lunedì 6 maggio 2013

COME USCIRE DALLA DIPENDENZA DEL DENARO

Ho sempre ritenuto bizzarro il tema denaro, un po come il riconoscimento di sé, di chi siamo: viviamo spesso abitudinariamente nella società che ci viene offerta/imposta, pensando che sia normale, senza mai porci quelle domande esistenziali che portano inevitabilmente a chiedersi: che senso ha tutto questo? Cos’è la vita? Chi sono io? Come disse Shakespeare, ignorare quello di cui dovremmo essere più certi.


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Perché accomuno questo con il tema denaro? Beh, miliardi di persone cercano in ogni modo di sopravvivere procurandosi denaro, mentre altri corrono come matti per cercare di accumularne sempre di più, ma nel 90% dei casi quando chiedo alle persone cosa è il denaro, rispondono in maniera errata. E’ un paradosso che fa ridere, tutti ne parlano, coinvolge la vita di tutti in un modo o nell’altro, il suo significato all’interno dell’economia viene dato per scontato, quando in realtà non lo è. La maggior parte della gente non sa cosa è il denaro e di conseguenza è succube dell’impiego che viene esercitato tramite di esso da una cerchia ristretta di persone che lo creano dal nulla e lo manovrano a loro piacimento da tanto, tanto tempo.

