venerdì 17 maggio 2013

IL TERRORISMO DI BIG PHARMA





Guardate perfavore questi tre estratti dal film "Cancro le cure proibite": 
Ora sommate questi estratti, ed avrete come risultato una situazione paradossale, che è stata di recente sulle prime pagine di tutti i giornali: l'attrice Angelina Jolie si è fatta asportare ambedue i seni, e si appresta a rimuovere anche le ovaie, per ridurre il rischio di venire colpita dal cancro.


 
Questo episodio contiene talmente tante "follie" che è necessario andare con ordine per non perdere la bussola.

Prima di tutto, vediamo la "versione ufficiale" dei fatti. Secondo l'oncologia moderna la presenza di un gene mutato, chiamato BRCA1, aumenterebbe enormemente le probabilità di cancro al seno e alle ovaie, nelle donne prima della menopausa. Mentre il 12% delle donne in generale viene colpito dal cancro al seno nel corso della sua vita - dicono le statistiche - la percentuale salirebbe al 60% per le donne che hanno il gene BRCA1 mutato, o "difettoso".
Angelina Jolie ha spiegato la sua scelta in prima persona, ...


... in un lungo articolo sul New York Times intitolato "Le mie scelte mediche". Siccome sua madre era morta per un cancro al seno - ha raccontato la Jolie - quando lei ha saputo di avere il gene mutato ha deciso di ricorrere alla mastectomia totale, come forma di prevenzione. Le avevano detto infatti che in quel modo le sue probabilità di venire colpita dal cancro al seno, che per lei erano addirittura dell'87%, si sarebbero ridotte al 5%. [Come possa venire il cancro al seno ad una donna che non ha più il seno è una cosa che rimane da chiarire, ma andiamo avanti]. A sua volta la Jolie aveva - secondo i dottori - il 50% di probabilità di avere un cancro alle ovaie, per cui si è decisa a togliere anche quelle.

Fin qui i fatti principali. Ora facciamo due riflessioni.

Come avete visto dal segmento n. 2, quello di arrivare ad una cura personalizzata, basata sulle caratteristiche genetiche di ciascun individuo, è un sogno che Big Pharma accarezza già da molti anni. E' quindi comprensibile come possano "spingere" magari oltre il lecito una tesi come quella del gene BRCA1 "difettoso", perchè rientra nella più ampia partita della "cura genetica per il cancro".

Ma, come loro stessi ammettono, "le ragioni che portano una cellula a riprodursi indiscriminatamente non sono ancora state comprese".

Quindi, "sanno" che il gene difettoso causa il cancro, ma non sanno che cosa faccia venire il cancro.

Ma come avrebbero fatto a stabilire il nesso fra gene difettoso e cancro al seno? Lo hanno fatto con le statistiche. Hanno analizzato un certo numero di donne col cancro al seno, nella cui famiglia ci fosse stata una forte incidenza di tumori, e hanno stabilito una certa percentuale in cui il gene mutato era presente anche nelle generazioni precedenti (era cioè di natura ereditaria).

Viene in mente la recente teoria secondo cui il vino fa venire il cancro. In quel caso avevano analizzato un numero x di malati di cancro, incrociandolo con un database di persone che consumano alcohol, e avena scoperto che "il consumo di 20 grammi of alcohol al giorno sarebbe responsabile di una percentuale fra il 26% e il 35% di decessi causati dal cancro".

Quello che forse i dottori si sono dimenticati di dire ad Angelina Jolie è quello che scrive lo stesso National Cancer Institute nella pagina dedicata al gene BRCA1: "Non tutte le donne della famiglia [esaminata] sono portatrici della mutazione, e non tutti i cancri in quella famiglia sono dovuti al gene mutato".

Inoltre, "siccome i membri della stessa famiglia condividono non solo una parte dei geni, ma anche spesso l'ambiente, è possibile che un grande numero di cancri all'interno di queste famiglie sia stato dovuto ad altri fattori genetici, oppure a fattori ambientali."

In altre parole, se hanno esaminato una famiglia che abitava vicino di Chernobyl, stai tranquillo che il cancro lo trovano anche al pappagallo di famiglia, che il gene BRCA1 non sa nemmeno cosa sia.

Il National Cancer Insititute conclude così la sua pagina informativa: "Di conseguenza, le stime di rischio basate su famiglie con tante persone colpite dal cancro non possono riflettere accuratamente i livelli di rischio per i portatori del gene difettoso nella popolazione generale. Inoltre, non vi sono dati disponibili di studi a lungo termine sulla popolazione generale che confrontino il rischio di cancro in donne che hanno il gene mutato con quello di donne che non hanno questa mutazione. Quindi le percentuali indicate più sopra sono stime che potranno cambiare man mano che altri dati diverranno disponibili."

Ecco quindi che la grande "certezza" con cui i dottori attribuivano ad Angelina Jolie un 87% di rischio si scioglie come neve al sole. Il tutto è basato sul nulla più assoluto, o al massimo su calcoli statistici molto approssimativi, e tutt'altro che dimostrabili.

Ma evidentemente, questo è stato sufficiente a terrorizzare l'attrice, la quale a sua volta, grazie alle pagine del New York Times, avrà scatenato il terrore in migliaia di altre donne, che ora temono di avere anche loro il gene mutato. Ma per queste donne la soluzione è già pronta: un bel test da $ 3000, che ti potrà dire se tu hai il BRCA1 difettoso oppure no. E poi naturalmente - nel caso risultasse difettoso - c'è già pronta una bella mastectomia totale da 50.000 $ a botta, nel caso tu voglia toglierti per sempre le tue preoccupazioni.

Problem, reaction, solution.

Per concludere, verrebbe da fare un ragionamento molto semplice: visto che le statistiche dicono (segmento video n. 1) che una persona su 20 veniva colpita dal cancro un secolo fa, una su 10 negli anni 70, ed una su tre al giorno d'oggi, questo significa che oggi le probabilità che ciascuno di noi ha di venire colpito dal cancro sono di circa il 33%.

A questo punto cosa facciamo? Cominciamo a tagliarci le balle per non rischiare che ci venga un cancro ai testicoli, a farci rimuovere i polmoni per evitare un fastidioso cancro al polmone, e poi già che ci siamo via anche il fegato, l'intestino, e magari anche il cervello, che tanto ormai non ci serve più?

In fondo, basterà che teniamo le braccia per lavorare, e le gambe per andare a tornare da casa, e potremmo vivere tutti contenti e felici, senza più avere la preoccupazione di venire colpiti un giorno dal cancro.

Massimo Mazzucco

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