La magistratura dai due pesi e due misure.
Dagospia, qualche giorno dopo
aver pubblicato un articolo (riportato in fondo) su un giro di prostitute a
Firenze a servizio "istituzionale" è stato casualmente attaccato da
malware (così almeno google segnala). Oops, il partito che ha creato il gruppo
"Se non ora quando" in onore delle donne "usate" dal bruto
di Arcore usufruisce degli stessi servizi? Ricordate Tarantini? Eh no. La
stampa in certi casi si sbriga ad archiviare. Almeno viva la sincerità del Deputato Madia, che si scaglia contro il suo Partito “Troppi
delinquenti nel Pd”. La magistratura non sospetta.
Barbara
Firenze nel girone dei lussuriosi: dal fascicolo “Bella Vita” indagini e
intercettazioni piccanti
Scritto da Redazione Infiltrato.it
Giovedì 27 Giugno 2013
Un faldone di 4mila pagine con indagini e intercettazioni (piccanti),
interrogatori e appostamenti: la
“Bella Vita ” della lussuriosa Firenze è tutta racchiusa in
quel fascicolo. Che rischia di avere effetti negativi anche sulla futura
premiership dell’attuale Sindaco Renzi, seppur non coinvolto direttamente nello
scandalo escort in comune.
La sceneggiatura potrebbe essere tranquillamente quella degli scollacciati film degli anni ottanta,
per intenderci i filmacci che vedevano protagonisti Lino Banfi, il compianto
Renzo Montagnani e le varie Giovannone coscia lunga.
I personaggi ci sono tutti, da Adriana la escort regina, alla casalinga che
confida all’amica “Mica faccio la puttana, tre o quattro volte in tutto e non
più di mezzora alla volta”. Franchino il gioielliere che vende Rolex e “mi
paghi quando puoi”, i fratelli tenutari degli alberghi di lusso dove, se sei
conosciuto, ti prendono il documento d’identità ma non ti registrano; poi
baristi, infermiere procaci e soprattutto assessori e funzionari del Comune di
Firenze.
Storie boccaccesche tutte riportate nelle quattromila pagine di indagini e
intercettazioni, interrogatori e appostamenti: il fascicolo Bella vita.
Ragazze reclutate dal catalogo Escortforum, contattate con un sms e
messaggino di ritorno: Natascia ti aspetta alla tal ora nel tal posto, pagata
con denaro pubblico.
Tutto rigorosamente all’insaputa delle istituzioni, che un minimo avrebbero
dovuto vigilare, prendiamo il povero
assessore alla Mobilità della giunta Renzi, Mattei, che poverino non sapeva che la sua amica da
anni, Adriana la romena, disoccupata ma con un tenore di vita extralarge,
“facesse quel mestiere”, però le aveva assegnato un appartamento ad uso gratuito, per puro
spirito di amicizia e chissà quanto ci è rimasto male quando Adriana e un suo
collaboratore sono stati beccati nella stanza delle fotocopiatrici a Palazzo
Vecchio, però non stavano facendo fotocopie.
Un duro colpo, tanto che Mattei si è dimesso per motivi di salute,
tranquillizzando così moglie e figlia e magari pure il sindaco Renzi.
E le intercettazioni, la studentessa schifata “Ci si incontrava in quattro
o più ed era uno scambio di figurine”, il fidanzato dell’infermiera “Fatti
pagare di più”. La sveltina del professionista consulente del Comune “Una cosa
veloce in macchina, con la bimba di ieri”.
Al telefono tutti parlavano a ruota libera, i fratelli Taddei, titolari
degli alberghi di lusso, terminali del sito Escortforum, con sede in
Slovacchia, il “capo puttaniere” l’orefice Franchino, che reclutava le ragazze
e spiegava loro che cosa dovevano fare,
casomai non l’avessero capito
Anche le tariffe, non proprio alla portata di tutti: cinquecento euro,
cena, auto, ragazza, escluso stanza d’albergo e qualsiasi extra da concordarsi
in loco e in corso d’opera.
