di Luca Sappino
Il duo Letta-Alfano vuole assegnare la delega di settore al sottosegretario Giorgetti. Che già l’aveva nell’esecutivo di B., considera l’allarme ludopatie ‘sovradimensionato’ e ha promesso agli impreditori novità che accolgano “le loro istanze”. E del resto anche il think thank lettiano ‘Vedrò’ è finanziato da Lottomatica e Sisal
Il duo Letta-Alfano vuole assegnare la delega di settore al sottosegretario Giorgetti. Che già l’aveva nell’esecutivo di B., considera l’allarme ludopatie ‘sovradimensionato’ e ha promesso agli impreditori novità che accolgano “le loro istanze”. E del resto anche il think thank lettiano ‘Vedrò’ è finanziato da Lottomatica e Sisal
io chi sono spesso il condimento della cronaca della crisi. La beffa: il vizio che ti toglie quel poco che ti resta, e che meno hai, più ti toglie: giocano il 47% degli indigenti, il 56% degli appartenenti al ceto medio-basso, il 66% dei disoccupati. E se la recessione accende i riflettori sul diffondersi delle ludopatie, è meno evidente che anche il Governo ha il vizio del gioco, e in regime di monopolio.
Il duo Letta-Alfano, con il ministro Saccomanni, è pronto ad assegnare la delega ai giochi al sottosegretario all’economia Alberto Giorgetti che stesso compito aveva nell’ultimo governo Berlusconi e che di giochi ne ha persino inventati di nuovi, perché l’importante è fare cassa. E far contenti gli operatori del settore.
Il duo Letta-Alfano vuole assegnare la delega di settore al sottosegretario Giorgetti. Che già l’aveva nell’esecutivo di B., considera l’allarme ludopatie ‘sovradimensionato’ e ha promesso agli impreditori novità che accolgano “le loro istanze”. E del resto anche il think thank lettiano ‘Vedrò’ è finanziato da Lottomatica e Sisal
Il duo Letta-Alfano vuole assegnare la delega di settore al sottosegretario Giorgetti. Che già l’aveva nell’esecutivo di B., considera l’allarme ludopatie ‘sovradimensionato’ e ha promesso agli impreditori novità che accolgano “le loro istanze”. E del resto anche il think thank lettiano ‘Vedrò’ è finanziato da Lottomatica e Sisal
io chi sono spesso il condimento della cronaca della crisi. La beffa: il vizio che ti toglie quel poco che ti resta, e che meno hai, più ti toglie: giocano il 47% degli indigenti, il 56% degli appartenenti al ceto medio-basso, il 66% dei disoccupati. E se la recessione accende i riflettori sul diffondersi delle ludopatie, è meno evidente che anche il Governo ha il vizio del gioco, e in regime di monopolio.
Il duo Letta-Alfano, con il ministro Saccomanni, è pronto ad assegnare la delega ai giochi al sottosegretario all’economia Alberto Giorgetti che stesso compito aveva nell’ultimo governo Berlusconi e che di giochi ne ha persino inventati di nuovi, perché l’importante è fare cassa. E far contenti gli operatori del settore.
La posizione di Giorgetti è elementare: «Il gioco d’azzardo esiste da
quando esiste l’uomo», ed è quindi velleitario pensare di vietarlo. «Il
primo esempio di gioco del lotto risale al 1731, riconosciuto dallo
Stato pontificio», spiega il sottosegretario. Esiste da sempre, dunque, e
non è poi neanche così sconveniente. «Lo Stato» è la conclusione di
Giorgetti «deve decidere se vuole governare i giochi o se, mettendosi i
paraocchi, vuole lasciarli esclusivamente alla criminalità organizzata».
Il ragionamento, in effetti, fila. E filerebbe quindi anche per droghe e
prostituzione, sempre che si riesca a trovare un precedente pontificio.E
per non lasciarlo alla criminalità organizza, lo Stato, negli ultimi
anni ha fatto di tutto per incentivare il settore: Giorgetti è solo
l’ultimo di una serie di attenti governanti. Dal 1997, quando vengono
introdotte le doppie giocate di Lotto e Superenalotto, è stato un
crescendo continuo. Se prima le occasioni di gioco erano tre a settimana
(totocalcio, lotto e scommesse ippiche), ora siamo 20 e più occasioni.
