domenica 6 dicembre 2015

ANCHE A SAN BERNARDINO ERA IN CORSO UNA SIMULAZIONE…

Anche a San Bernardino era in corso una simulazione...

Maurizio Blondet


“Nel nostro centro si sono esercizi di simulazione ‘active shooter’ tutti i mesi!”: così si lamentava in un messaggino una infermiera che lavora al Centro Disabili dove è avvenuta la sparatoria. L’infermiera si chiama Dorothy Vong, e la sua testimonianza è stata riportata dal Los Angeles Times.

Le esercitazioni “active shooter” (sparatore attivo) sono appunto simulazioni in cui si suppone che gli agenti di polizia,Guardia Nazionale e soccorritori sanitari diventano esperti, per così dire, come trattare gli stragisti che sparano in scuole e simili istituti. Siccome le sparatorie omicide in America sono una routine, anche le esercitazioni sono una routine. Allo Inland Regional Center di San Bernardino, i pazienti disabili e i loro familiari vengono ogni mese coinvolti in queste esercitazioni, insieme al personale, e ne sono alquanto irritati.

“L’esercitazione è cominciata”: così l’infermiera Dorothy Vong manda un messaggino al marito verso le 11 di quel giorno.

Si avvicina alla finestra e filma un video degli agenti ed altri funzionari che accorrono verso l’edificio “. “Oh, fa’ paura”; dice una voce – una voce calma dietro di lei. Probabilmente un altro dipendente o paziente che guarda alla finestra.

“..E sono tutti bardati!”, dice qualcun altro: “fucili e tutto..”-.

Qualcuno, dietro, ridacchia. Non hanno ancora capito che l’esercitazione è diventata reale.

Finalmente Dorothy rimanda un sms al marito: “Ehi, è vero”. E qualche minuto dopo: “Siamo in un ufficio chiuso a chiave”. Nel pomeriggio il marito, Mark Vong, che è corso al centro e sta dietro della polizia, racconta tutto ciò ai reporters e aggiunge: “Ho detto a mia moglie di stare calma e di non cadere nel panico. So addestrano per questo. Sanno che può succedere”.


E certo, come no. La prima conclusione che le autorità adottare è che quelle continue esercitazioni active shooter sono del tutto inutili. A meno che non servano a coprire i preparativi di un attentato deciso dall’alto.

In ogni grande false flag, l’abbiamo spesso ripetuto, s’è saputo che era in corso una qualche esercitazione di polizia, pompieri, paramedici che simula esattamente la tragedia che deve avvenire. A Londra 2005, vi fu il fondato sospeto che i quattro “terroristi” che fecero esplodere i loro zaini nelle quattro stazione del metrò, potessero essere degli ignari ingaggiati per una esercitazione, che poi è diventata “live” a loro insaputa. Per quanto orrenda questa ipotesi, anche la tragedia di San Bernardino

Si veda questa foto:Se era ammanettato, perché l’hanno ucciso?



Riprende il corpo del marito ‘terrorista’ Syed Farook , appena ucciso dalla polizia. E’ ammanettato. E’ stato ammanettato da morto? E perché? Si ammanettano i vivi pericolosi. Ma una volta ammanettato, Farook non poteva più essere pericoloso. Perché la polizia l’ha ammazzato?

E poi: perché prima di fare la strage i due hanno ritenuto necessario vestirsi con abiti tattici neri, in divisa da terroristi?

Ma nessun dubbio tocca i nostri media: “C’è il marchio dell’Isis sulla strage – la moglie di Farook giurava fedeltà al Califfo”. Già: esiste un messaggio che la moglie e neo-mamma Tashfeen Malik ha postato su Facebook “in cui giura fedeltà al Califfo”. E quando l’ha postato? Il giorno stesso. Anzi, durante la sparatoria.

“Ha postato il materiale alle 11 sotto un altro account alle 11 del matino”, raccontano i giornali: “all’incirca nell’ora in cui son cominciate ad arrivare le chiamate al 911” (il numero d’emergenza, tipo 113).Bonnie & Clyde?

