A un quarto di secolo dalla caduta dell’URSS, i “Creminologi” hanno sentore di un colpo di stato nell’aria, nonostante le schiaccianti percentuali di gradimento in favore di Putin. Le senzazioni dicono che l’elite del Cremlino, soprannominata da alcuni Politburo 2.0,, stia attualmente valutando se stia il caso di estromettere Putin pacificamente prima che peggiori una situazione già difficile. Il fondatore dello stimato quotidiano Kommersant prevede che un drammatico cambiamento sta per avere luogo e consiglia ai Russi che ne hanno la possibilità di lasciare il paese per almeno un mese e portarsi le famiglie al seguito.
I fallimenti di Putin sono giorno dopo giorno più evidenti. Nessuno nega che la Russia sia uno Stato cleptocratico e dove la gente al potere si è accaparrata il più della ricchezza nazionale. Ma la Russia è anche diventata un “paria” che infrange le regole dell’ordine internazionale, mente a livello ufficiale e deve riparazioni secondo decreto delle corti internazionali. Il Cremlino guidato da Putin supporta e promuove una visione del mondo che sconcerta gli altri leader mondiali.
Le politiche economiche di Putin sono un disastro. Nonostante le promesse di diversificazione, la Russia rimane un petro-stato alla merce del prezzo del greggio. Colpita da una tempesta di prezzi del petrolio in picchiata, sanzioni internazionali e embarghi autoimposti, l’economia Russa è in recessione per 6 consecutivi quarti e s’intravede solo una misera crescita. Gli standard di vita sono in caduta nonostante le promesse di stabilità e prosperità di Putin. Il collasso degli investimenti ha ipotecato il futuro economico della Russia. Solo la classe buocratica Putiniana pare andare avanti indefessa. I tanto proclamati fondi di riserva sono vicini all’esaurimento. Resta poco per coprirsi dagli imprevisti e Putin resta con poco da elargire, neanche per gli amici.
Che cosa hanno guadagnato i Russi? Hanno guadagnato la Crimea, che molti Russi pensano appartenga a madre Russia. Gli incitamenti di Putin alla guerra hanno attirato attenzione e paura. I suoi piani per rifare della Russia una superpotenza piacciono a tutti coloro che si sono sentititi diminuiti dopo la fine dell’URSS. Molti Russi sono bersaglio facile per la propaganda di Putin, il quale sostiene che l’Occidente vuole mettere le mani sulle risorse della Russia e pianifica di attaccare, con il conflitto Ucraino a fungere da primo passo in questo malefico piano. Credono alle pubblicazioni di due presunti agenti della CIA che cospirano (con accenti Russi appena camuffati) per far precipitare l’MH17 in uno dei più complicati e sinistri complotti della Storia. Genitori e mogli Russe devono seppellire segretamente i loro cari che muoiono sul suolo Ucraino.
A differenza della popolazione Russa, il Politburo 2.0 comprende le vere condizioni dell’economia, compreso il fatto che gli economisti Russi, per quanto qualcuno ha potuto sostenere, non sono maghi. L’economia Russa, che ha smesso di crescere ben prima della Crimea è destinata alla recessione almeno finchè non aumentano i prezzi del petrolio, molto probabilmente tra vari anni. Le compagnie Russe, già piene di debiti, non possono prendere a prestito, e la Cina non può e non vuole venire in soccorso. L’imbargo dei prodotti alimentari ordinato dal Cremilino ha fatto salire l’inflazione del 15%, ben tre volte sopra qualsiasi indicizzazione di salari e pensioni. Nella sua annuale linea diretta con la popolazione, Putin non ha potuto far altro che auspicarsi una ripresa dell’economia mondiale e rassicurare la popolazione che la sua squadra di economisti ha tutto sotto controllo.
Nemmeno in politica estera il Politburo 2.0 ci vede niente di positivo. Ha annesso la Crimea senza sparare un colpo, ma l’operazione è costata milioni di dollari e adesso la regione affonda in una palude di corruzione. Nonostante il supporto Occidentale all’Ucraina non sia stato un granchè efficace, l’Occidente non l’ha mai abbandonata e pare sempre pronto a fornire i fondi per tenerla a galla. La guerra di Putin ha materializzato una Ucraina unita che odierà la Russia per generazioni a venire.
La guerra nell’Ucraina Sudorientale ha consolidato le posizioni dei ribelli pro-Russi che chiedono l’indipendenza, ma non ha agito da leva per il Cremlino allo scopo di agitare la politica Ucraina dall’interno. Mentre il Cremlino arma le forze separatiste, sta prendendo il rischio di mettersi truppe pesantemente armate e imprevedibili ai propri confini. Nella cosidetta quiete seguita agli accordi Minsk 2 l’esercito Ucraino si è rafforzato, perciò è fuor che scontato che i ribelli pro-Russi sarebbero in grado di sconfiggerlo se ci provassero.
Il Politburo 2.0 deve quindi chiedersi: Qual’è il prossimo passo di Putin, e, possiamo permettercelo?
Per Putin non ci sono corsi d’azione validi disponibili. Se ritira armi, truppe e supporto ai ribelli pro-Russi, l’Ucraina si riprenderà il Donbass. E Putin ed il Politburo 2.0 passeranno per perdenti. Se approva una nuova offensiva contro Mariupol, o per guadagnare un ponte di terra per la Crimea, l’Occidente ordinerà altre sanzioni che demoliranno la moribonda economia e metteranno le proprietà dei membri del Politburo 2.0 a rischio. Le sanzioni potranno anche includere l’ “ipotesi nucleare”, ossia l’espulsione della Russia dal sistema di trasferimento bancario SWIFT e congelare i traferimenti finanziari Russi. Tutti coloro che hanno beneficiato della cleptocrazia Putiniana si ritroveranno rovinati.
