora, si era trattato sempre di denaro altrui.



Da qualche tempo, tuttavia, Scheepens sta provando a livello personale cosa si sente con un cattivo investimento. Sei anni fa Scheepens, padre di tre figli, ha acquistato la metà di una casa bifamiliare per la sua famiglia nell'area urbana di Nieuw-Vennep, vicino alla costa del Mare del Nord. La costruzione in mattoni rossi è costata € 430,000, ma la banca gli ha offerto generosamente un finanziamento di € 500.000, in modo che ci fossero abbastanza soldi per lavori di ristrutturazione, tasse e notaio. Scheepens aveva intenzione di rivendere la casa dopo pochi anni, cosa comune nei Paesi Bassi. Ma poi dopo il fallimento di Lehman i prezzi sono crollati. Se la famiglia dovesse vendere la casa oggi, dovrebbe ancora pagare alla banca € 60.000. La sua casa è "sott'acqua", come dice Scheepens.

"Underwater" (sott'acqua, ndt) è una buona descrizione della crisi in un paese in cui ampie parti del territorio sono sotto il livello del mare. Ironia della sorte, i Paesi Bassi , generalmente considerato come un modello di economia, si trova di fronte al tipo di crisi immobiliare che fino ad ora ha colpito solo gli Stati Uniti e la Spagna. Anche le banche dei Paesi Bassi hanno pompato miliardi e miliardi di prestiti nel mercato immobiliare privato e commerciale dal 1990, senza preoccuparsi che i mutuatari avessero garanzie sufficienti.

Gli acquirenti privati di case, per esempio, potevano trovare facilmente delle banche che finanziassero più del 100 per cento del prezzo di un immobile. "Si poteva facilmente ottenere un prestito di cinque volte lo stipendio annuale", spiega Scheepens, "e tutto questo senza un centesimo di patrimonio". Questo è stato possibile solo perché i proprietari di case avevano la possibilità di dedurre interamente gli interessi ipotecari dalle loro imposte.

Invece di ripagare i prestiti, i mutuatari normalmente mettevano un po' di soldi in un fondo di investimento sperando in un profitto, mese dopo mese. Il denaro avrebbe dovuto essere utilizzato alla fine per pagare il mutuo, almeno in parte. Era diventata ormai una consuetudine aspettarsi che il valore di una proprietà aumentasse in maniera sostanziale. Molti risparmiatori Olandesi si aspettavano che la rivendita delle loro case avrebbe generato abbastanza soldi da ripagare i prestiti, oltre a un buon profitto.

Un'economia sull'orlo del baratro

Più di un decennio fa, la banca centrale Olandese riconobbe i pericoli di questa euforia, ma i suoi avvertimenti rimasero inascoltati. Solo l'anno scorso il nuovo governo, guidato dal primo ministro conservatore-liberale Mark Rutte, ha emendato le generose scappatoie fiscali, che poco a poco nel mese di gennaio hanno cominciato a scadere. Ma ora è quasi troppo tardi. Nessuna nazione della zona euro è così profondamente indebitata come l'Olanda, dove le banche hanno un totale di circa € 650 miliardi di prestiti ipotecari sui loro bilanci.

Il debito dei consumatori è pari a circa il 250 per cento del reddito disponibile. In confronto, gli Spagnoli nel 2011 avevano raggiunto un rapporto di debito solo del 125 per cento.

I Paesi Bassi sono ancora uno dei paesi più competitivi dell'Unione europea, ma ora che la bolla immobiliare è scoppiata, essa minaccia di abbattere l'intera economia. La disoccupazione è in aumento, i consumi in calo e la crescita è giunta a un punto morto. Nonostante dure misure di austerità, quest'anno il governo dell'Aja ha violato il criterio del disavanzo della UE, che vieta il nuovo indebitamento oltre il 3 per cento del prodotto interno lordo (PIL).

E' un fardello pesante, soprattutto per il ministro delle Finanze Olandese Jeroen Dijsselbloem, che è anche il nuovo capo dell'Eurogruppo, e ora si ritrova nel ruolo inatteso di essere sia il cane da guardia dell'unione monetaria che un candidato alla crisi .

Anche € 46 miliardi di misure di austerità non sono evidentemente sufficienti a mantenersi entro il limite di indebitamento della UE. Benché Dijsselbloem abbia annunciato altri 4,3 miliardi di € di tagli ai servizi pubblici e sanitari, questi avranno effetti solo nel 2014.

