venerdì 18 settembre 2015

UN MANTELLO DELL’INVISIBILITÀ SUPERSOTTILE




Realizzato dai ricercatori di Berkeley, è spesso solo 80 micrometri e permette di avvolgere e schermare alla vista anche oggetti di forma irregolare



Sono trascorsi sei anni dai primi studi sui mantelli dell’invisibilità, e le ricerca oggi continua a fare passi da gigante. L’ultima scoperta arriva dai pionieri di questo campo: lo stesso team di ricercatori di Berkeley che realizzò il primo prototipo nel 2009. Il nuovo mantello, presentato sulle pagine di Science, segna un passo importante: è infatti sottilissimo (praticamente 2D con i suoi 80 nanometri di spessore), flessibile, e capace di schermare efficacemente anche oggetti di forma irregolare, con protuberanze e spigoli, un’impresa impossibile per i dispositivi precedenti.

Fino ad oggi infatti i mantelli dell’invisibilità erano dispositivi ingombranti, più simili a schermi o barriere, e quindi impossibili da avvolgere intorno ad un oggetto. Il segreto del nuovo mantello sottilissimo è un nuovo materiale, o meglio metamateriale: placche rettangolari d’oro, definite anche “nanoantenne”, che possono modificare la direzione dei raggi di luce che le colpiscono, e vengono programmate semplicemente modificandone le dimensioni.

Applicando queste placche (larghe pochi micrometri) su una superficie isolante trasparente, i ricercatori hanno costruito unmantello bidimensionale con cui avvolgere oggetti tridimensionalidi forma arbitraria, che vengono nascosti alla vista modificando la direzione dei raggi di luce incidenti.

Quando la luce colpisce un oggetto, viene infatti distorta e riflessa in tutte le direzioni, ed è questo che permette ai nostri occhi di vedere l’oggetto in questione. Le nanoantenne permettono invece di riflettere in linea retta tutti i raggi di luce che colpiscono il mantello dell’invisibilità e rendono in questo modo funzionalmente invisibile l’oggetto sottostante agli occhi di un osservatore.

Per il momento il prototipo è stato sperimentato su oggetti piccolissimi, pochi micrometri di diametro, ma come spiegaZhang, il coordinatore del team di ricercatori di Berkeley, la tecnologia potrebbe essere facilmente scalata per l’utilizzo su scala maggiore, con l’unico limite del prezzo, attualmente esorbitante, che avrebbe la realizzazione di un mantello dell’invisibilità di grandi dimensioni.

Una serie di limitazioni purtroppo limitano la possibilità di realizzare un autentico mantello dell’invisibilità basato su questa tecnologia, almeno nel futuro prossimo. Innanzitutto, attualmente il mantello deve essere realizzato specificamente in funzione dell’oggetto da nascondere e del colore dello sfondo su cui questo è posto, e risulterebbe quindi inutile per nascondere corpi in movimento. Il metamateriale inoltre è pensato per riflettere la luce, e risulta quindi inutile per nascondere eventuali ombre che inevitabilmente si verrebbero a formare coprendo un oggetto dalla forma troppo complessa, come ad esempio un corpo un umano.



I risultati dello studio comunque sono estremamente importanti sotto il profilo teorico, perché dimostrano l’efficacia della nuova tecnologia, e lasciano spazio a qualche possibile applicazione pratica anche nel breve periodo. I ricercatori di Berkeley suggeriscono per esempio che il loro mantello potrebbe essere facilmente adattato per riflettere onde radio, e utilizzato poi per coprire un caccia militare e ingannare così i radar nemici, non facendo sparire completamente l’aereo magari, ma modificandone l’aspetto il tanto che basta per farlo apparire come un velivolo da trasporto.
FONTE : WIRED

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