LEGGI DALLA FONTE ORIGINALE - Riccardo Castagneri su Articolotre.com
Infiltrato
Un bel giro di prostitute anche per D’Alema ma la Boccassini li’ dormiva…
by David Bonacchi 26.giu 2013
Tratto da: Imolaoggi
di Gianluca Vallerossa
Le escort, o prostitute, o puttane, che dir si voglia, hanno sempre
frequentato i palazzi del Governo e del potere in generale ma, evidentemente, è
scandaloso solo se a mignotte ci va Berlusconi, se ci vanno D’Alema e compagni,
è tutto regolare, tutto lecito. Quando sono i “rossi” a concedersi i piaceri
della carne a pagamento la zelante pm Ilda Boccassini evidentemente si distrae…
Non possiamo tollerare questo continuo doppiopesismo di chi vive d’invidia e
tenta di demonizzare e abbattere il nemico con ogni mezzo. Pubblichiamo qui di
seguito un’interessantissima inchiesta de Il Giornale che dimostra come la
prostituzione fosse diffusa a Palazzo Chigi e a Montecitorio anche quando il
presidente del Consiglio era Massimo D’Alema e ciò non provocava la solerte
reazione della magistratura.
Un giro di squillo esercitava pressioni su uomini vicini all’allora premier
per ottenere favori e appalti pubblici. Persino con incontri hard alla Camera:
“Offerti favori sessuali in cambio di forti benefici economici”.
Appalti, squillo e festini a Palazzo.
Sì, proprio dentro la Camera dei deputati. Nell’ufficio di un «personaggio
importante», per dirla con l’ispettore della Squadra mobile che s’era subito
mosso dopo la soffiata di una prostituta, una sua fonte. Lo sbirro della
Buoncostume aveva scoperto che ben due squillo entravano a Montecitorio senza
lasciare documenti all’ingresso e che dopo esser stata accolta da un
«segretario», una di loro successivamente veniva fatta accomodare in una stanza
dove di lì a poco si sarebbe «congiunta carnalmente» con un personaggio,
all’epoca, definito «importante». Se sia lo stesso che ha anche convinto i
commessi a non registrare il passaggio della escort, non lo sapremo mai visto
che l’inchiesta nata sul finire del 1999 è abortita pochi mesi dopo con la
condanna a un anno (previo patteggiamento) della sola maîtresse che organizzava
gli incontri coi politici.
E proprio dalle carte di quell’inchiesta dimenticata escono ora le
intercettazioni e i verbali delle escort che tirano in ballo i fedelissimi
dell’ex premier Massimo D’Alema. Più informative della Squadra mobile di Roma
che ribadiscono come la
maîtresse R.F. contattasse «noti personaggi del mondo
politico e di enti pubblici» al fine «di ottenere appalti o erogazioni in
denaro» organizza per loro «incontri a sfondo sessuale». A mo’ d’esempio l’ex
capo della Mobile, Nicolò D’Angelo, allega una lunga serie di conversazioni
nella sua nota alla procura. A cominciare da quella del 29 settembre nella
quale Vincenzo Morichini, fedelissimo del leader Ds, ex ad di Ina-Assitalia,
parla con la maîtresse di una festa a casa di Franco Mariani (già dirigente
pci, presidente dell’ente porto di Bari, dalemiano di ferro)».
«IO HO FATTO LA BRAVA MA …
GLI AMICI SONO STATI CATTIVI»
La donna dice di averlo saputo direttamente la sera prima «dal suo amico
Roberto» (De Santis, eminenza grigia dell’ex premier, azionista delle sale bingo,
l’imprenditore che vendette la
barca Ikarus a Baffino, ndr) intervenuto a una cena a casa di
Franco dove erano presenti la maîtresse e due squillo. «Io ho fatto la brava
bambina – ride la donna al cellulare – mentre Franco e Roberto con le mie
amiche hanno fatto i cattivi… ». Solo il giorno prima la maîtresse aveva
cercato di portare a casa un affare pubblicitario in corso con l’Ina-Assitalia,
affare osteggiato a suo dire da Checchino Proietti (parlamentare Pdl, all’epoca
segretario di Gianfranco Fini). Così chiama direttamente Morichini in ufficio:
«Senti, quella lista sarà pronta per giovedì». A quel punto Morichini – scrive
la polizia – «le comunica che vorrebbe scopare. Lui le dice che le ha risolto i
problemi con la Banca di Roma e con l’Alitalia. R.F. gli rappresenta che se gli
risolve i problemi, lei si metterà a “tappetino” con lui». In realtà i problemi
con Alitalia persistono. Così la maîtresse pensa di sbloccare la questione
dell’appalto del calendario Alitalia ricorrendo agli amici che contano.
«MA QUESTI SONO PAZZI A DIRE NO A D’ALEMA»
È decisa a far valere le sue amicizie importanti, e lo confessa
candidamente al telefono: «Ma questi so’ pazzi, ma che stiamo scherzando?
