giovedì 17 settembre 2015

DIGITAL TAX, ECCO COS’È E COME FUNZIONERÀ


La ha annunciata Matteo Renzi, andando ad attingere a piene mani da Stefano Quintarelli e Giulio Cesare Sottanelli di Scelta civica

La digital tax sarà legge dal primo gennaio 2017, ha annunciato Matteo Renzi dal salotto di Otto e mezzo: “i player dell’economia digitale per me sono dei miti, come Apple e Google, hanno però dei sistemi per cui non pagano le tasse nei luoghi dove fanno business”. La digital tax, che di fatto non sarebbe una tassa, permetterà di raccogliere cifre che non saranno mostruose e che non rialzeranno le sorti del Paese ma che creeranno, sostiene il Premier, equità e giustizia

Come funzionerà
L’impianto non è ancora noto, è fortemente probabile che si useràla proposta di legge depositata il 27 aprile scorso da Stefano Quintarelli e da Giulio Cesare Sottanelli che punta a una ritenuta alla fonte del 25% sulle transazioni indirizzate ai big del digitale (e non solo) che erogano dall’estero servizi in Italia. Un importo che verrà trattenuto all’interno del circuito attraverso il quale viaggiano le transazioni (tipicamente le banche). Una misura che verrebbe estesa a quelle aziende che hanno fatturato all’Italia almeno 5 milioni di euro in un lasso di tempo che supera i sei mesi e che, stando a stime riportate da Quintarelli, potrebbero raggiungere i 3 miliardi di euro.

Questa misura non si applicherà a quei big che hanno sedi fiscali sul territorio o che hanno siglato accordi con l’erario e, in ogni caso, non si tratterebbe di una tassa, ma di una manovra per contrastare l’elusione fiscale nelle transazioni telematiche.

E le leggi sul libero mercato?
L’Italia può muoversi liberamente in attesa di norme europee in merito? La domanda crea due fronti opposti, da una parte i proibizionisti che vedono nel modello Ocse attualmente in fase di discussione una linea guida tanto essenziale da rendere vana ogni iniziativa prima che questo veda la luce e, dall’altra parte, i possibilisti (di cui fanno parte sia il premier sia Scelta civica) che sostengono l’Italia abbia sufficiente spazio di manovra per non dovere rimanere in attesa.

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) è sempre più vicina a un piano definitivo che possa eliminare l’elusione fiscale dei player del digitale e, nel contempo, l’Ue ha già palesato la necessità di introdurre una tassa sulle multinazionali nel quadro della realizzazione del Mercato unico digitale europeo.

Per Renzi sarebbe giunto il momento di non aspettare e di concretizzare un’azione, quella della trattenuta alla fonte, che possa essere perfezionata in futuro senza però cozzare apertamente contro le disposizioni finali dell’Ue.
fonte :wired.it

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