lunedì 30 novembre 2015

STATI DEL TERRORE



E' quasi certo che ci ritroveremo, piu' presto che tardi, un altro catastrofico attacco terroristico sul territorio americano. La goffaggine dei nostri militari nel Medio Oriente; gli Stati di fallimento venuti fuori dalla mala-gestione e dal caos di Iraq ed Afganistan; i milioni di innocenti che noi abbiamo cacciato dalle proprie case terrorizzati o macellati; i falliti regimi fantoccio che abbiamo addestrato ed equipaggiato e che non combatteranno; l'immane quantita' di armamenti e munizioni che abbiamo permesso cadessero nelle mani dei jihadisti -migliaia dei quali hanno passaporto occidentale; la miope politica estera il cui unico principo e' che piu' violenza industriale potra' tirarci fuori dal pantano nel quale essa stessa ci ha trascinato: tutto cio' significa che noi, cosi'come la Francia, saremo presto nei guai.



Tutti i maggiori candidati presidenziali, incluso Bernie Sanders, insieme ai media che altro non sono che camere-eco per le elites, abbracciano l'idea della guerra interminabile. Sono andate perdute per sempre l'arte della diplomazia, l'abilita' di leggere paesaggio culturale, politico, linguistico e religioso di quelli che dominano con la forza, lo sforzo di recidere le radici della rabbia e della violenza jihadista e la semplice comprensione che i musulmani non vogliono essere occupati più di quanto non lo vorremmo noi. Un altro attacco jihadista negli Stati Uniti estinguerà ciò che ancora rimane della nostra democrazia anemica e grandemente disfunzionale. La paura sarà ancora alimentata ancor più febbrilmente manipolata dagli Stati. Ciò che resta delle libertà civili verrà abolito. I gruppi che sfidano gli Stati delle multinazionali- Black Lives Matter, gli attivisti contro il cambiamento climatico o anti-capitalisti- saranno colpiti senza pietà allo scopo di eliminarli dal momento che la nazione sarà catapultata nel mondo manicheo di noi-e-loro, traditori contro patrioti.
La cultura sarà ridotta a farsa burlesca e patriottismo pacchiano. La violenza verrà santificata, ad Hollywood e nei media, come agente purificatore. Qualunque tipo di critica alla crociata o a coloro che la guidano sarà eresia. La polizia ed i militari verranno divinizzati. Il nazionalismo, che nella sua essenza e' auto-esaltazione e razzismo, distorcerà la nostra percezione della realtà. Ci riuniremo attorno alla bandiera come bambini spaventati. Canteremo l'inno nazionale all'unisono. Ci inginocchieremo di fronte allo Stato ed agli organi di sicurezza interna. Pregheremo i nostri maestri di salvarci. Saremo paralizzati dalla psicosi della guerra permanente.

In tempo di guerra i discorsi pubblici emettono gli insani tremolii come Re Lear: “Allora, uccidete, uccidete, uccidete, uccidete, uccidete, uccidete!”

I demagoghi blaterano di più bombe e più corpi di nemici. I militari e gli approfittatori della guerra provvedono a farglieli avere. Il pubblico esulta per le uccisioni. La vittoria e' assicurata. La nazione gioisce quando la nuova faccia del diavolo viene cancellata. Ma quando un'altra faccia del diavolo-Sheikh Ahmed Yassin, Saddam Hussein, Osama Bin Laden, Abu Musab al-Zarqawi or Abdelhamid Abaaoud- e' eliminata, un'altra le da' il cambio e prende il suo posto. E' un'impresa infinita ed inutile. 

La violenza genera violenza di ritorno. Il ciclo non si ferma finché non si fermano le uccisioni. Tutto ciò che ci rende umani -amore, empatia, tenerezza e dolcezza- e'dismesso in tempo di guerra in quanto inutile e debole. Festeggiamo in un demente iper-maschilismo. Perdiamo la capacità di sentire, provare sentimenti e di comprendere. Abbiamo pietà solo di noi stessi.