L’Alitalia che dice di no a D’Alema! Ma non esiste, non è possibile… ». Più
avanti aggiungerà, sempre al telefono, che adesso «lei andrà con Franco
(Mariani) ed Enzo (Morichini) dal direttore generale il quale dovrà dirle di no
davanti a loro». Passano quattro giorni e Mariani richiama la donna dicendole
che sta andando lui a parlare da Zanichelli (pubbliche relazioni Alitalia).
Alcune telefonate dopo, ecco l’ok di Mariani nel sunto della polizia. «Franco
chiama R.F. e le comunica che ha parlato con Marco (Zanichelli, ndr) e lo
stesso ha garantito che gli darà una mano per il convegno alla presidenza del
Consiglio facendogli assegnare la sponsorizzazione richiesta, e che farà rifare
nuovamente a R.F. la rivista dell’Alitalia». Le telefonate successive vertono
su un festino a cui la maîtresse porterà due ragazze: «Porta anche la tua
sorellina… », scherza Mariani. «Ok, ti devo dare il numero di una nuova
massaggiatrice, così cambi un po’… », ribatte lei. Ma non c’è solo
l’Ina-Assitalia nei desiderata della maîtresse. Per perorare le cause
dell’amica, Morichini si spende direttamente col presidente dell’Acea. E
intanto R.F. si dà un gran da fare per allietare i suoi amici. A Maria P., il
21 settembre, ricorda che in settimana deve «chiudere la storia con la Banca di
Roma» altrimenti si trova «in grossa difficoltà».
«DEVO PORTARE COMPAGNIA? DUE, CHE SIAMO GIÀ TROPPE»
Chiacchierando con un’altra ragazza della sua scuderia, Eliana C., le
ricorda di andare a casa di Franco per la festa. «Eliana – annota il poliziotto
che ascolta in cuffia – le chiede in modo criptato: “Quante compagnie devo
portare?”. R.F. risponde che bastano due, “perché sono già molte”… ». Laconico
il commento del capo della Squadra mobile nella sua ennesima corrispondenza con
la procura: «La donna che inequivocabilmente procura ragazze a molte persone
organizzando incontri sessuali, utilizza però tale “chiave di accesso” per
ottenere dai destinatari di queste “attenzioni” che sembrano essere tutti ai
vertici di strutture pubbliche e private, favori e indebite pressioni al fine
di ottenere benefici economici nella forma di ghiotti appalti o incarichi ben
remunerati. Appare infatti chiaro che ci troviamo di fronte a un particolare
sfruttamento della prostituzione, in cui il ruolo di R.F. è quello di una
maîtresse molto particolare». Sesso in cambio di un aiutino per gli affari.
«ERAVAMO IN 6 A
FARE SESSO CON AMICI IMPORTANTI… »
Tra festini e appalti, gli agenti della Settima sezione della Mobile tra
settembre e ottobre 1999, sono costretti a convocare in questura una quindicina
di ragazze protagoniste dei party a luci rosse organizzati dalla maîtresse per
gli amici influenti. È Stefania C. a svelare il giro: «Mi venne detto che R.F.
aveva bisogno di incontri a sfondo sessuale con suoi amici (…). Il primo
incontro avvenne a piazza Colonna» dirimpetto Palazzo Chigi. «Ricordo che
eravamo in sei, tre uomini e tre donne, e la serata proseguì negli uffici di
via della Colonna Antonina dove avemmo separatamente incontri sessuali (…).
Ricevetti da R.F. la somma di 600mila lire, e ricordo che organizzava tali
incontri sessuali al fine di chiudere contratti di lavoro che erano in corso
(…). Ricordo infine che durante gli incontri sessuali sia io che le altre
partecipanti, eravamo sotto lo stretto controllo di R.F. la quale faceva
attenzione che nessuna di noi stringesse rapporti con i suoi amici intervenuti,
che lei diceva essere personaggi molto importanti». Il 20 ottobre anche
Giovanna F., nel suo verbale, fa riferimento alle assidue frequentazioni
politiche della maîtresse mirate a mettere le mani su vari appalti, specie in Alitalia:
«La prima volta che siamo uscite insieme, R.F. mi chiese se fossi disposta a
uscire con lei unitamente a suoi “importanti amici”. In quell’occasione mi
rappresentò che dovevo avere dei rapporti sessuali con gli stessi, in cambio
avrebbe provveduto lei a sdebitarsi con me facendomi una serie di regali,
rappresentandomi che tali amicizie erano fondamentali per lei al fine di
procurarsi una serie di appalti presso importanti società sia pubbliche che
private (…). Gli incontri sessuali – continua Giovanna F. – sono stati quattro.
