Il World Gold Council ha chiesto all'Italia di usare le sue 2.000
tonnellate d’oro per mitigare i dettami di austerità imposti
dall’Unione Monetaria Europea.
Utilizzando le sue riserve – le quarte per valore nel mondo - come garanzia di una prima tranche per le eventuali perdite degli obbligazionisti, l'Italia potrebbe raccogliere sul mercato dei capitali 400 miliardi di euro o giù di lì e potrebbe così decidere del proprio futuro, almeno per un pò.
L'Italia già lo fece nel 1974, quando chiese un prestito di due miliardi di dollari alla Bundesbank, usando il proprio oro come garanzia. Anche il Portogallo ha fatto la stessa cosa e prese un miliardo di dollari in prestito dalla Banca dei regolamenti internazionali (BRI) nel 1975-1977, e l'India che usò il suo oro per prendere un prestito dal Giappone nel 1991.
Una sondaggio congiunto della WGC - Ipsos ha rilevato che il 61% degli imprenditori italiani e il 52% del pubblico sosterrebbe questa idea e solo una piccola minoranza sarebbe contraria.
Il rapporto dice:
Con l'Italia che deve ancora affrontare importanti sfide finanziarie, il patrimonio dello Stato - come ad esempio le riserve d'oro - costituisce una possibilità per conquistarsi un certo spazio vitale.
Un debito sovrano garantito con "obbligazioni auree" costituirebbero un debito sostenuto da garanzie reali come l’oro. In questo modo utilizzando una parte delle riserve auree, gli Stati sovrani possono ottenere prestiti con minori interessi, senza (eventualmente) dover vendere un’oncia del loro oro.
L'uso dell’oro aiuterebbe i governi sovrani a riconquistare la fiducia dei mercati obbligazionari a costi di finanziamento più bassi. Le nazioni potrebbero aumentare tra quattro e cinque volte il valore delle loro riserve in oro - un prestito obbligazionario garantito al 20% con oro potrebbe raccogliere fondi sufficienti per coprire circa l'80% del rifinanziamento di cui ha bisogno l'Italia per due anni.
In questo modo si potrebbe attendere più serenamente che la crescita prenda piede. Si potrebbe abbassare il livello del debito sovrano senza far aumentare l'inflazione e si darebbe all’Italia tempo e risorse per lavorare su riforme e rilancio dell'economia. Utilizzando l'oro per emettere titoli di debito sovrano si otterrebbe una maggiore flessibilità senza infierire oltre con l’austerità.
Questo è esattamente il modo di pensare che dovrebbe attecchire negli Stati occupati dall’Unione Monetaria Europea, e l'Italia è sotto occupazione da quando la BCE ha effettivamente rovesciato il governo eletto con il colpo di Stato del novembre 2011 - con la complicità attiva del Presidente Napolitano, un ex stalinista che ha poi trasferito la sua mania ideologica nel Progetto dell’Unione Europea. Questo disegno (con-l-oro-di-bankitalia-possiamo-emettere-bond-400-miliardi) è stato presentato, lo scorso ottobre, da Alessandro di Carpegna Brivio amministratore delegato della Camperio Sim.
Comunque, basterebbe che il nuovo premier Enrico Letta dicesse all’Europa di andare a buttarsi a fiume, perché la "reflazione (inflazione che unita alla recessione viene indicata in modo contratto col termine di reflazione) se avvenisse in un solo paese violerebbe le regole dell'UEM”.
Ma è altamente improbabile che Mr. Letta lo faccia. E’ un figlio del Progetto UE – letteralmente - visto che è cresciuto a Strasburgo e che si è formato nell'entourage di Prodi e di Andreotti.
La sua voglia di crescita è priva di significato come l’impegno di Hollande nel rilanciare la crescita in Francia. Hollande in realtà ha fatto il contrario. Con la sua politica fiscale Hollande sta tentando di far contrarre il PIL di quest'anno del 2%, in modo anticiclico durante una recessione, perché è così intriso del suo europeismo che non se la sente di mandare al diavolio i sapientoni di Bruxelles e di Francoforte (anche se qualcuno del suo Partito Socialista vorrebbe farlo).
