giovedì 4 luglio 2013

LE ESCORT DELL’ITALIA GIUSTA


La magistratura dai due pesi e due misure.






 Dagospia, qualche giorno dopo aver pubblicato un articolo (riportato in fondo) su un giro di prostitute a Firenze a servizio "istituzionale" è stato casualmente attaccato da malware (così almeno google segnala). Oops, il partito che ha creato il gruppo "Se non ora quando" in onore delle donne "usate" dal bruto di Arcore usufruisce degli stessi servizi? Ricordate Tarantini? Eh no. La stampa in certi casi si sbriga ad archiviare. Almeno viva la sincerità del  Deputato Madia, che  si scaglia contro il suo Partito “Troppi delinquenti nel Pd”. La magistratura non sospetta.
Barbara

Firenze nel girone dei lussuriosi: dal fascicolo “Bella Vita” indagini e intercettazioni piccanti
Scritto da Redazione Infiltrato.it

Giovedì 27 Giugno 2013

Un faldone di 4mila pagine con indagini e intercettazioni (piccanti), interrogatori e appostamenti: la “Bella Vita” della lussuriosa Firenze è tutta racchiusa in quel fascicolo. Che rischia di avere effetti negativi anche sulla futura premiership dell’attuale Sindaco Renzi, seppur non coinvolto direttamente nello scandalo escort in comune.
La sceneggiatura potrebbe essere tranquillamente quella  degli scollacciati film degli anni ottanta, per intenderci i filmacci che vedevano protagonisti Lino Banfi, il compianto Renzo Montagnani e le varie Giovannone coscia lunga.
I personaggi ci sono tutti, da Adriana la escort regina, alla casalinga che confida all’amica “Mica faccio la puttana, tre o quattro volte in tutto e non più di mezzora alla volta”. Franchino il gioielliere che vende Rolex e “mi paghi quando puoi”, i fratelli tenutari degli alberghi di lusso dove, se sei conosciuto, ti prendono il documento d’identità ma non ti registrano; poi baristi, infermiere procaci e soprattutto assessori e funzionari del Comune di Firenze.
Storie boccaccesche tutte riportate nelle quattromila pagine di indagini e intercettazioni, interrogatori e appostamenti: il fascicolo Bella vita.
Ragazze reclutate dal catalogo Escortforum, contattate con un sms e messaggino di ritorno: Natascia ti aspetta alla tal ora nel tal posto, pagata con denaro pubblico.
Tutto rigorosamente all’insaputa delle istituzioni, che un minimo avrebbero dovuto vigilare,  prendiamo il povero assessore alla Mobilità della giunta Renzi, Mattei,  che poverino non sapeva che la sua amica da anni, Adriana la romena, disoccupata ma con un tenore di vita extralarge, “facesse quel mestiere”, però le aveva assegnato un  appartamento ad uso gratuito, per puro spirito di amicizia e chissà quanto ci è rimasto male quando Adriana e un suo collaboratore sono stati beccati nella stanza delle fotocopiatrici a Palazzo Vecchio, però non stavano facendo fotocopie.
Un duro colpo, tanto che Mattei si è dimesso per motivi di salute, tranquillizzando così moglie e figlia e magari pure il sindaco Renzi.


E le intercettazioni, la studentessa schifata “Ci si incontrava in quattro o più ed era uno scambio di figurine”, il fidanzato dell’infermiera “Fatti pagare di più”. La sveltina del professionista consulente del Comune “Una cosa veloce in macchina, con la bimba di ieri”.
Al telefono tutti parlavano a ruota libera, i fratelli Taddei, titolari degli alberghi di lusso, terminali del sito Escortforum, con sede in Slovacchia, il “capo puttaniere” l’orefice Franchino, che reclutava le ragazze e spiegava  loro che cosa dovevano fare, casomai non l’avessero capito
Anche le tariffe, non proprio alla portata di tutti: cinquecento euro, cena, auto, ragazza, escluso stanza d’albergo e qualsiasi extra da concordarsi in loco e in corso d’opera.
LEGGI DALLA FONTE ORIGINALE - Riccardo Castagneri su Articolotre.com
Infiltrato

