sabato 22 agosto 2015

LA VERA STORIA DELLA MARIJUANA /CANNABIS/GANJA



La marijuana (spagnolo), o cannabis (latino) o (dal Sanskrito: गांजा , gañjā),è una pianta che si potrebbe definire miracolosa, ed ha una storia lunga almeno quanto quella dell'umanità. Unica pianta che si può coltivare a qualunque latitudine, e unica pianta al mondo che può essere utilizzata al contempo come droga , come fibra, come carburante (olio vegetale).Ha molteplici proprietà curative, cresce veloce, costa pochissimo da mantenere, offre un olio di ottima qualità (molto digeribile), ed ha fornito, dalle più antiche civiltà fino agli inizi del secolo scorso, circa l'80 per cento di ogni tipo di carta, di fibra tessile, e di combustibile di cui l'umanità abbia mai fatto uso. non stupisce che la sua coltivazione risalga ad almeno 10mila anni orsono. Le prove sono state trovate nell’isola di Taiwan (Stafford, Peter. 1992. Psychedelics Encyclopedia. Berkeley, California, United States: Ronin Publishing, Inc. ISBN 0914171518), come anche in alcune grotte nell’odierna Romania.

Gli Antichi Greci amavano e idealizzavano il vino e non utilizzavano la marijuana per uso ricreativo, ma ci sono molti testi che attestano i loro commerci con popoli che mangiavano o inalavano la cannabis. Erotodo nel 5 a.C. scrive che gli sciti (popolazione seminomade di origine iranica) coltivavano e poi vaporizzavano la cannabis. In un altra occasione, sempre Erotodo scrive che gli abitanti di alcune isole mediterranee buttavano la cannabis al fuoco e poi, “seduti intorno in circolo, inalano e vengono intossicati dall’odore, proprio come i Greci col vino, e piu’ se ne butta piu’ diventano intossicati, fino a che si alzano e ballano e cantano”. Altri passaggi di Plinio, Marco Polo, Abu Mansur Muwaffaq e The Arabian Nights dimostrano senza ombra di dubbio che la cannabis era coltivata sia per la sua fibra sia per le sue proprietà psicoattive in tutta l’Asia, il Medio Oriente e gran parte dell’area del Mediterraneo sin dalla notte dei tempi.
In Europa la coltivazione della cannabis è stata massiccia per secoli. Vestiti di canapa sono stati comunissimi in Europa centrale e meridionale per centinaia di anni. Ma gli europei conoscevano, ovviamente, anche le potenzialità ricreative della pianta. Nonostante nel 1484 una bolla papale ne vietò l’uso ai fedeli. Anche l’Italia è stata per secoli un’importante produttrice di cannabis. Grazie alla qualità delle sue canape l’Italia, secondo produttore mondiale, divenne il primo fornitore della marina britannica.

E poi ? E' successo che in quel periodo è avvenuto il clamoroso sorpasso dell’industria ai danni dell'agricoltura, e di questo sorpasso la cannabis è stata chiaramente la vittima numero uno.

I nascenti gruppi industriali americani puntavano soprattutto allo sfruttamento del petrolio per l’energia (Standard Oil - Rockefeller), delle risorse boschive per la carta (editore Hearst), e delle fibre artificiali per l’abbigliamento (Dupont) – tutti settori nei quali avevano investito grandi quantità di denaro. Ma avevano di fronte, ciascuno sul proprio terreno, questo avversario potentissimo, e si unirono così per  formare un'alleanza sufficientemente forte per batterlo.

L'unica soluzione per poter tagliare di netto le gambe ad un colosso di quelle dimensioni risultò la messa al bando totale. L’illegalità. Partì quindi un'operazione mediatica di demonizzazione, rapida, estesa ed efficace ("droga del diavolo", "erba maledetta" ecc. ), grazie agli stessi giornali di Hearst (è il famoso personaggio di Citizen Kane/Quarto Potere, di O. Wells), il quale ne aveva uno praticamente in ogni grande città. Sensibile al denaro, e sempre alla ricerca di temi di facile presa popolare, Hollywood si accodò volentieri alla manovra, contribuendo in maniera determinante a porre il sigillo alla bara della cannabis (a sin. la locandina del film "Marihuana: assassina di giovinezza - Un tiro, una festa, una tragedia").

La condanna morale viaggiava rapida e  incontrastata da costa a costa (non c’era la controinformazione!), e di lì a far varare una legge che mettesse la cannabis fuori legge fu un gioco da ragazzi. Anche perché pare che i tre quarti dei senatori che approvarono il famoso "Marijuana Tax Act" del 1937, tutt'ora in vigore, non sapevano che marijuana e cannabis fossero la stessa cosa.
A partire da quel momento Dupont inondò il mercato con le sue fibre sintetiche (nylon, teflon, lycra, kevlar, sono tutti marchi originali Dupont), il mercato dell'automobile si indirizzava definitivamente all'uso del motore a benzina (il primo motore costruito da Diesel funzionava con carburante vegetale), e Hearst iniziava la devastazione sistematica delle foreste del Sudamerica, dal cui legno trasse in poco tempo la carta sufficiente per mettere in ginocchio quel poco che era rimasto della concorrenza.

Al coro di benefattori si univa in seguito il consorzio tabaccai, che generosamente si offriva di porre rimedio all'improvviso “vuoto di mercato” con un prodotto cento volte più dannoso della cannabis stessa.

E le "multinazionali" di oggi, che influenzano fortemente tutti i maggiori governi occidentali, non sono che le discendenti dirette di quella storica alleanza, nata negli anni '30, fra le grandi famiglie industriali. (Nel caso qualcuno si domandasse perchè mai la cannabis non viene legalizzata nemmeno per uso medico, nonostante gli innegabili riscontri positivi in quel senso).

Come prodotto tessile, la cannabis è circa quattro volte più morbida del cotone, quattro volte più calda, ne ha tre volte la resistenza allo strappo, dura infinitamente di più, ha proprietà ignifughe, e non necessita di alcun pesticida per la coltivazione. Come carburante, a parità di rendimento, costa circa un quinto, e come supporto per la stampa circa un decimo.


Abbiamo fatto l'affare del secolo.

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