In molti prevedono la fine del regime di Putin, ciò che resta in certo, più che altro, è come. Come presidente eletto, Putin dovrebbe o dimettersi o smettere di esistere. Le indicazioni suggeriscono che il processo inizierà con un assalto ai più stretti collaboratori di Putin, che appare già in atto.
Primo, il responsabile stampa di Putin, Dmitry Peskov è stato messo in imbarazzo dal blogger Alexei Navalny per aver affittato uno yacht in Sicilia per 500.000 dollari a settimana. Pskov ha negato ma è stato smentito da foto nei social media. Gli scandali riportati da Navalny sono spesso ignorati, ma questa storia è diventata virale sui siti dei media mainstream Russi, tra cui RBC, Pravda.ru ed altri. Pskov era già stato attaccato dal giornale Vedemosti per possedere un orologio da 620.000 dollari con uno stipendio da impiegato pubblico.
Secondo, il membro della cerchia stretta di Putin, e bersaglio delle sanzioni occidentali Wladimir Yakunin, al primo anno di un contratto quinquiennale annunciò di dimettersi da dirigente delle ferrovie statali Russe per divenire Senatore per la provincia di Kaliningrad. Secondo una fonte di Forbes Russia: “se si dimette veramente significa che è successo qualcosa di veramente serio negli ultimi giorni”. La stampa Russa enfatizza il fatto che Yakunin ha rifiutato di discutere delle fonti dei suoi redditi in quanto sono cose che si discutono solo in compagnia fidata. Il blogger anti-corruzione Navalny ah riempito gli spazi vuoti con un inventario di 14 pagine delle proprietà di Yakunin, incluso il suo castello.
Terzo, un amico di Putin dall’infanzia, il businessman Gennady Timchenko, è pure lui bersaglio del quotidiano semiufficiale Vedemosti. L’articolo riferisce che Timchenko “isolato dal mondo dalle sanzioni, non può più visitare la sua villa sul lago di Ginevra” con il suo aereo privato e si è ridotto a vivere nella residenza dell’ex capo di Stato Nikita Kruschcev. L’articolo del Vedemosti scorre una lunga lista di partner commerciali non molto limpidi, autori di commerci tramite compagnie commerciali per nulla trasparenti con giganti Russi come Rosneft, Surgutneft e Transneft, compagnie con le quali “non si può trattare senza buoni agganci ai più alti livelli”. Il colosso del trading di petrolio Gunvor, per metà proprietà di Timchenko prima delle sanzioni, gioca un ruolo ricorrente nelle trattative. Notevolmente, la proprità clandestina di Gunvor da parte di Putin è considerata la fonte principale dei miliardi di dollari di ricchezza di Timchenko. Discussioni aperte su Timchenko e Gunvor erano fino ad oggi tabù nei media Russi mainstream.
Quarto, la guardia del corpo personale di Putin e capo delle truppe sotto comando del Ministero degli affari Interni, Victor Zolotov è stato bersaglio di un attacco mediatico intitolato “tutta la spazzatura in un cappello”, pubblicato da un giornale con legami nei servizi segreti. Come in altri casi, le grosse proprietò in case, terre ed altre ricchezze di Zolotov sono state rivelate nel dettaglio. L’articolo finisce con un riferimento al suo capo, Vladimir Putin:
“Se l’ex guardia del corpo di Putin, da semplice impegato pubblico ha fatto più di un miliardo di rubli, che cosa possiamo dire della persona che proteggeva? Sinceramente questo è un caso in cui il silenzio è d’oro”.
Notare che è incarico delle truppe sotto il comando del ministero degli Interni di contenere rivolte e dimostrazioni di strada, un posto parecchio critico.
Alcuni analisti spiegano questi episodi dicendo che Putin sarebbe stufo dei suoi collaboratori e vorrebbe rinfrescare la cerchia. E’una spiegazione improbabile. Con una economia al collasso e l’Ucraina al vicolo cieco, Putin ha bisogno di tutti i suoi amici, e specialmente quelli sotto attacco per corruzione che potrebbero conoscere i dettagli della sua corruzione. I dittatori non stanno al potere abbandonando gli amici, specialmente non nei tempi duri.
Come minimo c’è qualche gioco di potere in corso ed ha Putin come bersaglio. La struttura dell’attacco è classica: per prima cosa abbattere i maggiori sostenitori.
Nonostante alcuni sostengono che qualsiasi nuova leadership nominata da Politburo 2.0 sarebbe malefica come Putin, il commetatore Russo Andrei Piontovski non è d’accordo. Sostiene che i membri della elite Russa hanno mandato segnali all’Occidente esprimendo: “risolveremo tutto nelle prossime settimane”.
Abbiamo già ricevuto falsi allarmi e questo potrebbe essere l’ennesimo, ma finalmente possiamo intravedere il cammino verso la fine del regime di Putin. E’da notare che Putin ha passato l’anniversario del colpo di Stato del 19 Agosto contro Michael Gorbachev in Crimea. Pure da notare che ha portato con sè i quattro membri chiave del Governo, quelli a cui spetterebbe la responsabilità di nominare il suo successore. Ricordare: è meglio tenersi vicini gli amici, ed i nemici ancor più vicini.
Paul Roderick Gregory
Fonte: www.forbes.com
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