A questi, a fasi alterne, hanno partecipato Franco Mariani insieme a un certo
Roberto (De Santis, ndr) e in una occasione con tale Enzo Morichini, con il
citato Roberto» o a casa di Mariani al Colosseo oppure direttamente nell’ufficio
della maîtresse in via della Colonna Antonina.
«ANCHE LO STRIPTEASE PER IL PARTITO DI SINISTRA»
«In un appuntamento a sfondo sessuale organizzato da R.F. – prosegue
Giovanna F. – oltre alla stessa ho partecipato io e una ragazza che conosco con
il nome di Arianna. Questo incontro avvenne a casa di Mariani. Per tale
prestazione come da accordi precedenti ho ricevuto in regalo da Rita un anello
in metallo bianco e brillanti». Il 22 ottobre sfila negli uffici della polizia
in via di San Vitale Patrizia C., altra ragazza gettonatissima dalla maîtresse:
«Durante alcune serate conobbi molti amici di R.F. che lei mi diceva
appartenessero al mondo politico (…). Ho avuto tre rapporti sessuali con l’uomo
di nome Franco mentre R.F e le altre erano rimaste al piano di sotto dove era
in corso uno striptease. Alcuni dei presenti si scambiavano effusioni amorose
(…). Durante gli incontri cercavo di avere con i suoi amici un atteggiamento
positivo e carino, anche perché a dire di R.F. loro appartenendo al partito della
sinistra erano in grado di procurarmi facilmente il lavoro (…) e ricordo che
R.F. diceva che le persone che incontravamo alle feste erano personaggi
influenti che servivano per il suo lavoro». Eliana C. non è da meno: «R.F. in
alcune occasioni mi ha invitato in alcune feste private (…) e l’ultima a cui
sono andata l’ha organizzata un certo Franco in zona Colosseo». Concludendo:
«Sono a conoscenza che R.F. ha contattato per farsi “aiutare” in questa
situazione Franco Mariani, non so se lo stesso si sia attivato o meno, R.F. mi
ha detto in passato che Franco è un personaggio politico».
TARIFFA FISSA: 800MILA E IN REGALO ANELLI
Sulle presunte protezioni politiche di cui avrebbe goduto R.F. per
fronteggiare l’offensiva della polizia e della magistratura finite a curiosare
tra gli appalti vinti in Alitalia, parla anche Anna Maria G. interrogata il 15
ottobre 1999 al secondo piano della questura: «A un certo punto R.F. ha
concluso il suo sfogo dicendo che aveva importanti amicizie politiche e che non
le potevano fare nulla perché lei era pulita». Come contropartita economica
alle prestazioni effettuate dalle ragazze nei festini organizzati per gli
uomini vicini all’ex premier Massimo D’Alema, R.F. «faceva regali (anelli,
telefonini, giacche di pelle, somme di denaro per interventi di chirurgia
estetica, ecc. ) oppure pagava di tasca sua».
Fonte
Lo sai
19 GIU 2013 17:34
1. ANCHE A FIRENZE SI FANNO CENE ELEGANTI E SI FINISCE IN QUALCHE CAMERA DA
LETTO - 2. ANCHE A FIRENZE UNA COOPERATIVA PER ASSISTENZA AGLI ANZIANI HA
ASSUNTO L’APE REGINA DELLE ESCORT E LE HA POI CONCESSO DI VIVERE, GRATIS, IN UN
APPARTAMENTO - 3. ANCHE A FIRENZE, E ANCHE SENZA SILVIO BERLUSCONI, C’È LA BELLA ADRIANA CHE
SI STUFÒ E ANDÒ A CASA, IN ROMANIA, E MOLTI FIORENTINI RISCOPRIRONO LA SOLIDARIETÀ FRA UOMINI
E FECERO UNA COLLETTA PER FARLA TORNARE, BOCCA DI ROSA ALLA ROVESCIA) - 4. LA RABBIA PURITANA E
POLITICA DI RENZI, CHE PER PRINCIPIO PRECAUZIONALE ANTI MALELINGUE NON RESTA MAI SOLO IN UNA STANZA
CON UNA DONNA, TRANNE SUA MOGLIE -
Annalena Benini per "Il Foglio"
ESCORT A FIRENZE FOTO REPUBBLICA
Anche a Firenze si fanno cene eleganti e si finisce in qualche camera da
letto, e anche a Firenze le mogli telefonano ai giornalisti per sapere se
nell'elenco delle persone coinvolte "c'è anche quel cretino di mio
marito".