 
Non è forse bizzarro? Viene toccato, scambiato, cercato e procurato da quasi ogni persona su questo pianeta tutti i giorni e il 90% (forse di più) della gente non sa cosa è, e che ruolo ha all’interno dell’economia. Va da sé che il primo passo fondamentale è comprendere la natura del denaro e lo scopo che ha nella società attuale.
Partendo dal fatto che ciò di cui abbiamo bisogno per vivere sono beni e servizi, il denaro è un mezzo di semplificazione per lo scambio di beni e servizi. E’ un concetto mentale, una valuta a cui attribuiamo un valore e che accettiamo in quanto consapevoli di poterla scambiare nuovamente con beni e servizi di cui abbiamo necessità.
Nel baratto ad esempio lo scambio è diretto, senza alcun mezzo di semplificazione. Questo sistema è però poco funzionale per il sistema economico attuale, perché rende difficilmente quantificabile ad esempio per un coltivatore valutare quanti pomodori servono per comprare un trattore, quando il venditore del trattore non ha bisogno di così tanti pomodori. Nasce così l’esigenza di un mezzo di semplificazione per lo scambio, un concetto mentale a cui appunto attribuiamo un determinato valore che poi viene trasferito su un metallo come oro ed argento, su un pezzo di carta o addirittura con un numero su un monitor di un computer. Niente di più, niente di meno.
Come potremmo gestire questo mezzo di semplificazione dello scambio affinché sia sostenibile e funzionale per la società?
Semplice, lo stato di cui il popolo è sovrano, dovrebbe erogare moneta solo a corrispettivo dei beni prodotti e dei servizi svolti, coprendoli mediante il parallelo incremento della ricchezza reale che riceve in cambio, per cui il potere di acquisto del denaro rimane invariato, dato il parallelo incremento del denaro e della ricchezza reale. In questo modo non esisterebbero debito pubblico, inflazione e tasse.
Cosa è successo però?
L’emissione del mezzo di semplificazione per lo scambio è stato regolato e manovrato nel tempo da un piccolo gruppo di banchieri, ovvero dei falsari che tramite politici e magistrati corrotti hanno creato delle leggi affinché diventassero proprietari delle banche centrali e fossero loro gli unici ha poterlo creare dal nulla (al costo dell’inchiostro e della carta) emettendolo a debito verso gli stati, ovvero con un interesse che non può essere restituito in quanto non presente sul mercato. Ad esempio, io sono il proprietario di una banca centrale ed emetto per la prima volta al mio piccolo popolo di 10 persone 1000 euro, suddiviso in 100 euro a testa, applicando sopra un interesse annuale dell’1%. Ciò significa che l’anno successivo dovrebbero riportarmi 101 euro a testa. Adesso sorge una domanda spontanea: come fanno a riportarmi in totale 1010 euro se sul mercato ne sono presenti solo 1000? Semplice, si crea un “debito pubblico” di 10 euro su soldi che non esistono, che per i proprietari delle banche centrali è invece un credito. Lo stato dovrà chiedere a breve nuovamente denaro in prestito per coprire i debiti creati in maniera fittizia, denaro che nuovamente verrà erogato con interesse, creando un sistema che va fino all’infinito, un cane che si morde la coda insomma. Non a caso attualmente ogni stato ha debito pubblico e ci sono più di 60 trilioni di dollari di debito nel mondo verso nessuno, o meglio, verso i falsari proprietari delle banche centrali. Da questo sistema nascono di conseguenza l’inflazione, le tasse e tutti quei prodotti finanziari che servono ad oscurare il più possibile questa truffa a danno delle persone. In questo modo questi proprietari bancari (Rothschild, Rockfeller e Morgan in primis) diventano i proprietari di beni e risorse primarie del pianeta tramite debiti non pagati da stati, aziende e persone, utilizzando le banche centrali a danno degli stati e le multinazionali di loro proprietà a danno delle aziende, per comprarle o distruggerle. Questo è ciò che sta succedendo con la famigerata “globalizzazione”, grazie al gentile aiuto di politici e magistrati al loro servizio. In questo modo loro diventano i “proprietari” di beni e risorse che realmente sono necessarie per la nostra sopravvivenza.
La causa di tutto ciò è in primis la nostra ignoranza collettiva che non solo permette a loro tutto questo, ma li supporta in concetti truffaldini come tasse, debito pubblico, ecc. Quante volte ho sentito dire che il problema dell’Italia sono gli evasori fiscali; viene realmente da riderci su. Tutto questo succede a causa di una programma mondiale di disinformazione esercitata dagli apparati educativi e dai mass media in combutta con il piano di controllo planetario da parte di questa piccola cerchia di banchieri. Avete mai sentito parlare di signoraggio in televisione, a scuola o all’università? E’ un fenomeno veramente raro.
Per comprendere in maniera più dettagliata il signoraggio primario e secondario e la conseguente  creazione del debito, trovate un paio di link in fondo all’articolo.
Adesso arriviamo al punto! Come uscire dalla dipendenza della moneta?
Non possiamo uscirci individualmente. La base di ogni economia è l’interdipendenza dell’essere umano nello scambio di beni e servizi necessari per il nostro approvvigionamento e vivere quotidiano.
Questo non significa che bisogna aspettare che siano le istituzioni o un partito politico a farci uscire, anche perché potremmo probabilmente aspettare un cambiamento che non arriva mai fino a chiudere definitivamente i nostri occhi. E’ necessario un gruppo di persone con lo stesso intento, con la stessa idea di vita più sostenibile ed armonica con la natura che ci circonda.
E’ stato creato un sistema che porta le persone al sentirsi separate le une dalle altre, separate dagli animali, dagli alberi, dalle forme di vita che abitano come noi in questo pianeta. Attualmente ci ritroviamo a vivere in una società che trasforma il futile in indispensabile e l’indispensabile in futile. Adesso è più importante far crescere il PIL di un paese che salvaguardare l’acqua, la terra e le foreste che ci forniscono ciò che realmente abbiamo bisogno per vivere.
La gente viene portata fin dall’istruzione primaria lontana da se stessa attraverso un protocollo di regole societarie, fino ad essere schiave di questo sistema creato dalle stesse persone che controllano il denaro e che a loro volta sono vittime di se stesse, ovvero di una vita dominata dalla paura e dalla mancanza, forse non materiale ma sicuramente esistenziale.
