martedì 22 settembre 2015

Scandalo Popolare di Vicenza: Banca d’Italia? non pervenuta






Finalmente, dopo mesi, la procura di Vicenza si è mossa: indagati per aggiotaggioe ostacolo alla vigilanza il presidente (ancora in carica) Gianni Zonin e l’ex direttore generale Samuele Sorato, perquisite dalla guardia di Finanza le sedi di Vicenza,Milano, Roma e Palermo della banca Popolare di Vicenza, e abitazioni e uffici facenti capo agli indagati e a persone non indagate. Le perquisizioni sono state disposte dal titolare del fascicolo, il pm Luigi Salvatori, e si sono svolte a ridosso dell’approvazione del nuovo piano industriale dell’istituto vicentino, che giusto ieri aveva comunicato di aver completato il consorzio di garanzia per l’aumento di capitale da 1,5 miliardi necessario a ripristinare i coefficienti patrimoniali della banca, pregiudicati dalla scellerata gestione Zonin-Sorato.

Le indagini, a quanto si è appreso, riguarderebbero il periodo precedente al dicembre 2014, cioè prima che la vigilanza sulla banca Popolare di Vicenza passasse dallaBanca d’Italia alla Bce e che quest’ultima intervenisse su Vicenza imponendo unadrastica pulizia nei conti che ha comportato svalutazioni e perdite per miliardi di euro, oltre alla scoperta che la banca ha prestato ai propri soci circa 1 miliardo per indurli a sottoscrivere azioni della banca stessa. Atti gravissimi, più volte denunciati anche negli anni scorsi, e che mai però sono stati sanzionati dalla Banca d’Italia, che da questa vicenda rischia di uscire malissimo….

…..molti correntisti sono anche azionisti dell’istituto: spesso sono stati obbligati ad acquistare le azioni per avere un prestito o un mutuo, o si sono ritrovati ad esserlo per aver sottoscritto delle obbligazioni della banca che sono state poi convertite in azioni, come accaduto lo scorso anno. Azioni il cui valore oggi è difficilmente quantificabile (eufemismo n.d. fk).

Tanto per farvi capire il meccanismo, la Popolare di Vicenza “consigliava” l’acquisto di sue azioni NON quotate sui mercati regolari a prezzi FOLLI per “facilitare” le pratiche di concessione del credito.

Azioni che oggi si scopre valere una frazione del prezzo fatto pagare ai clienti.

Al di là dell’aspetto criminale che verrà accertato dalla magistratura, ancora una volta ci si potrebbe chiedere a che cazzo serva la Banca d’Italia.

Anzi a CHI cazzo serva.

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