Celebriamo anche i nostri martiri. Dotiamo i nostri morti santificati con nobili virtù e bontà che definiscono il nostro mito nazionale, ignorando la nostra complicità nel perpetuare il ciclo interminabile della morte. I nostri droni ed attacchi aerei dopotutto hanno decapitato molte più persone, incluso bambini, che non lo Stato Islamico.


I siti web troll jihadisti sono squallidi corridoi nelle case popolari fuori dalle città francesi e nelle baraccopoli delle città in Iraq in cerca di giovani che la guerra ed il neoliberismo hanno messo da parte, così come i reclutatori dell'esercito fiutano i nostri giovani lasciati da parte e privati di tutto e li spediscono a combattere. I giovani ai quali sono stati tolti tutti i diritti, ai quali viene offerta l’illusione dell'eroismo, della gloria, del martirio, ai quali viene promessa una possibilità di essere armati e potenti, sono sedotti da questi individui che si cibano di carcasse.

Centinaia di milioni di persone su tutto il globo sono stati messi da parte dalla globalizzazione come scarti umani. Per lo Stato delle multinazionali essi valgono niente. Gli viene negato il lavoro, benefit, dignità ed auto-stima. Sono facili prede per il canto delle sirene di chi la guerra la vive come affare lucrativo. Indossano uniformi. Abbandonano la propria individualità. Provano la droga intossicante che e' la violenza. Loro assumono una nuova identità: quella del guerriero.

Quando finalmente riescono a vedere oltre le bugie e le illusioni, quando finalmente riescono a comprendere a pieno come sono stati utilizzati e traditi, loro sono già distrutti, mutilati o morti. Non importa. Ci sono intere legioni dietro di essi che aspettano ansiosi la loro opportunità.

 Abbiamo perso le guerre in Afghanistan ed in Iraq. L'Iraq, una nazione unita, e' stata spezzata in gruppi antagonisti e guerreggianti. Non sarà mai più unita nuovamente. Abbiamo assicurato che l'Iraq sarebbe diventato uno Stato fallito nel momento in cui abbiamo smantellato il suo esercito, le sue forze di polizia e la burocrazia governativa, nel momento in cui abbiamo stupidamente tentato di dominare il Paese con la forza -compreso il nostro armare ed organizzare le squadre della morte shiite che hanno portato avanti un regno del terrore contro i sunniti.

Gli insorgenti iracheni, al-Qaida e dopo lo Stato Islamico, arruolano facilmente masse di persone furenti private di tutto le cui famiglie sono state distrutte a partire dall'invasione del 2003, la cui infanzia e'stata colorata da estrema povertà, paura,mancanza di educazione e dei servizi più basilari e da orribili atti di violenza e che, giustamente, non vedono futuro sotto la continua occupazione U.S. Lo Stato Islamico adesso controlla un'area grande quanto il Texas, ritagliata da ciò che rimane di Iraq e Siria. Tutti i nostri attacchi aerei non lo elimineranno.

La situazione non e' migliore in Afganistan. I talebani controllano più Afghanistan di quanto non ne occupassero quando invademmo 14 anni fa. Il regime fantoccio di Kabul che abbiamo armato noi e' odiato e brutale, corrotto, invischiato nel traffico di droga ed e' azzoppato dalla codardia. Ed e' anche pesantemente infiltrato dai talebani. Il regime di Kabul si sgretolerà nel momento in cui noi partiremo. Migliaia e migliaia di miliardi di dollari, insieme a centinaia di migliaia di vite umane, sono state sprecati per niente; anche se il cambiamento climatico sta raggiungendo pian piano il punto in cui assicurerà la completa estinzione della specie umana.

