sabato 15 giugno 2013

CARCERI, ECCO IL COMMA SALVA-B: SCONTERÀ LA PENA CON LA PASCALE? (GIANNI BARBACETTO).

L’EMENDAMENTO : SOLTANTO DOMICILIARI PER CONDANNE INFERIORI A SEI ANNI.
L’emendamento-Arcore è stato depositato ieri in Parlamento dal sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri. Si potranno scontare a casa, e non in cella, pene per delitti puniti con pena massima fino a 6 anni. È una delle proposte del governo Letta per alleggerire il sovraffollamento delle carceri italiane. “Ma così finirà che in cella resteranno solo gli extracomunitari, perché non hanno un domicilio o un’abitazione adeguata”, commenta a caldo un magistrato milanese. 

Niente più carcere per le truffe, l’appropriazione indebita, l’abuso d’ufficio, il furto in abitazione, la ricettazione, i maltrattamenti sui bambini e perfino la detenzione di armi. Di certo non finirà in carcere Silvio Berlusconi, visto che il reato per cui è stato già condannato in appello (frode fiscale) ha come pena massima proprio 6 anni, come anche quello per cui potrebbe essere condannato in primo grado nelle prossime settimane (prostituzione minorile).Resta fuori dalla soglia soltanto l’altro reato contestato all’ex presidente del Consiglio nel processo Ruby: la concussione per induzione, pena massima 8 anni. È chiaro che, comunque vada, Berlusconi in cella non entrerà mai, perché ha 76 anni e il codice dispone che sopra i 70 anni si scontino le pene ai domiciliari. 


Ma certamente la soglia dei 6 anni è molto alta e salverà dal carcere i condannati per un gran numero di reati anche gravi. L’emendamento del governo prevede che “la reclusione presso il domicilio del condannato (o altro luogo di pubblico o privato di cura, assistenza e accoglienza) sia una vera e propria pena principale, stabilita dal giudice al momento della sentenza, e non più una misura alternativa qual è oggi considerata”.
NELL’ORIGINARIO ddl biparti-san, firmato da Donatella Ferranti (Pd) ed Enrico Costa (Pdl), era previsto che la detenzione domiciliare fosse possibile per reati sanciti fino a 4 anni di pena. Ora il governo ha innalzato la soglia fino a 6 anni. Fissando alcuni “paletti”: il governo viene infatti delegato dal Parlamento a “valutare la possibilità di escludere l’applicazione della reclusione presso il domicilio per singoli reati di grave allarme sociale, se puniti con pene non inferiori nel massimo a 4 anni”. I due relatori, Ferranti e Costa, hanno presentato una decina di emendamenti per ampliare anche la cosiddetta “messa alla prova”, ossia la sospensione del processo per reati puniti con non più di 4 anni, al fine di consentire all’imputato di accedere a un programma di rieducazione. La “messa alla prova” non può essere concessa “più di due volte, né più di una volta se si tratta di un reato della stessa indole”. Ora la parola passa al Parlamento, che dovrà discutere le proposte fin qui avanzate: da martedì, sarà la commissione Giustizia della Camera a votarle. Critica la Lega: “Invece di costruire nuove carceri e far scontare ai detenuti stranieri la pena nel proprio paese d’origine, il governo e la maggioranza hanno scelto di liberare i delinquenti dalle carceri”, dichiara Nicola Molteni, capogruppo del Carroccio in commissione Giustizia alla Camera. “Usciranno di prigione 4 mila detenuti e in un emendamento del governo è prevista la detenzione domiciliare per i delitti con pena fino a sei anni, ovvero per reati gravissimi. In pratica il governo e la maggioranza invitano i criminali a delinquere”. Rincara la dose Matteo Salvini, vicesegretario della Lega nord: “Pd e Pdl avranno sulla coscienza un’ondata di nuovi reati, morti e feriti compresi”.
Protesta anche Antonio Di Pietro: “Per risolvere il sovraffollamento delle carceri hanno trovato il solito sistema all’italiana, mettendo in libertà chi ha violato la legge. Così si offende la giustizia e chi è stato vittima degli atti criminali commessi da chi ora è detenuto”. Dure critiche arrivano anche da Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d’Italia il cui nome è rimasto attaccato, in passato, alla riforma della prescrizione (poi disconosciuta): “Il cosiddetto decreto svuotacarceri è peggio dell’amnistia”.
Da Il Fatto Quotidiano del 14/06/2013.

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