Un bel giro di prostitute anche per D’Alema ma la Boccassini li’ dormiva…

by David Bonacchi 26.giu 2013

Tratto da: Imolaoggi
di Gianluca Vallerossa

Le escort, o prostitute, o puttane, che dir si voglia, hanno sempre frequentato i palazzi del Governo e del potere in generale ma, evidentemente, è scandaloso solo se a mignotte ci va Berlusconi, se ci vanno D’Alema e compagni, è tutto regolare, tutto lecito. Quando sono i “rossi” a concedersi i piaceri della carne a pagamento la zelante pm Ilda Boccassini evidentemente si distrae… Non possiamo tollerare questo continuo doppiopesismo di chi vive d’invidia e tenta di demonizzare e abbattere il nemico con ogni mezzo. Pubblichiamo qui di seguito un’interessantissima inchiesta de Il Giornale che dimostra come la prostituzione fosse diffusa a Palazzo Chigi e a Montecitorio anche quando il presidente del Consiglio era Massimo D’Alema e ciò non provocava la solerte reazione della magistratura.

Un giro di squillo esercitava pressioni su uomini vicini all’allora premier per ottenere favori e appalti pubblici. Persino con incontri hard alla Camera: “Offerti favori sessuali in cambio di forti benefici economici”.

 Appalti, squillo e festini a Palazzo. Sì, proprio dentro la Camera dei deputati. Nell’ufficio di un «personaggio importante», per dirla con l’ispettore della Squadra mobile che s’era subito mosso dopo la soffiata di una prostituta, una sua fonte. Lo sbirro della Buoncostume aveva scoperto che ben due squillo entravano a Montecitorio senza lasciare documenti all’ingresso e che dopo esser stata accolta da un «segretario», una di loro successivamente veniva fatta accomodare in una stanza dove di lì a poco si sarebbe «congiunta carnalmente» con un personaggio, all’epoca, definito «importante». Se sia lo stesso che ha anche convinto i commessi a non registrare il passaggio della escort, non lo sapremo mai visto che l’inchiesta nata sul finire del 1999 è abortita pochi mesi dopo con la condanna a un anno (previo patteggiamento) della sola maîtresse che organizzava gli incontri coi politici.

E proprio dalle carte di quell’inchiesta dimenticata escono ora le intercettazioni e i verbali delle escort che tirano in ballo i fedelissimi dell’ex premier Massimo D’Alema. Più informative della Squadra mobile di Roma che ribadiscono come la maîtresse R.F. contattasse «noti personaggi del mondo politico e di enti pubblici» al fine «di ottenere appalti o erogazioni in denaro» organizza per loro «incontri a sfondo sessuale». A mo’ d’esempio l’ex capo della Mobile, Nicolò D’Angelo, allega una lunga serie di conversazioni nella sua nota alla procura. A cominciare da quella del 29 settembre nella quale Vincenzo Morichini, fedelissimo del leader Ds, ex ad di Ina-Assitalia, parla con la maîtresse di una festa a casa di Franco Mariani (già dirigente pci, presidente dell’ente porto di Bari, dalemiano di ferro)».

«IO HO FATTO LA BRAVA MA… GLI AMICI SONO STATI CATTIVI»

La donna dice di averlo saputo direttamente la sera prima «dal suo amico Roberto» (De Santis, eminenza grigia dell’ex premier, azionista delle sale bingo, l’imprenditore che vendette la barca Ikarus a Baffino, ndr) intervenuto a una cena a casa di Franco dove erano presenti la maîtresse e due squillo. «Io ho fatto la brava bambina – ride la donna al cellulare – mentre Franco e Roberto con le mie amiche hanno fatto i cattivi… ». Solo il giorno prima la maîtresse aveva cercato di portare a casa un affare pubblicitario in corso con l’Ina-Assitalia, affare osteggiato a suo dire da Checchino Proietti (parlamentare Pdl, all’epoca segretario di Gianfranco Fini). Così chiama direttamente Morichini in ufficio: «Senti, quella lista sarà pronta per giovedì». A quel punto Morichini – scrive la polizia – «le comunica che vorrebbe scopare. Lui le dice che le ha risolto i problemi con la Banca di Roma e con l’Alitalia. R.F. gli rappresenta che se gli risolve i problemi, lei si metterà a “tappetino” con lui». In realtà i problemi con Alitalia persistono. Così la maîtresse pensa di sbloccare la questione dell’appalto del calendario Alitalia ricorrendo agli amici che contano.