E’ credibile che la neo-mamma in tuta nera, mentre sta sparando, manda un messaggio di fedeltà all’ISIS? E perché sotto “un altro account”?

E da dove è venuta questa notizia? Da un “dirigente di Facebook” (a Facebook executive) che “parla sotto condizione di anonimato perché per direttiva aziendale non può essere citata per nome. Il”Profilo Faceobook” è stato rimosso. Ma è il profilo della signora, oppure il profilo dell’altro account, il falso nome?

“Un altro funzionario che parla sotto condizione di anonimato dice che Malik (la neo-mamma) esprimeva ‘ammirazione’ per Al Baghdadi “ in quel messaggio rimosso, “e che non c’era alcun segno che chiunque altro affiliato all’ISIS le abbia risposto, né che abbia ricevuto istruzioni operative”. Un messaggio d’amore puro e semplice.

Solo a posteriori l’ISIS ha rivendicato: lo ha scoperto, come al solito, Rita Katz.

Ora, non bisogna essere dei maestri del sospetto per capire che 1) o il messaggio non è mai esistito (“E’ stato rimosso”) o 2) Qualcuno l’ha postato su Facebook mentre la signora era impegnata a massacrare 17 persone, conosciute per lo più dal marito. Non è poi così difficile postare un falso profilo su Facebook a nome di un altro. Specie se l’altro non protesterà mai più.

Anche le munizioni e gli esplosivi trovati nella loro abitazione possono esserci stati messi dopo. Niente di più facile: l’FBI ha ovviamente fatto irruzione ed ispezionato ogni angolo della casa. Poi – e questo invece è molto insolito – ha consentito che il proprietario dell’appartamento lasciasse entrare i giornalisti; che come un’orda vergognosa hanno pesticciato, fotografato, frugato nei cassetti, insomma sporcato la cosiddetta “crime scene”.L’orda dei media saccheggia la scena

I federali hanno anche fatto diramare questa notizia, ovviamente sotto anonimato: “Negli anni, uno dei presunti sparatori di San Bernardino, Syed Farook, è stato in qualche tipo di contatto con diverse persone che erano sotto i radar dell’FBI per possibili allarmi di terrorismo, secondo molteplici fonti”.

http://abcnews.go.com/US/san-bernardino-shooter-contact-people-fbis-radar-sources/story?id=35566967

A posteriori, lo FBI dice che sapeva già tutto prima. O aveva dei sospetti. E si osservi il fraseggio: c’è stato “Qualche tipo di contatto”. Quale?

E poi arriviamo ai familiari di Farook: “Non ci sembra una cosa plausibile”, hanno ripetuto davanti a tutte le telecamere. Syed Farook, il preteso terrorista, non solo era un benestante e una persona mitissima, ma era impegnato politicamente col partito Democratico (era registrato come votante), lavorava per il governo della Contea, era un militante ecologista. Non esattamente il ritratto di un aspirante alla barbarie di tagliagole.

http://www.liveleak.com/view?i=526_1449190857#YHzKR3E8uyEmBMTo.99

Quanto al fratello maggiore, Syed Raheel, sposato e con due figli, è un decorato di guerra della Marina militare Usa.

http://www.dailymail.co.uk/news/article-3345337/Brother-San-Bernardino-gunman-decorated-Navy-veteran-honored-role-war-terror.html

La famiglia s’è subito presa un avvocato, David Cheesley, che davanti alle telecamere ha ripetuto: “Ci son troppe cose che non tornano. Non è plausibile che questa donna (la neo-mamma) così minuta, si faccia coinvolgere in una cosa folle, iper-caricaturale, tipo Bonnie and Clyde. Non avevano avuto addestramento militare…e lui ammanettato a testa in giù…”: Ci sono treoppe cose sconnesse, ripete, come a Sandy Hook.