La mia preoccupazione è che il piano del World Gold Council vorrebbe semplicemente puntellare l’impalcatura di questa impraticabile Unione il più a lungo possibile, per poi lasciare l'Italia ancora più vulnerabile, dopo essersi giocata anche la sua ultima carta.
Nemmeno questa strategia comunque risolverebbe il problema fondamentale di una Italia che ha perso costantemente competitività sul costo del lavoro per quindici anni. Tentare un recupero in questo campo con una "svalutazione interna" sarebbe molto distruttivo e sarebbe una dura prova per la coesione sociale che potrebbe arrivare fino al punto di rottura.
Quello che dovrebbe fare l'Italia sarebbe dire alla Germania che non continuerà ad essere un membro dell'UEM a meno che il Nord non “si riadegui-reflettendo ” con una "rivalutazione interna" che riporti il divario NORD-SUD a valori accettabili. In questo caso l’Italia potrebbe anche usare le sue riserve d'oro per rendere questa minaccia veramente credibile.
La Germania dovrebbe sapere che l'Italia ha tutti i mezzi per stabilizzare il mercato obbligazionario appena liberatasi dai cappi dell’Europa. L'Italia è perfettamente in grado di farlo - e, a mio parere potrebbe averne grossi benefici - in quanto ha un avanzo di bilancio primario del 2.5% del PIL e non si troverebbe ad affrontare nessuna crisi di finanziamento.
Ci sarebbe allora da capire se la Germania ha più da guadagnare o più da perdere dal non opporsi alla conclusione di un affare di questo genere.
Aspettiamo che l’Imperatore del Sacro Romano Impero venga a Canossa.
Ambrose Evans-Pritchard
Fonte: http://blogs.telegraph.co.uk
Utilizzando le sue riserve – le quarte per valore nel mondo - come garanzia di una prima tranche per le eventuali perdite degli obbligazionisti, l'Italia potrebbe raccogliere sul mercato dei capitali 400 miliardi di euro o giù di lì e potrebbe così decidere del proprio futuro, almeno per un pò.
L'Italia già lo fece nel 1974, quando chiese un prestito di due miliardi di dollari alla Bundesbank, usando il proprio oro come garanzia. Anche il Portogallo ha fatto la stessa cosa e prese un miliardo di dollari in prestito dalla Banca dei regolamenti internazionali (BRI) nel 1975-1977, e l'India che usò il suo oro per prendere un prestito dal Giappone nel 1991.
Una sondaggio congiunto della WGC - Ipsos ha rilevato che il 61% degli imprenditori italiani e il 52% del pubblico sosterrebbe questa idea e solo una piccola minoranza sarebbe contraria.
Il rapporto dice:
Con l'Italia che deve ancora affrontare importanti sfide finanziarie, il patrimonio dello Stato - come ad esempio le riserve d'oro - costituisce una possibilità per conquistarsi un certo spazio vitale.
Un debito sovrano garantito con "obbligazioni auree" costituirebbero un debito sostenuto da garanzie reali come l’oro. In questo modo utilizzando una parte delle riserve auree, gli Stati sovrani possono ottenere prestiti con minori interessi, senza (eventualmente) dover vendere un’oncia del loro oro.
L'uso dell’oro aiuterebbe i governi sovrani a riconquistare la fiducia dei mercati obbligazionari a costi di finanziamento più bassi. Le nazioni potrebbero aumentare tra quattro e cinque volte il valore delle loro riserve in oro - un prestito obbligazionario garantito al 20% con oro potrebbe raccogliere fondi sufficienti per coprire circa l'80% del rifinanziamento di cui ha bisogno l'Italia per due anni.
