di Gianni Lannes
La normativa emanata dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) non lascia dubbi. Infatti, secondo l’Agenzia per la promozione del nucleare civile la logica non è più di tollerare per un periodo limitato una dose di radioattività nel caso di incidente grave, ma di autorizzare definitivamente la presenza di inquinanti radioattivi in tutti gli elementi destinati al genere umano.
Trattandosi di sostanze notoriamente cancerogene e
mutagene, l’AIEA non poteva tacere sulla questione dei rischi. Di fatto la nuova
direttiva qualifica gli alimenti la cui radioattività non supera i limiti
descritti come “sicuri per la consumazione umana”.
Il problema sorge quando si verificano i
calcoli tecnici: le dosi di rischio fissate
dall’AIEA superano da 100 a 2000 volte la soglia ritenuta accettabile dai
tecnocrati internazionali. Non siamo più nell’ambito della soglia di rischio irrilevante,
ma bensì a livelli di pericolo decisamente inaccettabili.
La frase del documento normativo secondo cui l’assunzione di alimenti contaminati al di sotto del limite fissato non rappresenta un rischio per un essere umano tralascia un dato fondamentale: ossia è vero solo nel caso in cui questo alimento contaminato non rappresenti più dello 0,1 per cento del totale dell’alimentazione della persona.
Ora bisogna sapere che questo 0,1% equivale a 10 grammi al giorno per un adulto e a meno di 2 grammi per un bambino. Un sensibile dettaglio che fa tutta la differenza. E che differenza alla voce effetti letali: malformazioni e morte.
Quando ci si rende conto che la nuova normativa non
prevede nessuna misura per garantire il rispetto di queste percentuali e che i
consumatori finali non possono distinguere il cibo in questione, si
comprende la perversità del sistema di potere dominante, al di sopra delle nazioni non più sovrane.
Con il nome in codice di ALINORM 04/27/12 la normativa
è stato approvata dalla Commissione del Codex
Alimentarius, una struttura dipendente dalla famigerata Organizzazione
Mondiale della Sanità e dalla FAO. Un particolare non trascurabile: è in vigore
dall’anno 2005.
i criminali del nuovo ordine mondiale |
Nel
frattempo, ben 8 anni di strana disattenzione di esperti, inclusa
Greenpeace, nessuno ha contrastato l’Organizzazione Mondiale del
Commercio, arrestando il passo al cibo “legalmente inquinato” dalla
contaminazione nucleare.
Ecco allora un sistema apparentemente legale per ridurre
drasticamente la popolazione mondiale: ovviamente secondo i dettami del Nuovo Ordine
Mondiale.
L’operazione di genocidio dell’umanità è iniziata
all’insaputa dell’opinione pubblica universale, su iniziativa dell’AIEA,
un organismo
delle Nazioni Unite preposto al controllo (si fa per dire!) del nucleare
militare ed alla promozione dle nucleare civile. Nel 2002 questa agenzia
terroristico-mafiosa rivolse alla commissione del Codex Alimentarius
una
domanda di revisione della normativa che regola il commercio di alimenti
contaminati da radiazioni. La commissione espresse parere favorevole
alla
revisione (in peggio) ed incaricò la stessa AIEA della stesura di un
nuovo
progetto di regole.
Risultato finale: tumore legalizzato a norma di
legge universale. Allora, che senso ha parlare di cura del cancro? La ricerca
medica, come ogni altra ormai, è finanziata, diretta e controllata dai mastodontici
interessi industriali. Chi detiene le leve speculative
della finanza ha interesse a sbarazzarsi al più presto di gran parte dell’umanità,
e non certo a ricercare le vere cause del cancro.
E
così si
continua a mangiare, respirare, bere e vivere in condizioni che
deliberatamente
provocano il cancro, senza neanche sfiorare le vere ragioni di queste
patologie. Di più e peggio: le Autorità che detengono il potere a
livello planetario decretano per legge la morte del genere umano.
C’è una sola cosa da fare per cambiare questa
condizione di schiavitù e questo destino: una rivoluzione popolare.
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