A Sandy Hook, nel dicembre 2012, il solito assassino solitario (Adam Lanza, 20 anni) irruppe in una scuola e sterminò 20 bambini e sei maestre, per poi togliersi la vita. Sulla vicenda ci sono molti pesanti dubbi: “Non che non ci sia stata , ma che non sia avvenuta come racconta la polizia”, precisa l’avvocato.

http://www.dailymail.co.uk/news/article-3345744/San-Bernardino-gunman-s-family-lawyer-says-don-t-believe-official-account-massacre.html

L’avvocato dubita della versione ufficiale. I nostri media naturalmente no. Fatto curioso: lo stesso giorno, a New Orleans, c’è stata un’altra sparatoria in un luogo pubblico, venti feriti, parecchi bambini – o media non se ne sono occupati. Erano troppo occupati a montare il terrorismo islamico di San Bernardino, la signora che “aveva giurato fedeltà al Califfo” mentre sparava, insomma a bersi tutto ciò che raccontano le autorità cosiddette.

Senza domandarsi come mai il povero Farook sia stato ammanettato “e poi” ammazzato – o prima ammazzato e poi ammanettato, ma perché? Perché non li prendono mai vivi e dopo averli ammanettati, dovono ucciderli?

Senza domandarsi se non sia più preoccupante la rivelazione del New York Times, che giorni fa ha parlato di aerei carichi di armi, proprietà del Katar, spediti agli islamisti della Libia (quelli che le nostre forze armate dovranno affrontare) attraverso una agenzia della Cia..

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=13635

Non sarebbe il caso di domandare al “nostro grande alleato” perché la Cia arma i ribelli libici?

O anche segnalare questo fatto: “I due terzi dei decolli dei bombardieri Usa contro l’ISI si sono fatti senza le bombe”, per “restrizioni del budget”.



http://sputniknews.com/middleeast/20151204/1031273667/air-force-stockpiles-low-isil.html

Praticamente per mesi i bombardieri dell’USAF sono decollati dalle basi turche, hanno sorvolato le posizioni del Califfato in Siria e Irak, e poi sono tornati senza lanciare le bombe. Per risparmiare sui bilanci, è ovvio. Potevano risparmiare ancora di più non decollando nemmeno, dato quel che costa un’ora di volo di un F-16…. Ma forse è anche questo un false flag?

E anche la Francia non sta bombardando…La sua portaerei Charles De Gaulle è rimasta senza bombe; ne aveva ordinato ben 600, ma non sono arrivate. A chi le aveva ordinate? Agli Stati Uniti, che non ne ha nemmeno per sé.

E allora la sola portaerei francese è stata ri-collocata: dal Mediterraneo orientale deve andare nel Golfo persico. Ordine degli Stati Uniti, che l’hanno praticamente requisita. Deve andare a rimpiazzare la portaerei Usa Theodore Roosevelt, che deve essere ritirata per restrizioni del budget….Hollande era atterrato proprio ieri sulla nave della patria ed ha annunciato: “Combattere Daesh in altro modo”. Come la Francia e la Germania, partecipiamo anche noi alla coalizione volta dagli Usa, di cui fanno parte 65 paesi – diversi dei quali sostengono l’ISISi e lo armano invece di combatterlo . Non sarà una intera alleanza false flag?

Ma no, è vera. Solo che il nemico è diverso. Mentre scrivo, arriva la notizia che 1200 soldati turchi e diversi carri armati sono penetrati in Irak, nel nord presso Mossul, “ufficialmente per addestrare gruppi iracheni, senza la richiesta o l’autorizzazione delle autorità federali irachene”, ha dichiarato il governo di Baghdad: “Una grave violazione della sovranità». Il governo ne chiede il ritiro immediato. Insomma, Erdogan allarga ancora un po’ la sua guerra, vuole incamerarsi la zona petrolifera dei curdi.

Credete che sia il solo? No. Londra ha trionfalmente votato di far la guerra all’ISIS: E manda in Siria – o davanti – i sommergibili atomici Tiphoon. Ora, non pare che il Califfato abbai una marina da guerra per contrastare la quale bisogna ingaggiare i sottomarini della guerra atomica, armati di missili a testata atomica. Forse Londra ha in mente un altro avversario: quello che sta distruggendo l’ISIS a suon di bombe?

Dev’essere una esercitazione. Una simulazione, come tutto. .


Nessun commento:

Posta un commento