E' morto il re saudita Abdullah bin Abdulaziz al-Saud, al suo posto il fratello Salman, 80 anni. La successione a Riad
Re Salman e la Casa di Saud hanno avuto a che fare con “una valanga senza precedenti” di questioni, tra cui l’economia in difficoltà, bassi prezzi del petrolio e il contraccolpo dall’ avventura militare in Yemen ed il supporto per i radicali siriani.
Ciò potrebbe rivelarsi troppo oneroso per il regno del petrolio.
L’economia è in cima alla lista dei problemi che affliggono l’Arabia Saudita.
Il tasso di disoccupazione non accenna a diminuire, come anche la disparità sociale.
Ad oggi l’Arabia Saudita è il paese più malato del Golfo Persico.
Riyadh è troppo dipendente dalle esportazioni del petrolio malgrado l’intenzione dichiarata di diversificare l’economia ma in realtà già nel 2013 l’economia nazionale era più che mai legata ad esso… anche rispetto a 40 anni prima.
Ne consegue quindi che il forte calo del prezzo del petrolio ha colpito il regno nel suo centro nevralico ed economico.
La politica del regno deve tenere conto delle relazioni con l’estero , specialmente con lo Yemen e l’assistenza ai ribelli siriani.
“I sauditi pensavano di liquidare velocemente Assad dopo la fornitura dei missili TOW made in Usa ai ribelli, ma l’intervento russo sta alterando l’equazione.
Grazie a bombardamenti russo su Daesh, al-Qaeda e altri gruppi ribelli, Assad è stato finalmente in grado di annunciare a fine novembre che le sue truppe stavano avanzando su ‘quasi tutti i fronti’.
I Siriani hanno fatto la loro scelta: Assad è il loro uomo per ora e per il futuro.
La Russia ha assistito le forze di Damasco guidate nella loro lotta contro i gruppi terroristici, che stanno cercando di rovesciare la leadership della Siria, dal 30 settembre.
La campagna, lanciata a seguito di una richiesta formale da Bashar al-Assad, è stato salutato come un successo.
Nonostante ciò, il re Salman ha promesso recentemente di intensificare gli sforzi per rovesciare il presidente siriano Bashar al-Assad, aumentando gli aiuti ad al-Nusra, affiliata ufficiale siriano di al-Qaeda.
Le operazioni saudite nello Yemen si sono rivelate inefficienti.
L’obiettivo era quello di evitare che gli Houthi potessero prendere il potere ed umiliare l’Iran, ritenuta la mente dietro la rivolta, oltre che a mostrare agli Stati Uniti che il regno era in grado di uscire da solo dal caos regnante.
Alla fine l’Arbia Saudita non è riuscita a contrastare gli Houthi dimostrando esattamente l’opposto di quanto previsto….i sauditi non sono in grado di prevalere nemmeno nel loro cortile di casa loro.
Alcune fonti giornalistiche attribuiscono questi problemi al figlio di re Salman bin Salman Mohammad – principe ereditario deputato che serve come capo della difesa del regno – ma alla fine è un prodotto di un sistema educativo chiuso e stretto che enfatizza il Corano e Hadith sulla scienza e l’analisi e che impregna gli studenti con ostilità verso cristiani, ebrei, sciiti e stranieri in generale.
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