"Affondare il coltello ancora più profondamente" sarebbe "molto, molto irragionevole," il socialdemocratico Dijsselbloem ha dichiarato al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, nel tentativo di giustificare la dilazione. E' il tipo di argomenti normalmente usati dai paesi in crisi del sud Europa. Gli effetti negativi del vivere al di sopra dei propri mezzi sono emersi dopo l'inizio della crisi finanziaria. Molti dei piani di finanziamento calcolati accuratamente non funzionano più, e i cittadini non possono quasi più pagare i loro debiti. I prezzi delle proprietà immobiliari, che un tempo erano tutti assurdamente alti, stanno crollando in modo drammatico. Il boom dell'economia si è trasformato in stallo.

La disoccupazione in aumento

"In tali situazioni si sviluppa un circolo vizioso", spiega Jörg Rocholl, presidente della European School of Management and Technology di Berlino e membro del consiglio dei consulenti accademici al Ministero delle Finanze tedesco. "I clienti sono troppo indebitati e non possono servire i loro prestiti. Questo provoca problemi alle banche, che non hanno più abbastanza soldi per l'economia. Questo porta alla recessione economica e ad una elevata disoccupazione, che rende il rimborso dei prestiti ancora più difficile."

Il tasso ufficiale di disoccupazione è già salito al 7,7 per cento. In realtà, è probabilmente molto più alto, ma fino ad ora è stato mascherato da un gruppo demografico chiamato ZZP. Il "Zelfstandigen zonder personeel" ("Lavoratore autonomo senza dipendenti") è lontanamente legato al modello del tedesco "Ich-AG" ("Me, Inc."). Attualmente circa 800.000 ZZPers lavorano nei Paesi Bassi.

Rob Huisman è uno di loro. L'uomo, 47 anni, vive con la moglie e un figlio a Santpoort, nei pressi di Haarlem. Nel 2006 Huisman, uno specialista IT, ha lasciato il suo posto presso una grande società di consulenza per iniziare un'attività in proprio. All'inizio è andata bene, con Huisman che guadagnava 100 € l'ora. Ma col tempo molti clienti, sia pubblici che privati, hanno tagliato i costi. A volte, i lavori sono stati semplicemente cancellati del tutto. "Per le aziende vale la pena di lasciar fuori i loro impiegati a tempo indeterminato e assumere lavoratori con contratti di lavoro temporaneo", dice l'esperto IT. "Si risparmiano i costi della sicurezza sociale."

C'è una concorrenza spietata tra i lavoratori autonomi, si battono sul prezzo l'uno con l'altro per assicurarsi dei posti di lavoro occasionali. "Se non si accetta un posto di lavoro, lo farà qualcun altro" dice Huisman. Inoltre, al momento egli non è in grado di pagarsi i contributi al fondo pensione. "Viviamo in gran parte sui nostri risparmi", dice.

Non se ne vede la fine

Gli Olandesi sono stati a lungo tra i risparmiatori più diligenti d'Europa, e nella crisi molti stanno attaccati ai loro soldi ancora più strettamente, cosa che è anche venefica per l'economia. "Uno dei problemi principali è il calo dei consumi", afferma Johannes Hers del Netherlands Bureau for Economic Policy Analysis (CPB) a L'Aia, il consiglio di esperti presso il Ministero dell'Economia.

Il Bureau si attende un calo dello 0,5 per cento nella crescita per il 2013. Nel mese di febbraio circa 755 società hanno dichiarato fallimento, il numero più alto da quando si è dato il via alle statistiche nel 1981. Al momento anche il settore bancario sta licenziando migliaia di occupati.

A causa dei molti mutui in bilancio, il settore finanziario è molto gonfiato, tanto che il totale delle attività di tutte le banche è più di quattro volte tanto il volume della produzione.

A febbraio, il governo è stato costretto a nazionalizzare SNS Bank, la quarta banca del paese, perché aveva un grande portafoglio di crediti in sofferenza per gli immobili. Le banche rimanenti vogliono cartolarizzare una parte dei loro giganteschi portafogli di prestiti e rivendere i titoli attraverso una banca speciale per i mutui - principalmente ai fondi pensione del paese, in cui gli Olandesi hanno messo via via da parte grandi somme per la pensione.

Giovani famiglie come i Scheepens, che hanno acquistato una casa in questi ultimi anni, ora possono solo sperano di mantenere almeno i loro posti di lavoro. Benché la casa bifamiliare abbia perso valore, riescono ancora a pagare le rate mensili.

Ma i tagli stanno arrivando, sempre più vicini. Un loro vicino di casa ha recentemente perso il lavoro, e le persone istruite non riescono più a trovare lavoro. "Non si vede la fine della crisi", dice Scheepens.


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