«MA QUESTI SONO PAZZI A DIRE NO A D’ALEMA»

È decisa a far valere le sue amicizie importanti, e lo confessa candidamente al telefono: «Ma questi so’ pazzi, ma che stiamo scherzando? L’Alitalia che dice di no a D’Alema! Ma non esiste, non è possibile… ». Più avanti aggiungerà, sempre al telefono, che adesso «lei andrà con Franco (Mariani) ed Enzo (Morichini) dal direttore generale il quale dovrà dirle di no davanti a loro». Passano quattro giorni e Mariani richiama la donna dicendole che sta andando lui a parlare da Zanichelli (pubbliche relazioni Alitalia). Alcune telefonate dopo, ecco l’ok di Mariani nel sunto della polizia. «Franco chiama R.F. e le comunica che ha parlato con Marco (Zanichelli, ndr) e lo stesso ha garantito che gli darà una mano per il convegno alla presidenza del Consiglio facendogli assegnare la sponsorizzazione richiesta, e che farà rifare nuovamente a R.F. la rivista dell’Alitalia». Le telefonate successive vertono su un festino a cui la maîtresse porterà due ragazze: «Porta anche la tua sorellina… », scherza Mariani. «Ok, ti devo dare il numero di una nuova massaggiatrice, così cambi un po’… », ribatte lei. Ma non c’è solo l’Ina-Assitalia nei desiderata della maîtresse. Per perorare le cause dell’amica, Morichini si spende direttamente col presidente dell’Acea. E intanto R.F. si dà un gran da fare per allietare i suoi amici. A Maria P., il 21 settembre, ricorda che in settimana deve «chiudere la storia con la Banca di Roma» altrimenti si trova «in grossa difficoltà».

«DEVO PORTARE COMPAGNIA? DUE, CHE SIAMO GIÀ TROPPE»

Chiacchierando con un’altra ragazza della sua scuderia, Eliana C., le ricorda di andare a casa di Franco per la festa. «Eliana – annota il poliziotto che ascolta in cuffia – le chiede in modo criptato: “Quante compagnie devo portare?”. R.F. risponde che bastano due, “perché sono già molte”… ». Laconico il commento del capo della Squadra mobile nella sua ennesima corrispondenza con la procura: «La donna che inequivocabilmente procura ragazze a molte persone organizzando incontri sessuali, utilizza però tale “chiave di accesso” per ottenere dai destinatari di queste “attenzioni” che sembrano essere tutti ai vertici di strutture pubbliche e private, favori e indebite pressioni al fine di ottenere benefici economici nella forma di ghiotti appalti o incarichi ben remunerati. Appare infatti chiaro che ci troviamo di fronte a un particolare sfruttamento della prostituzione, in cui il ruolo di R.F. è quello di una maîtresse molto particolare». Sesso in cambio di un aiutino per gli affari.

«ERAVAMO IN 6 A FARE SESSO CON AMICI IMPORTANTI… »

Tra festini e appalti, gli agenti della Settima sezione della Mobile tra settembre e ottobre 1999, sono costretti a convocare in questura una quindicina di ragazze protagoniste dei party a luci rosse organizzati dalla maîtresse per gli amici influenti. È Stefania C. a svelare il giro: «Mi venne detto che R.F. aveva bisogno di incontri a sfondo sessuale con suoi amici (…). Il primo incontro avvenne a piazza Colonna» dirimpetto Palazzo Chigi. «Ricordo che eravamo in sei, tre uomini e tre donne, e la serata proseguì negli uffici di via della Colonna Antonina dove avemmo separatamente incontri sessuali (…). Ricevetti da R.F. la somma di 600mila lire, e ricordo che organizzava tali incontri sessuali al fine di chiudere contratti di lavoro che erano in corso (…). Ricordo infine che durante gli incontri sessuali sia io che le altre partecipanti, eravamo sotto lo stretto controllo di R.F. la quale faceva attenzione che nessuna di noi stringesse rapporti con i suoi amici intervenuti, che lei diceva essere personaggi molto importanti». Il 20 ottobre anche Giovanna F., nel suo verbale, fa riferimento alle assidue frequentazioni politiche della maîtresse mirate a mettere le mani su vari appalti, specie in Alitalia: «La prima volta che siamo uscite insieme, R.F. mi chiese se fossi disposta a uscire con lei unitamente a suoi “importanti amici”. In quell’occasione mi rappresentò che dovevo avere dei rapporti sessuali con gli stessi, in cambio avrebbe provveduto lei a sdebitarsi con me facendomi una serie di regali, rappresentandomi che tali amicizie erano fondamentali per lei al fine di procurarsi una serie di appalti presso importanti società sia pubbliche che private (…). Gli incontri sessuali – continua Giovanna F. – sono stati quattro. A questi, a fasi alterne, hanno partecipato Franco Mariani insieme a un certo Roberto (De Santis, ndr) e in una occasione con tale Enzo Morichini, con il citato Roberto» o a casa di Mariani al Colosseo oppure direttamente nell’ufficio della maîtresse in via della Colonna Antonina.

