Come
risolvere il problema logistico costituito dai veicoli e dagli altri
equipaggiamenti militari accumulati, in dodici anni di presenza in Afghanistan?
Nel
momento in cui gli Stati Uniti si preparano a ritirarsi dal Paese
centroasiatico, invece di donare tale materiale alle forze armate afghane che
dovrebbero mantenere la sicurezza dopo la partenza dei soldati a stelle e
strisce, o magari venderlo ad altre nazioni, essi stanno deliberatamente
distruggendo sofisticate strumentazioni per il valore di miliardi di dollari,
in uno sforzo così massiccio da non avere precedenti.
In
totale, verranno distrutti oltre 7 miliardi di dollari di equipaggiamenti,
corrispondenti a circa il 20% di quanto gli Stati Uniti detengono in
Afghanistan, in quanto sarebbe troppo costoso organizzarne il rientro in
patria.
Allo
stato attuale, sono già stati demoliti più di 77.000 tonnellate di
equipaggiamenti militari.
Le
alternative considerate, quella di lasciarli alle forze afghane o venderli a
qualche Paese alleato, sarebbero state abbandonate nel primo caso a causa
dell’inesperienza dei soldati locali che finirebbero per spararsi addosso a
vicenda, nel secondo caso per il timore che il Paese acquirente non sia poi in
grado di ritirarli da quella che ancora viene considerata una zona di guerra.
L’unica
possibilità rimane quindi quella di rottamare tutti i materiali considerati in
eccesso, e successivamente provare a venderli a peso sul mercato afghano dei
rottami.
Ciò non
riesce comunque a tacitare i maligni, i quali suggeriscono che piuttosto che
alla fine di un lungo periodo di conflitti sul terreno, si sia di fronte
all’inizio di nuovi costosi acquisti di armamenti a favore delle industrie del
complesso militare americano.
Secondo
una diversa interpretazione, la rottamazione di tutti questi equipaggiamenti
destinati alle operazioni di terra -fra cui ben 2.000 degli 11.000 veicoli
blindati antimine che il Pentagono ha acquistato a partire dal 2007- potrebbe
giustificarsi con l’ulteriore sviluppo delle “guerre dei droni”, che già
rivestono una grande importanza nella strategia bellica statunitense in terra
di Afghanistan (e Pakistan).
Ad ogni
modo, nonostante da lunghi anni Karzai e soci siano a libro paga USA, non si
può che concludere che i loro padrini non hanno mai imparato a fidarsene
completamente.
Tanto
che, in questo delicato frangente, preferiscono dare il via libera a uno spreco
di risorse così ingente piuttosto che lasciarle nelle mani dei presunti
alleati.
Episodi
come quello accaduto ieri, con un commando talebano che per diverse ore ha
tenuto in scacco i Palazzi del potere a Kabul, faranno loro mutare idea?
Fonte:
byebyeunclesam.wordpress.com
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