In questo modo si potrebbe attendere più serenamente che la crescita prenda piede. Si potrebbe abbassare il livello del debito sovrano senza far aumentare l'inflazione e si darebbe all’Italia tempo e risorse per lavorare su riforme e rilancio dell'economia. Utilizzando l'oro per emettere titoli di debito sovrano si otterrebbe una maggiore flessibilità senza infierire oltre con l’austerità.
Questo è esattamente il modo di pensare che dovrebbe attecchire negli Stati occupati dall’Unione Monetaria Europea, e l'Italia è sotto occupazione da quando la BCE ha effettivamente rovesciato il governo eletto con il colpo di Stato del novembre 2011 - con la complicità attiva del Presidente Napolitano, un ex stalinista che ha poi trasferito la sua mania ideologica nel Progetto dell’Unione Europea. Questo disegno (con-l-oro-di-bankitalia-possiamo-emettere-bond-400-miliardi) è stato presentato, lo scorso ottobre, da Alessandro di Carpegna Brivio amministratore delegato della Camperio Sim.
Comunque, basterebbe che il nuovo premier Enrico Letta dicesse all’Europa di andare a buttarsi a fiume, perché la "reflazione (inflazione che unita alla recessione viene indicata in modo contratto col termine di reflazione) se avvenisse in un solo paese violerebbe le regole dell'UEM”.
Ma è altamente improbabile che Mr. Letta lo faccia. E’ un figlio del Progetto UE – letteralmente - visto che è cresciuto a Strasburgo e che si è formato nell'entourage di Prodi e di Andreotti.
La sua voglia di crescita è priva di significato come l’impegno di Hollande nel rilanciare la crescita in Francia. Hollande in realtà ha fatto il contrario. Con la sua politica fiscale Hollande sta tentando di far contrarre il PIL di quest'anno del 2%, in modo anticiclico durante una recessione, perché è così intriso del suo europeismo che non se la sente di mandare al diavolio i sapientoni di Bruxelles e di Francoforte (anche se qualcuno del suo Partito Socialista vorrebbe farlo).
La mia preoccupazione è che il piano del World Gold Council vorrebbe semplicemente puntellare l’impalcatura di questa impraticabile Unione il più a lungo possibile, per poi lasciare l'Italia ancora più vulnerabile, dopo essersi giocata anche la sua ultima carta.
Nemmeno questa strategia comunque risolverebbe il problema fondamentale di una Italia che ha perso costantemente competitività sul costo del lavoro per quindici anni. Tentare un recupero in questo campo con una "svalutazione interna" sarebbe molto distruttivo e sarebbe una dura prova per la coesione sociale che potrebbe arrivare fino al punto di rottura.
Quello che dovrebbe fare l'Italia sarebbe dire alla Germania che non continuerà ad essere un membro dell'UEM a meno che il Nord non “si riadegui-reflettendo ” con una "rivalutazione interna" che riporti il divario NORD-SUD a valori accettabili. In questo caso l’Italia potrebbe anche usare le sue riserve d'oro per rendere questa minaccia veramente credibile.
La Germania dovrebbe sapere che l'Italia ha tutti i mezzi per stabilizzare il mercato obbligazionario appena liberatasi dai cappi dell’Europa. L'Italia è perfettamente in grado di farlo - e, a mio parere potrebbe averne grossi benefici - in quanto ha un avanzo di bilancio primario del 2.5% del PIL e non si troverebbe ad affrontare nessuna crisi di finanziamento.
Ci sarebbe allora da capire se la Germania ha più da guadagnare o più da perdere dal non opporsi alla conclusione di un affare di questo genere.
Aspettiamo che l’Imperatore del Sacro Romano Impero venga a Canossa.
Ambrose Evans-Pritchard
Fonte: http://blogs.telegraph.co.uk
Sono convinto che nei progetti dei Panificatori della Terra non sia prevista la salvezza dell'Italia nel rispetto delle sue autonomie. E sono convinto, anche, che molto oro se lo sia venduto Monti a nostra insaputa. Tanto lui non è italiano.
RispondiEliminaSecondo me l'ha dato alla Merkel!
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