lunedì 30 novembre 2015

"ALTRO CHE PARIGI RENZI STA CON I PETROLIERI"

COP 21. INTERVISTA A ENZO DI SALVATORE, COSTITUZIONALISTA NOTRIV: "DA RENZI A PARIGI BELLE PAROLE, MA RESTA LEGATO AL PETROLIO"

“L’Italia sta facendo la sua parte? Non mi pare proprio. La strategia energetica nazionale prevede sì un capitolo rinnovabili ma si basa ancora sul petrolio. Nell’ultimo anno, il governo sta facendo fioccare i decreti di compatibilità ambientale per nuovi permessi di ricerca ed estrazione petrolifera. Sono i fatti che parlano. Ed è per questo che abbiamo pensato ad un referendum anti-trivelle: chiediamo un election day, consultazione e amministrative insieme nell’interesse dell’ambiente e degli italiani”.

Enzo Di Salvatore, professore di diritto costituzionale a Teramo, è la mano che ha scritto i quesiti referendari anti-trivelle che abrogano alcuni articoli del decreto Sblocca Italia. I quesiti hanno appena ricevuto l’ok della Cassazione. A gennaio sarà la Corte Costituzionale a dire la sua. Ma intorno all’idea di consultazione popolare – da tenersi nella prossima primavera - si è già raccolto un fronte largo che comprende ben 10 amministrazioni regionali, forze politiche dal M5s, alla sinistra italiana, a pezzi di Lega (il Veneto di Luca Zaia è tra le Regioni che appoggiano l’iniziativa).



E poi, presente in massa, è il mondo cattolico, particolarmente sollecitato da Papa Francesco alla cura delle questioni ambientali. “Noi parliamo con tutti, anche con il Pd se vuole: non abbiamo e non vogliamo steccati politici, stiamo al merito delle questioni”, ci dice Di Salvatore in questa intervista.

All’inaugurazione di Cop21, la conferenza Onu sul clima in corso a Parigi, Renzi difende l’impegno italiano in materia di riduzione delle emissioni inquinanti e per quanto riguarda gli investimenti in energie rinnovabili. “L’Italia fa la sua parte”, dice il premier. E’ così?
Dico di no. La Tap (Trans Adriatic Pipeline, corridoio meridionale del gas dal Mar Caspio al Salento, passando per Azerbaijan, Georgia, Turchia, Grecia e Albania, ndr.) è in dirittura d’arrivo e pone grandi problemi di ordine ambientale. ‘Ombrina mare’, progetto di estrazioni petrolifere nell’Adriatico al largo dell’Abruzzo, è alle battute finali: la concessione dovrebbe arrivare a giorni. L’attuazione della strategia energetica nazionale prevede sì un capitolo sulle rinnovabili, ma si basa ancora sul petrolio: i nuovi progetti petroliferi si stanno concludendo. Cito il ‘Vega b’ nel Canale di Sicilia, che è quasi fatto. Tempa Rossa che sicuramente arriverà a conclusione e che comporterà il raddoppio delle estrazioni petrolifere in Basilicata. In questo caso, il primo trattamento di raffineria sarà a Taranto: ciò comporterà la costruzione di un oleodotto, non si sa poi dove questo petrolio verrà invece ulteriormente raffinato e dunque è lecito presupporre un notevole incremento del traffico di navi nel golfo di Taranto. Tutte questioni che pongono notevoli problemi di ordine ambientale.

Dunque non ci siamo.
No. Le dico che nell’ultimo anno stanno fioccando i decreti di compatibilità ambientale per nuovi progetti di ricerca ed estrazione petrolifera. Ultimamente ne sono arrivati due per la Shell nel Golfo di Taranto che si aggiungono a quelli che già ci sono. Solo la Puglia è stata interessata ultimamente da 4-5 decreti di compatibilità ambientale e da qui alla conferenza di servizio e quindi alla concessione vera e propria il passo è breve. Posso andare avanti con gli esempi.

Prego.
Lo Spectrum nel Mare Adriatico è il più grande in assoluto. Va dall’Emilia Romagna fino alla Puglia, riguarda ben 5 regioni. Per ora prevede solo la ricerca di idrocarburi. Ma, se la ricerca va a buon fine, lo Spectrum prevede l’estrazione in alcuni casi entro le 12 miglia dalla costa e in altri casi addirittura entro le 5 miglia dalla costa. Non mi pare che stiamo andando nella riduzione delle emissioni inquinanti: perché questo tipo di strategia energetica incide anche in questo senso.

E’ di oggi la notizia che l’Italia è il primo tra i paesi Ue per morti per inquinamento atmosferico. Un triste primato.
Sì, è il rapporto dell’Agenzia europea dell’Ambiente (Aea). Nel 2012 in Italia ci sono stati 84.400 decessi su un totale di 491mila vittime a livello Ue. Dati alla mano, questi sono i fatti che parlano.

Quanto ai referendum, la Cassazione ha accolto i quesiti. Una decisione che depone bene in vista della sentenza della Corte Costituzionale, secondo lei?
E’ un buon segno non solo perché la Cassazione ha detto sì, ma perché ha mantenuto distinti i sei quesiti. Io spero che la Consulta li dichiari ammissibili tutti e sei, ma allo stesso tempo penso che sia altamente improbabile che vengano bocciati tutti. Comunque la Corte Costituzionale dovrà esprimersi entro la metà di gennaio ed entro il 10 febbraio ci sarà la sentenza. Quindi, il consiglio dei ministri dovrà deliberare e il capo dello Stato dovrà emettere il decreto che fissa la data della consultazione popolare nel periodo tra il 15 aprile e il 15 giugno, come dice la Costituzione. E su questo noi avanziamo una richiesta al governo.

Quale?
Che indica un election day: amministrative e referendum insieme nello stesso giorno. Per il bene dell’ambiente, degli italiani e della spending review. Perché accorpare le elezioni significa anche risparmiare soldi pubblici.

fonte:huffingtonpost

Nessun commento:

Posta un commento