Human Rights Watch e l’Istituto dei Diritti Umani della Columbia University hanno pubblicato un rapporto in cui emerge che l’Fbi ha coinvolto alcuni musulmani con cittadinanza americana, incoraggiandoli
e talvolta pagandoli per commettere atti terroristici, nell’ambito di numerose operazioni sotto copertura realizzate dopo l’11 settembre. Il più delle volte l’Fbi ha preso di mira persone particolarmente vulnerabili. Con disabilità intellettive e mentali. Oppure poveri. Che probabilmente non avrebbero mai partecipato ad azioni terroristiche di propria iniziativa. Ma che si sono trovati intrappolati.
Le duecentoquattordici pagine del rapporto – dal nome “Human Rights Abuses in US Terrorism Prosecutions“ – offrono un quadro del ruolo del Dipartimento di giustizia nella lotta contro il terrorismo prendendo in esame ventisette casi. Dall’avvio delle indagini fino alla condanna. Documentandone il costo umano significativo per certe pratiche antiterrorismo. Il rapporto si basa su oltre 215 interviste a persone accusate di terrorismo o condannate per reati ad esso connessi. In questo video di quattro minuti si spiega il quadro generale.
Dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001, più di 500 persone, circa 40 casi l’anno, sono stati processati in tribunali federali con l’accusa di terrorismo. Il rapporto solleva interrogativi circa la capacità del sistema di giustizia penale degli Stati Uniti di rispettare i diritti civili. Ci sono stati casi che riguardano violazioni del giusto processo nei casi di terrorismo post-9/11. Condizioni abusive di reclusione che hanno portato a pene detentive troppo lunghe. Isolamento prolungato e severe restrizioni al contatto con le famiglie o gli altri. Ritrae un sistema basato su operazioni sotto copertura, prove segrete, giurie anonime, detenzioni abusive. Human Rights Watch ha detto che i casi “sollevano gravi preoccupazioni per i diritti umani.”
“Agli americani è stato detto che il governo sta cercando di mantenerli al sicuro prevenendo e perseguendo il terrorismo all’interno degli Stati Uniti, ma risulta che la maggior parte di queste persone non avrebbe commesso nessun atto terroristico. E che il più delle volte l’hanno fatto perché incoraggiati o pagati”. È quanto ha affermato Andrea Prasow, vicedirettore di Human Rights Watch e una delle autrici del rapporto. “A dire il vero, la minaccia del terrorismo è reale”, ha detto. “Ma in molti casi documentati, non vi era alcuna minaccia fino a quando l’Fbi si presentò e aiutò a trasformare le persone in terroristi”.
Nel rapporto di Human Rights Watch viene citata anche la storia dei Newburgh Four. Caso raccontato nell’attesissimo documentario ‘The Newburgh Sting‘ andato in onda lunedì scorso su Hbo in cui si racconta dei quattro uomini di New York (i “Newburgh Four“) arrestati nel 2009 perché giudicati colpevoli di complotto per abbattere aerei militari che volano su una base dell’Air National Guard a Newburgh, New York, e far saltare in aria due sinagoghe nella comunità Riverdale del Bronx. Venne poi alla luce che il complotto con i quattro uomini era stato orchestrato dall’Fbi ed era quindi una trappola. L’Fbi è stato in grado di attirare quattro indigenti afro-americani con 250.000 dollari per compiere atti terroristici. Ulteriore dimostrazione che l’Fbi ha ripetutamente usato queste tattiche aggressive, fornendo sostegno finanziario e altri incentivi a soggetti vulnerabili. Che ora sono costretti a scontare 25 anni di carcere.
Anche il nucleo investigativo di Al Jazeera, ha girato un documentario che racconta il mondo degli informatori dell’Fbi alla ricerca di persone da coinvolgere nelle trame violente create dall’Fbi. A seguito degli attacchi dell’11/9, l’Fbi incominciò a reclutare una rete di più di 15.000 informatori.
