E adesso, quando la caduta dell’Euro è un fatto
matematicamente certo, i responsabili cominciano a fare passi di lato, tentando
di avanzare l’ipotesi di uno sbaglio in buona fede.
No, signori. I morti, le economie distrutte, il tessuto
sociale fatto a pezzi ce li ricordiamo e ce li ricorderemo ancora per molto
tempo.
Siete stati avvertiti più e più volte, ma avete proseguito
nello scempio.
Se ora invocate il perdono della storia, ebbene vi è negato.
Prima dovete pagare, perdendo tutto ciò a cui tenete a
partire dalla vostra libertà.
Del perdono ne riparliamo, certo. Ma una volta buttata via
la chiave della prigione in cui finirete i vostri giorni.
A presto, Signore e Signori.
Jervé
k
"My bad!" direbbero gli anglofoni, "Colpa
mia". Due semplici parole che nascondono una reazione molto complessa: si
riconosce l'errore commesso e si promette che non ricapiterà ma, allo stesso
tempo, non ci si vede come del tutto -volutamente- colpevoli e quindi
'soprassediamo' e 'non pensiamoci più'. Questo è quanto emerge dal documento
"strettamente confidenziale" del Fondo monetario internazionale,
letto dal Wsj, inerente il salvataggio della Grecia.
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'Abbiamo fortemente sottovalutato', sembra dire il succo del
discorso nel paper, 'i risvolti negativi delle misure di austerità che noi
stessi abbiamo imposto alla Grecia, a margine del piano di salvataggio'. Si è
tirata troppo la corda con Atene, insomma, creando strappi nel tessuto
economico ancora più profondi di quelli aperti dalla crisi stessa. E' il
paradosso, l'eccessiva dose di 'medicina' che intossica il paziente. La
condizionalità imposta alla Grecia è stata, oltre che irragionevole, anche
distruttiva: finalmente, anche se in maniera ufficiosa, il Fondo ammette le
proprie colpe. Il rapporto "strettamente confidenziale" in questione
porterebbe ad una tanto banale quanto importante conclusione: i futuri
ipotetici salvataggi NON seguiranno le linee guida imposte ad Atene. E meno
male.
Il paper parlerebbe di un salvataggio che comunque avrebbe
"dato più tempo all'area euro per costruire una cortina di protezione a
beneficio di altri Paesi vulnerabili, evitando effetti potenziali gravi per
l'economia globale" il tutto,
aggiungiamo noi, a spese della Grecia. La decisione del salvataggio greco è
stata, letteralmente, permeata dall'incertezza: i dubbi legati alla mossa erano
"così significativi che lo staff era incapace di garantire che il debito
pubblico fosse sostenibile con una elevata probabilità". La facciata ufficiale della vicenda, quella
che mostrava una convinta Lagarde parlare di un debito assolutamente
"sostenibile", era
-semplicemente- un gigantesco bluff: anche il Fondo navigava a vista in un
burrascoso mare -economico- immerso nella nebbia.
A quanto detto fino ad ora, poi, si aggiunga il colpevole
ritardo della ristrutturazione del debito greco nel 2012: quei due anni
passati, dal primo salvataggio da 110 miliardi di euro nel 2010, sono stati un
inutile (e deleterio) vantaggio dato alla Crisi. Una ristrutturazione
immediata, si ipotizza nel documento, sarebbe costata molto meno a tutta
l'Europa e avrebbe -potenzialmente- potuto arginare più efficacemente
quell'effetto domino tra le economie.
Sottovalutati i rischi (ed i danni) e sopravvalutata la
capacità di ripresa: questo è il sunto delle decisioni prese dal Fondo sul
'caso Grecia'.
Intanto Atene lotta con tutte le forze per riprendersi da
una grave crisi accentuata dal 'Dottor Tersilli' di turno che, dietro un
sorrisetto 'ingenuo', afferma candidamente: "Colpa mia!".
http://it.ibtimes.com/articles/50246/20130606/fmi-europa-grecia-salvataggio-errori-austerita-piani-documento-riservato.htm#ixzz2Vb7HzMzM
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