Anche a Firenze, e anche senza Silvio Berlusconi, c'è la cattiva strada,
insomma, con borse di Louis Vuitton al braccio e telefoni sotto controllo, la
cattiva strada che si fa seguire fin dentro il Palazzo Vecchio, quello del
comune, con la regina delle escort, la bella Adriana , che ha fatto impazzire tanti (a un
certo punto si stufò e andò a casa, in Romania, e molti fiorentini riscoprirono
la solidarietà fra uomini e fecero una colletta per farla tornare, Bocca di
Rosa alla rovescia, a lieto fine ma non troppo).
"Siamo andati nella stanza delle conferenze e mentre facevamo sesso è
entrata la donna delle pulizie. Le è caduta l'acqua per terra", ha
raccontato lei al telefono. Ma la cattiva strada, quella in cui c'è amore un
po' per tutti, come cantava Fabrizio De André, ha superato perfino il Palazzo
Vecchio, arrivando dentro un appartamento di proprietà di una Coop, che la
regina delle escort aveva il diritto di occupare senza dover pagare l'affitto
in virtù di quella bellezza suprema e dove, secondo i magistrati, riceveva i
suoi clienti e i suoi innamorati.
CUPOLA SANTA MARIA DEL FIORE DUOMO DI FIRENZE
Le persone coinvolte sono molte, ci sono altre escort e anche signore
borderline, belle soltanto di notte, e le intercettazioni sono le solite, piene
di spacconate e di risatine, di consigli e di classifiche.
L'assessore di Matteo Renzi che è stato per anni a capo della cooperativa
che dava alloggio e lavoro ad Adriana si è dimesso nei giorni scorsi per (veri)
motivi di salute, e il tizio che nella stanza delle conferenze ha spaventato la
signora delle pulizie era un funzionario tecnico dell'ex assessore ora
ricoverato in ospedale, ci sono anche i tabulati con le telefonate dal comune e
c'è la rabbia puritana e politica di Matteo Renzi, che per principio
precauzionale anti malelingue non resta mai solo in una stanza con una donna,
tranne sua moglie, ma adesso dovrà affrontare questo sequel del caso Olgettine:
ogni giorno esce una nuova compromettente notizia, compresa la vicenda pesante
di una Cooperativa per assistenza agli anziani che ha prima assunto (per cure
domiciliari, dicono al consorzio, costernati) e poi ospitato quella che in un
altro romanzo molto simile si chiamerebbe l'ape regina.
ESCORT A FIRENZE FOTO REPUBBLICA
Ma sarà che a forza di parlare di Olgettine, e di dividere il mondo in
brave e cattive ragazze, il tema è venuto a noia, sarà che le borse firmate si
assomigliano tutte, e anche le intercettazioni telefoniche, sarà che Firenze fa
più simpatia per via di Boccaccio e le Coop non sono le discoteche milanesi,
questa faccenda, queste cene ineleganti ma quasi private (tranne il dettaglio
dell'appartamento Coop e dei "torridi amplessi" nella sala delle
conferenze, con l'acqua del secchio per lavare i pavimenti che si rovescia a
terra) sembrano soprattutto nelle mani delle mogli ferite, non della moralità
universale.
L HOTEL DELLE ESCORT A FIRENZE FOTO REPUBBLICA
Massimo Mattei, l'assessore coinvolto in questa storia, ha scritto una
lettera, per dire che Adriana era sua amica da oltre dieci anni: "Nessuno
di noi sapeva, né poteva neppur sospettare, che lei potesse fare un altro ‘tipo
di lavoro', diversamente, pur senza dar alcun giudizio morale, l'uso
dell'appartamento le sarebbe stato negato".
SILVIO BERLUSCONI E RAGAZZE
Altri dicono che a Firenze lo sapessero tutti, ma adesso non importa più,
perché, come scrive Mattei, "il giudizio morale" è stato finalmente
superato. Se per farlo serviva passare attraverso le Olgettine, camminare
morbosamente su quella cattiva strada, allora non ci siamo eccitati indignati e
annoiati invano.
Dagospia
Nessun commento:
Posta un commento