Possibilità di sfidare la Fortuna, sia essa nascosta in una slot machine, in un gratta e vinci, sotto i tavoli di una sala Bingo
o dentro il monitor di un computer. L’impulso è stato assolutamente
bipartisan (fu Pierluigi Bersani, ad esempio, ministro del governo
Prodi, ad aprire la strada alle sale Bingo e al poker online), e secondo
Matteo Iori, presidente del Conagga (il Coordinamento nazionale gruppi
per giocatori d’azzardo), è diretta conseguenza della generosità che le
aziende leader del settore hanno sempre dimostrato verso la politica.Nel
Governo Letta, per Iori, gli interessi del settore sono assai ben
rappresentati, merito anche del think tank del presidente Letta, Vedrò:
«Ben sette ministri» dice Iori «fanno parte di Vedrò, finanziata anche
da due multinazionali del gioco d’azzardo, Lottomatica e Sisal». Non
stupisce dunque la nomina di Giorgetti. Almeno non il deputato del
Movimento 5 stelle Endrizzi che, intervenendo in aula, alle parole di
Iori aggiunge: «Il ministro Bray è anche direttore della rivista
ItalianiEuropei già sostenuta da importanti contratti pubblicitari con
le industrie del gioco d’azzardo». «Nel nuovo governo» si chiedeva
Endrizzi «a chi andrà la delega dei giochi d’azzardo? Sarà forse scelto
il sottosegretatio Alberto Giorgetti?». Esattamente. Chi può occuparsene
meglio di colui che, con Berlusconi Premier, riuscì ad infilare nel
cosidetto “Decreto Abruzzo”, quello del terremoto, la nascita del nuovo
tormentone “Win for Life”, seguito poi dalle Lotterie al consumo, quelle
dove ti giochi il resto della spesa?
Qualcuno nella maggioranza storce il naso. Il deputato Pd Pippo
Civati, che però alla maggioranza non ha votato la fiducia, chiede di
«rivedere la decisione», perché «la delega a Giorgetti suona parecchio
stonata». Ma Giorgetti lavora già da tempo ed è lanciatissimo. Alle
accuse risponde a tono: «Non è vero che vogliamo mettere macchinette
ovunque, ma è dal gioco che il governo prende i fondi per affrontare le
emergenze».
Domenica mattina, dalle poltroncine di Coffe Break su La7, dopo un servizio sull’inarrestabile invasione delle sale slot nelle città, definisce «una campagna di demonizzazione» l’attenzione dei media sul settore. Conferma così quanto detto, quando rappresentava il governo Berlusconi, intervenendo all’Enada, la fiera internazionale sugli apparecchi da gioco: «trovo sconcertante che questo settore sia stato negli ultimi mesi sostanzialmente abbandonato a sé stesso» e «non è immaginabile che un settore sostanzialmente in regime di monopolio debba affrontare una campagna complessiva di denigrazione senza precedenti». Non gli parlate di ludopatia a Giorgetti, che dice «i numeri sono palesemente sovradimensionati rispetto all’impatto reale». In quell’occasione Giorgetti agli imprenditori aveva promesso: «Da qui ai prossimi mesi ci saranno tante novità, che sicuramente accoglieranno anche le vostre istanze». Sono fortunati, insomma.
Domenica mattina, dalle poltroncine di Coffe Break su La7, dopo un servizio sull’inarrestabile invasione delle sale slot nelle città, definisce «una campagna di demonizzazione» l’attenzione dei media sul settore. Conferma così quanto detto, quando rappresentava il governo Berlusconi, intervenendo all’Enada, la fiera internazionale sugli apparecchi da gioco: «trovo sconcertante che questo settore sia stato negli ultimi mesi sostanzialmente abbandonato a sé stesso» e «non è immaginabile che un settore sostanzialmente in regime di monopolio debba affrontare una campagna complessiva di denigrazione senza precedenti». Non gli parlate di ludopatia a Giorgetti, che dice «i numeri sono palesemente sovradimensionati rispetto all’impatto reale». In quell’occasione Giorgetti agli imprenditori aveva promesso: «Da qui ai prossimi mesi ci saranno tante novità, che sicuramente accoglieranno anche le vostre istanze». Sono fortunati, insomma.
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