«ANCHE LO STRIPTEASE PER IL PARTITO DI SINISTRA»

«In un appuntamento a sfondo sessuale organizzato da R.F. – prosegue Giovanna F. – oltre alla stessa ho partecipato io e una ragazza che conosco con il nome di Arianna. Questo incontro avvenne a casa di Mariani. Per tale prestazione come da accordi precedenti ho ricevuto in regalo da Rita un anello in metallo bianco e brillanti». Il 22 ottobre sfila negli uffici della polizia in via di San Vitale Patrizia C., altra ragazza gettonatissima dalla maîtresse: «Durante alcune serate conobbi molti amici di R.F. che lei mi diceva appartenessero al mondo politico (…). Ho avuto tre rapporti sessuali con l’uomo di nome Franco mentre R.F e le altre erano rimaste al piano di sotto dove era in corso uno striptease. Alcuni dei presenti si scambiavano effusioni amorose (…). Durante gli incontri cercavo di avere con i suoi amici un atteggiamento positivo e carino, anche perché a dire di R.F. loro appartenendo al partito della sinistra erano in grado di procurarmi facilmente il lavoro (…) e ricordo che R.F. diceva che le persone che incontravamo alle feste erano personaggi influenti che servivano per il suo lavoro». Eliana C. non è da meno: «R.F. in alcune occasioni mi ha invitato in alcune feste private (…) e l’ultima a cui sono andata l’ha organizzata un certo Franco in zona Colosseo». Concludendo: «Sono a conoscenza che R.F. ha contattato per farsi “aiutare” in questa situazione Franco Mariani, non so se lo stesso si sia attivato o meno, R.F. mi ha detto in passato che Franco è un personaggio politico».

TARIFFA FISSA: 800MILA E IN REGALO ANELLI

Sulle presunte protezioni politiche di cui avrebbe goduto R.F. per fronteggiare l’offensiva della polizia e della magistratura finite a curiosare tra gli appalti vinti in Alitalia, parla anche Anna Maria G. interrogata il 15 ottobre 1999 al secondo piano della questura: «A un certo punto R.F. ha concluso il suo sfogo dicendo che aveva importanti amicizie politiche e che non le potevano fare nulla perché lei era pulita». Come contropartita economica alle prestazioni effettuate dalle ragazze nei festini organizzati per gli uomini vicini all’ex premier Massimo D’Alema, R.F. «faceva regali (anelli, telefonini, giacche di pelle, somme di denaro per interventi di chirurgia estetica, ecc. ) oppure pagava di tasca sua».

Fonte
Lo sai

19 GIU 2013 17:34
1. ANCHE A FIRENZE SI FANNO CENE ELEGANTI E SI FINISCE IN QUALCHE CAMERA DA LETTO - 2. ANCHE A FIRENZE UNA COOPERATIVA PER ASSISTENZA AGLI ANZIANI HA ASSUNTO L’APE REGINA DELLE ESCORT E LE HA POI CONCESSO DI VIVERE, GRATIS, IN UN APPARTAMENTO - 3. ANCHE A FIRENZE, E ANCHE SENZA SILVIO BERLUSCONI, C’È LA BELLA ADRIANA CHE SI STUFÒ E ANDÒ A CASA, IN ROMANIA, E MOLTI FIORENTINI RISCOPRIRONO LA SOLIDARIETÀ FRA UOMINI E FECERO UNA COLLETTA PER FARLA TORNARE, BOCCA DI ROSA ALLA ROVESCIA) - 4. LA RABBIA PURITANA E POLITICA DI RENZI, CHE PER PRINCIPIO PRECAUZIONALE ANTI MALELINGUE NON RESTA MAI SOLO IN UNA STANZA CON UNA DONNA, TRANNE SUA MOGLIE -
Annalena Benini per "Il Foglio"
ESCORT A FIRENZE FOTO REPUBBLICA

