sabato 12 dicembre 2015

AFGHANISTAN TRA TALEBANI E DAESH


Giorni fa l’americano Times ha comunicato che i combattenti dello Stato Islamico (DAESH), circa 1600 persone, hanno occupato alcuni territori nell’Est dell’Afghanistan, prendendo in particolare sotto il loro controllo vari distretti a Sud di Jalalabad.
La proliferazione dello Stato Islamico in Afghanistan — scrive Times — può essere ricondotta al ritiro delle forze occidentali e ai conflitti interni del movimento dei talebani.
Il Pentagono ha assicurato che è al corrente della presenza in Afghanistan dei combattenti DAESH e sta controllando la situazione per vedere se saranno in grado di modificare le minacce che esistono nella regione. Secondo l’osservatore di Sputnik Pyotr Goncharov, “gli USA e la Nato hanno perso completamente la situazione in Afghanistan e ora stanno cercando di fare buon viso a cattivo gioco, dichiarando che sono al corrente della comparizione del DAESH nella regione e stanno controllando la situazione per vedere come potranno evolvere le minacce. Mi viene da chiedere: ma se sapete tutto, perché non fate nulla?

Stando a quello che dice il Pentagono, DAESH si sta comportando con estrema crudeltà, tortura e uccide le persone in massa, gli abitanti locali a migliaia lasciano le loro case, mentre l’esercito afghano sta subendo delle gravi perdite, cercando di contenere i combattenti. Il Pentagono intanto fa solo l’osservatore”.
C’è una cosa che preoccupa parecchio lo Stato Maggiore della Russia. In Afghaninstan DAESH sta usando la stessa tattica che in Iraq e Siria: prima i combattenti si spargono nella regione, cercando di non attirare attenzione, poi annunciano l’occupazione dei territori. Secondo i dati dello Stato Maggiore russo, gli estremisti in Afghanistan sono ormai 3500, sebbene DAESH abbia fatto la sua comparsa nel paese soltanto l’anno scorso.
In Afghanistan DAESH sta reclutando nuovi combattenti tra i talebani, provenienti in gran parte dal Pakistan, e tra i volontari ceceni e uzbeki.
Che cosa pensano del DAESH gli afgani? Il leader del Movimento di solidarietà nazionale, popolare in Afghanistan, Seyed Eshaq Gailani, intervistato da Sputnik, ha detto in particolare:
“DAESH è un fenomeno nuovo per l’Afghanistan, ma in nessuna circostanza può essere accettato dagli afghani. Tuttavia è successo, sebbene avessimo avvertito la comunità internazionale che poteva crearsi una situazione in cui il popolo avrebbe salutato con gioia i talebani. Non passava un giorno senza che DAESH uccidesse qualcuno, o qualcuno venisse ucciso dalle loro mine. È un fenomeno che fino ad oggi in Afghanistan era sconosciuto, i talebani non hanno con loro nessun rapporto. Anzi, hanno già combattuto più volte contro loro. Coi talebani dobbiamo superare quanto prima tutti i problemi per contrastare insieme questo nuovo “fenomeno”. Non si sa neanche da chi siano sostenuti, eppure gli aiuti che ricevono sono impressionanti. Dobbiamo salvare la nazione, da soli difficimente saremo in grado di contrastare sia il DAESH, che i talebani”.
Gailani ha ragione: senza i talebani è impossibile fermare l’avanzata dello Stato Islamico. La forza del DAESH in Afghanistan sta crescendo, comincia a incidere seriamente sulla situazione nella regione dell’Asia Centrale. C’è chi ritiene che ci vorranno 4-5 anni prima che DAESH possa assumere in Afghanistan la forza che già ha in Iraq e Siria, ma probabilmente è molto sbagliato pensare così.
 http://www.dailymail.co.uk

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