In un recente articolo il ricercatore Dane Wigington
osserva: "Anche coloro che hanno orchestrato questi programmi ora si
stanno rendendo conto che non possono controllare la bestia che hanno lasciato
uscire dalla gabbia. Ad esempio, ora stanno cercando disperatamente di
riformare la coltre di ghiaccio nell'Artico, dopo che si è quasi del tutto
sciolta”.
l
Che alcuni contraccolpi della Geoingegneria clandestina
siano sfuggiti al controllo degli stessi satrapi del tempo è possibile.
Tuttavia è difficile che le menti perverse dietro a questi abomini siano
davvero preoccupate del trambusto atmosferico provocato. Il loro motto è pur
sempre “ab chaos ordo”, un motto che vale non solo in un contesto politico e
socio-economico ma pure in quello climatico-ambientale.
Tra l’altro sembra
proprio che i geoingegneri usino il tempo in modo scientifico: siccità ed
alluvioni si avvicendano in modo mirato al fine di causare il maggior nocumento
possibile ad una già prostrata agricoltura e ad un turismo in affanno. Forse la
belva è scappata dalla gabbia, in quanto la gabbia è stata lasciata aperta a
bella posta. Tra l’altro, se gli interventi fossero interrotti, nell’arco di
poco tempo i biomi recuperebbero almeno in parte la loro omeostasi, una
relativa stabilità. Purtroppo ciò non avviene, anzi.
Quando additiamo i vertici militari come i responsabili
delle scelleratezze che insanguinano il pianeta, non siamo lontani dal vero.
Basti pensare a tutte le atrocità perpetrate nei teatri di guerra (Iraq,
Afghanistan, Serbia, Kosovo, Libia, Libano, Siria…) ai danni spesso della
popolazione civile, all’uso di ordigni nei poligoni (il caso di Quirra è
tristemente famoso), alle basi costruite ed ampliate in spregio dei cittadini e
dell’Italia, colonia di Stati Uniti e Vaticano. Poi qualcuno riscopre un
patetico orgoglio nazionale per difendere i due fucilieri del Battaglione San
Marco accusati di aver ucciso dei pescatori in India. Di là dal caso umano e
dalle reali responsabilità ancora da stabilire, non si deve dimenticare che i
due marò sono comunque dei soldati, ossia non propriamente dei filantropi, ma
individui inquadrati ed indottrinati, con una forma mentis che è quanto di più
inumano si possa immaginare. Non sarebbe opportuno rispolverare l’amor patrio
di fronte all’usurpazione di sovranità compiuta dai potentati internazionali?
Eppure, ribadita l’inappellabile condanna nei confronti
degli eserciti, intesi come negazione assoluta della civiltà, dobbiamo
sottolineare che i militari stessi sono strumentalizzati da qualcuno che sta
più in alto.
Fatalità… il bario utile nell’ambito di operazioni belliche,
poiché crea dei corridoi elettromagnetici nell’atmosfera, idonei
all’intercettazione di missili ed al rilevamento di bersagli, è lo stesso
elemento alla base della modificazione genetica in atto. Si è creata dunque una
mortale convergenza: il bario che consente di ottenere delle configurazioni
elettroniche tridimensionali del campo di battaglia (vedi il Progetto R.F.M.P.
– V.R.T.P.E.) nel contempo aggredisce il D.N.A., inducendo delle mutazioni
degenerative. Le scie chimiche sono dunque un’arma a doppio taglio.
I militari sono blanditi, giacché vengono offerti loro i
mirabolanti e distruttivi ritrovati della tecnologia più avveniristica, ma essi
stessi sono ingannati in quanto per lo più esecutori di un progetto infame
ideato da chi non esiterà a sbarazzarsi, prima o poi, anche di loro. Alla
masnada di ebeti violenti non sarà concesso neppure l’onore delle armi. Non è
casuale: i fucilieri cui sopra si accennava, Girone e La Torre, sono stati
sfruttati per la campagna elettorale e poi rimandati in India.
http://www.tankerenemy.com/2013/05/convergenza.html
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