Anche a Firenze si fanno cene eleganti e si finisce in qualche camera da letto, e anche a Firenze le mogli telefonano ai giornalisti per sapere se nell'elenco delle persone coinvolte "c'è anche quel cretino di mio marito".
Anche a Firenze, e anche senza Silvio Berlusconi, c'è la cattiva strada, insomma, con borse di Louis Vuitton al braccio e telefoni sotto controllo, la cattiva strada che si fa seguire fin dentro il Palazzo Vecchio, quello del comune, con la regina delle escort, la bella Adriana, che ha fatto impazzire tanti (a un certo punto si stufò e andò a casa, in Romania, e molti fiorentini riscoprirono la solidarietà fra uomini e fecero una colletta per farla tornare, Bocca di Rosa alla rovescia, a lieto fine ma non troppo).
"Siamo andati nella stanza delle conferenze e mentre facevamo sesso è entrata la donna delle pulizie. Le è caduta l'acqua per terra", ha raccontato lei al telefono. Ma la cattiva strada, quella in cui c'è amore un po' per tutti, come cantava Fabrizio De André, ha superato perfino il Palazzo Vecchio, arrivando dentro un appartamento di proprietà di una Coop, che la regina delle escort aveva il diritto di occupare senza dover pagare l'affitto in virtù di quella bellezza suprema e dove, secondo i magistrati, riceveva i suoi clienti e i suoi innamorati.
CUPOLA SANTA MARIA DEL FIORE DUOMO DI FIRENZE

Le persone coinvolte sono molte, ci sono altre escort e anche signore borderline, belle soltanto di notte, e le intercettazioni sono le solite, piene di spacconate e di risatine, di consigli e di classifiche.
L'assessore di Matteo Renzi che è stato per anni a capo della cooperativa che dava alloggio e lavoro ad Adriana si è dimesso nei giorni scorsi per (veri) motivi di salute, e il tizio che nella stanza delle conferenze ha spaventato la signora delle pulizie era un funzionario tecnico dell'ex assessore ora ricoverato in ospedale, ci sono anche i tabulati con le telefonate dal comune e c'è la rabbia puritana e politica di Matteo Renzi, che per principio precauzionale anti malelingue non resta mai solo in una stanza con una donna, tranne sua moglie, ma adesso dovrà affrontare questo sequel del caso Olgettine: ogni giorno esce una nuova compromettente notizia, compresa la vicenda pesante di una Cooperativa per assistenza agli anziani che ha prima assunto (per cure domiciliari, dicono al consorzio, costernati) e poi ospitato quella che in un altro romanzo molto simile si chiamerebbe l'ape regina.
ESCORT A FIRENZE FOTO REPUBBLICA

Ma sarà che a forza di parlare di Olgettine, e di dividere il mondo in brave e cattive ragazze, il tema è venuto a noia, sarà che le borse firmate si assomigliano tutte, e anche le intercettazioni telefoniche, sarà che Firenze fa più simpatia per via di Boccaccio e le Coop non sono le discoteche milanesi, questa faccenda, queste cene ineleganti ma quasi private (tranne il dettaglio dell'appartamento Coop e dei "torridi amplessi" nella sala delle conferenze, con l'acqua del secchio per lavare i pavimenti che si rovescia a terra) sembrano soprattutto nelle mani delle mogli ferite, non della moralità universale.
L HOTEL DELLE ESCORT A FIRENZE FOTO REPUBBLICA

Massimo Mattei, l'assessore coinvolto in questa storia, ha scritto una lettera, per dire che Adriana era sua amica da oltre dieci anni: "Nessuno di noi sapeva, né poteva neppur sospettare, che lei potesse fare un altro ‘tipo di lavoro', diversamente, pur senza dar alcun giudizio morale, l'uso dell'appartamento le sarebbe stato negato".
SILVIO BERLUSCONI E RAGAZZE

Altri dicono che a Firenze lo sapessero tutti, ma adesso non importa più, perché, come scrive Mattei, "il giudizio morale" è stato finalmente superato. Se per farlo serviva passare attraverso le Olgettine, camminare morbosamente su quella cattiva strada, allora non ci siamo eccitati indignati e annoiati invano.

Dagospia

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