Il Kirghizistan (kirg.
Кыргызстан) è uno Stato indipendente dell'Asia centrale.
Confina con Cina,
Kazakistan,
Tagikistan
e Uzbekistan;
non ha sbocco al mare.
di Silvano Agosti*
In Kirghisia nessuno lavora più di 3 ore al giorno e il
resto del tempo lo dedichiamo alla vita. Quando un qualsiasi cittadino compie
18 anni gli viene regalata un a casa.
E se qualcuno desidera fare l’amore, mette un piccolo fiore
azzurro sul petto in modo che tutti lo sappiano.
La corruzione politica si è azzerata perché in questo Paese,
chi appartiene all’apparato governativo, esercita il proprio ruolo in forma di
“volontariato”, semplicemente continuando a mantenere per tutta la durata del
mandato politico lo stesso stipendio che percepiva nella sua recedente
attività. Quando ho saputo che ogni realtà politica nasce da una forma di
volontariato, ho finalmente capito perché, ogni volta che vedo un
rappresentante del parlamento italiano parlare alla televisione, c’è qualcosa
sul suo volto che rivela un’incolmabile lontananza da ciò che sta dicendo…
Qui in Kirghisia, la possibilità di dedicare quotidianamente
alla vita almeno mezza giornata ha consentito la realizzazione di rapporti
completamente nuovi tra padri e figli, tra colleghi di lavoro e vicini di casa.
Finalmente i genitori hanno il tempo di conoscersi veramente
tra loro e di frequentare i propri figli.
I parchi sono ogni giorno ricolmi di persone e il traffico
stradale è oltre quattro volte inferiore, dato il variare degli orari di
lavoro.
Le fabbriche sono in attività produttiva continua, ma chi fa
i turni di notte lavora solo due ore. Già al terzo anno di questa singolare
esperienza è stato rilevato un fenomeno molto importante. Il consumo di droghe,
sigarette, alcolici è diminuito in modo quasi totale e i farmaci rimangono in
gran parte invenduti..
Certo, tutto ciò può sembrare incredibile a chi, come voi
cari amici, è costretto a credere che l’attuale organizzazione dell’esistenza
in occidente sia la sola possibile.
In Kirghisia, la gestione dello Stato, oltre a essere una
forma di volontariato, si esprime in due governi, uno si occupa della gestione
quotidiana della cosa pubblica, l’altro si dedica esclusivamente al
miglioramento delle strutture.
Ho fatto bene a decidere di rimanere in Kirghisia, e non me
ne andrò finché continuerò ad avere questa strana sensazione di vivere, qui,
all’interno di un sogno comune…
Voglio vivere la seconda metà della vita tra questa gente
serena, capace di ridare a ognuno il senso della sua preziosità. In fondo è
l’unica vita che ho. Né ormai vi scriverò più. Sapete abbastanza della
Kirghisia per informare chiunque che “esiste, nel mondo, il primo Paese in
grado di offrire all’essere umano ogni attenzione e rispetto”.
Ma, a chi dirlo? Al vento, forse, che porti ovunque queste
riflessioni, quasi fossero la voce stessa della natura.
* tratto dal volume:
Lettere dalla Kirghisia, Edizioni L'Immagine, Roma, 2005
Pensionato italiano??? In questo caso ti capisco, anche perchè il costo della vita in Kirghizistan e tre, quattro volte inferiore a quello italiano.
RispondiEliminaMagari il nome dell'autore.... che, se non sbaglio è Silvano Agosti, andrebbe messo.
RispondiEliminaC'è anche l'asterisco vicino al nome,forse sei tanto abituato all'anonimato che i nomi ti sfuggono.........si chiamano Lapsus ,chiedere a Freud
RispondiEliminaMa che paese è quello.... IL PARDISO?
RispondiEliminaNo non e' il paradiso.
RispondiEliminaLa so io la verita'.
Dovete sapere che in centro asia la marijuana cresce spontanea e il sign. Silvano Agosti si e' fatto tante di quelle canne che adesso scrive i suoi sogni.
Pero' devo dire che ha una bella fantasia (purtroppo la realta del Kirghizstan e' ben diversa)