Uscire da questo gioco è facile e difficile allo stesso tempo. Facile dal punto di vista strutturale: è necessario trovare un gruppo di persone che la vede come te e che vuole crearsi una realtà sostenibile ed armonica, in cui i beni primari alimentari ed energetici vengono prodotti in maniera indipendente dal sistema, scambiando tali beni e servizi con un mezzo di semplificazione equo e sostenibile per tutti, riportando il denaro o cosa per esso al proprio significato originario: un semplice mezzo per facilitare lo scambio. Con le persone giuste e un po di sano e divertente lavoro è un obbiettivo non difficilmente raggiungibile a livello di piccoli gruppi. Ci sono molti eco-villaggi ad esempio che stanno pian piano dirigendosi verso questa realtà.
Difficile a livello umano, almeno per lo stato di consapevolezza attuale dell’essere umano. Le relazioni umane sono spesso difficili in ambienti societari convenzionali come in eco-villaggi con un’idea di sostenibilità più ampia. Forse è nella natura dell’essere umano trovare l’armonia tramite il conflitto, ma spesso molti bei progetti “falliscono” miseramente proprio a causa dei conflitti che si instaurano fra le persone: gelosia, mancanza di riconoscenza, potere, ecc.
E’ necessaria consapevolezza, sia nello scegliere il gruppo di persone più idoneo a sé, sia per sapere accogliere le emozioni negative all’interno di sé e del gruppo. Questo riporta come tutte le cose una volta scandagliate nel profondo, all’aspetto umano per eccellenza: il riconoscimento di sé e la conseguente relazione che si crea fra le differenti forme di vita presenti.
E’ necessaria quella consapevolezza che ti fa riconoscere che l’altro non è nient’altro che un riflesso di te, di questa sorgente primaria da cui ogni cosa appare e scompare. In questo vedere qualsiasi conflitto viene accettato ed accolto in quanto riconosciuto come un’opportunità di crescita. In questo vedere si va al di là dell’apparente “altro”, riconoscendo il simbolo generatore dell’azione che porta una forma di vita ad agire in una determinata maniera. E come detto in precedenza, ogni simbolo  generatore di un’azione di qualsiasi forma di vita compare e scompare in te, in questa sorgente primaria, in questa consapevolezza che non può essere definita in nessun modo.
Nel riconoscimento che tutto è un movimento unico di questa consapevolezza, il polo negativo della vita non scompare, perché è anch’esso parte fondamentale della creazione, come il polo positivo, senza uno non potrebbe esserci l’altro. Sono entrambi necessari affinché la realtà da noi percepita sia in essere, ma ad ogni modo qualcosa cambia in come questi poli vengono vissuti. Nel riconoscimento di sé non si è più schiavi delle emozioni che generano sia piaceri che conflitti, ma si vivono nella loro totalità senza esserne allo stesso tempo posseduti. E’ un qualcosa che non può essere compreso razionalmente, ma vissuto, colto nell’esperienza diretta di vita.
In questo riconoscimento siamo in grado di creare un mondo stracolmo di abbondanza e benessere, in una maniera totalmente impensabile per il modello abitudinariamente concepito di società dalla maggior parte delle persone. Attualmente siamo sul sentiero verso questo riconoscimento e tutti questi eventi globali di guerra ed instabilità non sono nient’altro che un ulteriore dito rivolto verso la strada di casa.
Tornando al tema denaro come mezzo di scambio, condivido con voi cinque principi fondamentali che ho appreso nella mia esperienza di vita, che forse possono in qualche modo aiutarvi:
1. Il denaro è energia, è una semplice forma di scambio energetico come il baratto e l’amore, non è un qualcosa di statico e solido che puoi ottenere solo mediante i metodi convenzionali offerti dalla società, come ad esempio la propria attività lavorativa. Esso può arrivare in qualsiasi sorprendente occasione attraverso le più disparate possibilità.
2. Quando sei sicuro che devi fare una cosa, il denaro necessario o la situazione ideale per farla arriva sempre. La vita va oltre il concetto del denaro o di una valuta che funge per esso.
3. Non usare il denaro come una scusa per non fare una cosa, se quella cosa la vuoi fare veramente, la fai. Anche la creatività dell’essere umano va oltre il concetto del denaro. :)
4. Sei tu la sorgente del denaro, è difficile da spiegare, ma basta questo per comprendere che esso non può essere un problema, ma un’altra forma di abbondanza.
5. In ogni caso, se proprio il denaro non fa per te ricorda che ci sono altre forme di scambio come il baratto e l’amore. Per baratto non s’intende solo lo scambio di beni ma anche di servizi, come il lavoro appunto. L’amore invece è tutta un’altra storia, ad esempio: quando un tuo caro è in ospedale non ti passa neanche per la mente di chiedergli del denaro per assisterlo giorno e notte, ecco questo è amore. Se per qualsiasi ragione tu fossi impossibilitato nell’assisterlo e il tuo caro avesse solo te come persona cara, è normale che  dovresti pagare qualcuno che lo assista. Come cambiano velocemente le cose quando c’è o non c’è l’amore. Se ogni persona facesse ciò che ama non esisterebbe più il denaro, ma solo l’amore. Io nel mio piccolo sono sicuro di una cosa: continuerei a fare il mio lavoro con il ritmo e con la musica anche se non mi pagassero più, lo faccio in primis per me, perché mi diverto. Non a caso sto scrivendo un articolo che verrà letto almeno da un migliaio di persone gratuitamente, pubblicato dal mio amico Dioni che lavora ogni giorno al suo blog gratuitamente, con una manciata di donazioni saltuarie. Se non ci fosse amore, beh, non saresti qui a leggere adesso. :) Per ora vedere un mondo che si scambia amore può apparire un sogno, ma tornando al denaro, per ora sognare non “costa” niente :) …e forse se ti guardi attorno riesci già vedere lo scambio di amore in tutto ciò che c’è, anche nell’apparente dramma, nell’apparente negativo. E’ proprio questo il bello della vita, e per questo vale la pena viverla: è al di sopra di ogni concetto mentale, incluso quello di un “me” e un “te”.
Con amore,
Dharma Cristiano Botti
p.s. io amo molto leggere i commenti sia positivi che negativi al mio articolo, quindi se vuoi non esitare. Mi aiutano sempre in qualche modo a crescere attraverso la condivisione di “altri” punti di vista. :)
Fonte: http://www.dionidream.com/come-uscire-dalla-dipendenza-del-denaro/#more-4583

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