Vortici giganteschi negli oceani si comportano come i buchi neri e possono influenzare il clima globale
Secondo alcuni scienziati della Svizzera e degli Stati Uniti, alcuni enormi vortici si sono formati negli oceani sulla Terra e sono matematicamente gli equivalenti dei buchi neri. Queste formazioni sembrano trasportare l’acqua su lunghe distanze e possono influenzare il clima globale. L’esistenza di questi vortici giganti , che possono raggiungere un diametro di circa 150 chilometri, erano già noti da precedenti osservazioni satellitari. Questo ruolo nella circolazione oceanica era difficile da studiare, come i limiti di questi corpi rotanti, che era quasi impossibile da identificare.
Un nuovo studio pubblicato sul Journal of Fluid Mechanics, il team di scienziati svizzero-americano presenta una nuova tecnica matematica che permette la rilevazione e il monitoraggio di tali vortici nelle immagini satellitari. Con sorpresa dei ricercatori è stato notato che i vortici giganti sono formazioni chiuse che si comportano come i buchi neri, descritti nella fisica e nella matematica.
I buchi neri sono oggetti così massicci che nulla, nemmeno la luce, può sfuggire se affrontato su una distanza specifica. Come si può vedere i vortici giganti tengono al loro interno tutta l’acqua, intrappolandola, cioè il volume di acqua intrappolata viene chiusa e non rilasciata come succede nella formazione dei buchi neri nello spazio.
Nei buchi neri esiste la soglia oltre la quale non vi è ritorno ed è chiamato “orizzonte degli eventi” ( perché nessun evento può essere visto al di là di questo limite ). Un raggio di luce che passa questo limite segue un orbita a spirale prima di perdersi per sempre nel mostro cosmico.
Appena fuori l’orizzonte degli eventi, tuttavia, vi è un altro limite chiamate fotoni “bolla”. I ricercatori del Politecnico federale di Zurigo (ETH Zürich) hanno scoperto una corrispondente sfera fotone nei giganteschi vortici oceanici . A questi limiti dei vortici, le molecole di acqua in movimento continuano a girare in cerchi chiusi. E in effetti è molto simile a ciò che accade in un buco nero stellare, ciò che è dentro il vortice può sfuggire in acque tranquille. I confini chiusi dai vortici è ciò che permette l’identificazione e la tracciabilità dei vortici nelle immagini satellitari.
Il team di scienziati sottolinea inoltre che, dal momento che i vortici sono volumi chiusi e stabili di acqua, agiscono efficacemente come veicoli che trasportano l’acqua su lunghe distanze.
I ricercatori dell’Università di Miami riuscirono in una fase successiva ad identificare vortici come buchi neri negli Anelli Agulhas, una serie di vortici oceanici che appaiono al largo della punta meridionale dell’Africa e migrano verso l’Oceano Meridionale al largo dell’Antartide.
Un totale di sette vortici, persistette per un periodo di quasi un anno senza perdite d’acqua. Questi risultati sono stati confermati anche da ricercatori indipendenti, anche presso l’Università di Miami, che ha usato la nuova tecnica per scoprire un buco vortice nel Golfo del Messico. La squadra che firma la pubblicazione sospetta che questi siano l’equivalente di buchi neri che appaiono in altri liquidi ad eccezione degli oceani. Un caso del genere che non si può escludere, è la Grande Macchia Rossa, un vortice gigante costante che infuria su Giove da secoli.
Redazione Segnidalcielo
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