Sicuramente ci sono degli ottimi esempi all’interno dell’Fbi, che lavorano correttamente e seguendo i giusti obiettivi. Certo è che queste storie fanno pensare anche ad un lato molto oscuro del sistema Fbi. Non solo quello della violazione dei diritti umani. Ma anche quello del reclutamento di civili innocenti da far diventare terroristi. Proprio loro che dal terrorismo dovrebbero difenderci.
Fonte: Il Fatto Quotidiano
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Le duecentoquattordici pagine del rapporto – dal nome “Human Rights Abuses in US Terrorism Prosecutions“ – offrono un quadro del ruolo del Dipartimento di giustizia nella lotta contro il terrorismo prendendo in esame ventisette casi. Dall’avvio delle indagini fino alla condanna. Documentandone il costo umano significativo per certe pratiche antiterrorismo. Il rapporto si basa su oltre 215 interviste a persone accusate di terrorismo o condannate per reati ad esso connessi. In questo video di quattro minuti si spiega il quadro generale.
Dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001, più di 500 persone, circa 40 casi l’anno, sono stati processati in tribunali federali con l’accusa di terrorismo. Il rapporto solleva interrogativi circa la capacità del sistema di giustizia penale degli Stati Uniti di rispettare i diritti civili. Ci sono stati casi che riguardano violazioni del giusto processo nei casi di terrorismo post-9/11. Condizioni abusive di reclusione che hanno portato a pene detentive troppo lunghe. Isolamento prolungato e severe restrizioni al contatto con le famiglie o gli altri. Ritrae un sistema basato su operazioni sotto copertura, prove segrete, giurie anonime, detenzioni abusive. Human Rights Watch ha detto che i casi “sollevano gravi preoccupazioni per i diritti umani.”
“Agli americani è stato detto che il governo sta cercando di mantenerli al sicuro prevenendo e perseguendo il terrorismo all’interno degli Stati Uniti, ma risulta che la maggior parte di queste persone non avrebbe commesso nessun atto terroristico. E che il più delle volte l’hanno fatto perché incoraggiati o pagati”. È quanto ha affermato Andrea Prasow, vicedirettore di Human Rights Watch e una delle autrici del rapporto. “A dire il vero, la minaccia del terrorismo è reale”, ha detto. “Ma in molti casi documentati, non vi era alcuna minaccia fino a quando l’Fbi si presentò e aiutò a trasformare le persone in terroristi”.
Nel rapporto di Human Rights Watch viene citata anche la storia dei Newburgh Four. Caso raccontato nell’attesissimo documentario ‘The Newburgh Sting‘ andato in onda lunedì scorso su Hbo in cui si racconta dei quattro uomini di New York (i “Newburgh Four“) arrestati nel 2009 perché giudicati colpevoli di complotto per abbattere aerei militari che volano su una base dell’Air National Guard a Newburgh, New York, e far saltare in aria due sinagoghe nella comunità Riverdale del Bronx. Venne poi alla luce che il complotto con i quattro uomini era stato orchestrato dall’Fbi ed era quindi una trappola. L’Fbi è stato in grado di attirare quattro indigenti afro-americani con 250.000 dollari per compiere atti terroristici. Ulteriore dimostrazione che l’Fbi ha ripetutamente usato queste tattiche aggressive, fornendo sostegno finanziario e altri incentivi a soggetti vulnerabili. Che ora sono costretti a scontare 25 anni di carcere.
Anche il nucleo investigativo di Al Jazeera, ha girato un documentario che racconta il mondo degli informatori dell’Fbi alla ricerca di persone da coinvolgere nelle trame violente create dall’Fbi. A seguito degli attacchi dell’11/9, l’Fbi incominciò a reclutare una rete di più di 15.000 informatori.
Sicuramente ci sono degli ottimi esempi all’interno dell’Fbi, che lavorano correttamente e seguendo i giusti obiettivi. Certo è che queste storie fanno pensare anche ad un lato molto oscuro del sistema Fbi. Non solo quello della violazione dei diritti umani. Ma anche quello del reclutamento di civili innocenti da far diventare terroristi. Proprio loro che dal terrorismo dovrebbero difenderci.
Fonte: Il Fatto Quotidiano
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