Abbiamo voluto guadare conflitti che non capivamo. Siamo stati catapultati in avanti spinti dalla fantasia, L'occupazione in Iraq doveva vederci come ringraziati in quanto liberatori. Avevamo programmato di impiantare la democrazia a Baghdad e di diffonderla per tutto il Medio Oriente. Siamo stati nutriti con l'assurda promessa che i ricavi della vendita del petrolio avrebbero assicurato la copertura delle spese di ricostruzione. Invece la nostra follia ha generato un collasso politico, economico e sociale, una diffusione della povertà, evacuazioni di massa, miseria ed una rabbia che hanno fatto nascere il jihadismo radicale in Iraq e attraverso l'intera regione

La disintegrazione in Iraq, Siria ed Afghanistan ci ha spinti a formare un'alleanza de facto con l'Iran per combattere lo Stato Islamico ed i talebani. Questa disintegrazione ha bloccato drasticamente il nostro obiettivo di spodestare il regime siriano di Bashar Assad. Adesso stiamo funzionando, insieme alla Russia, come surrogato delle forze aeree di Assad. E poiché i combattenti Hezbollah, che sia l'America che Israele condannano come terroristi e che hanno giurato di distruggere, sono integrati nell'esercito di Assad, noi stiamo anche fungendo da surrogato delle forze aeree Hezbollah.
Il regime iracheno e'dominato dai mullah in Iran. Tutti gli obiettivi utilizzati per giustificare questi conflitti -inclusa la promessa di sradicare il radicalismo jihadista-sono falliti.

 Nella guerra senza fine, i nemici di ieri sono divenuti gli alleati di oggi; questa e' una tematica che George Orwell ha descritto bene nel suo romanzo “1984”, riguardo una società dai rapporti sociali distrutti e perversi:

“In questo momento, per esempio, nel 1984 (se quello fosse stato il 1984), l'Oceania era in guerra con l'Eurasia ed alleata con l'Estasia. In nessuna dichiarazione privata o pubblica veniva mai ammesso che le tre potenze sono sempre state raggruppate su linee differenti. In effetti, come ben sapeva Winston, erano solo quattro anni che l'Oceania era in guerra con Estasia ed alleata con Eurasia. Ma fu solo un pezzetto di conoscenza furtiva, che gli capitò di possedere in quanto la sua memoria non era ancora sotto controllo in maniera del tutto soddisfacente.

Ufficialmente il cambiamento di partner non ebbe mai luogo; l'Oceania era in guerra con l'Eurasia: quindi l'Oceania doveva da sempre essere stata in guerra con Eurasia.

Il nemico del momento ha rappresentato sempre il male assoluto e ciò comportava che ogni tipo di accordo con lui, passato o futuro,era quindi impossibile. ”

Questo non finirà bene. La violenza massiva che impieghiamo attraverso il Medio Oriente non raggiungerà mai i suoi obiettivi. Il terrore di Stato non batterà mai il terrore degli atti individuali.
Sempre più innocenti saranno sacrificati, qui ed all'estero, in una campagna inutile e furiosa; rabbia ed umiliazione collettive cresceranno. Non riuscendo a smussare gli attacchi contro di noi, diverremo sempre più aggressivi e letali.
I nemici interni -specialmente i musulmani-saranno demonizzati, sopporteranno crimini di odio e
gli sarà data la caccia.

Le più tiepide forme di critica e dissenso verranno criminalizzate.

Siamo ostaggi, come Israele, di una accelerata spirale di violenza, solo quando saremo esausti ed esauriti, quando il numero dei morti e dei mutilati ci travolgerà, solo allora terminerà questa sete di sangue. In quel momento il mondo intorno a noi sarà irriconoscibile e, ho paura, irrimediabile.

Chris Hedges ha trascorso in precedenza due decenni come corrispondente dal Centro America, Medio Oriente, Africa e Balcani. Ha fatto reportages da oltre 50 Paesi ed ha lavorato al Christian Science Monitor, National Public Radio, al 'Dallas Morning News' ed al 'New York Times', del quale è stato corrispondente estero per 15 anni.



Fonte: truthdig

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