Cos’è una NDE?
L’espressione “Near Death Experience” è stata creata dallo psichiatra americano Raymond A. Moody nel 1975, nella pubblicazione del suo bestseller “La vita oltre la vita”. Una NDE può avvenire spontaneamente quando una persona si trova vicina alla morte, in coma o in uno stato di morte clinica, come nel caso di una malattia grave, di un arresto cardiaco, di un incidente o un tentato suicidio. Più raramente può succedere, però, che tali esperienze siano vissute anche da persone che hanno subito un trauma grave, come una violenza o un’aggressione. Anche una paura violenta può provocare l’insorgere di una NDE, come nel caso di una persona che si trova esposta a un pericolo concreto e reale, benché questo non comporti in definitiva nessuna conseguenza sul piano fisico.
Rappresentativo il caso di alpinisti che, precipitando da una montagna, vivono una NDE poiché sono convinti di morire, anche se poi finiscono con l’atterrare sani e salvi sulla neve. In questo caso si parlerà di “esperienza di paura della morte”. Il solo aspettarsi una morte imminente, senza peraltro riportare alcuna ferita, può dunque, in certi casi, essere sufficiente per indurre una NDE.
Esperienze similari possono sopraggiungere in uno stato di coscienza “normale”, non espanso, senza essere in prossimità della morte, come quando ci si trova in uno stato di rilassamento, negli stati di meditazione profonda o mentre ci si addormenta. Si parlerà allora di “esperienze simili alla pre-morte” o NDLE, (Near-Death-Like Experiences).
Una NDE è un’esperienza psicologica estremamente sconvolgente che implica molti più aspetti, che non il mero fatto di trovarsi in prossimità della morte e i cui effetti perdureranno e si affermeranno durante tutto il resto della vita. Le NDE si dividono fra esperienze vissute positivamente (nella stragrande maggioranza dei casi sono percepite così) e quelle invece percepite come terrificanti (una minima parte). Molti tra coloro che hanno vissuto una NDE sottolineano l’inesattezza dell’espressione “esperienza di pre-morte”, perché sono convinti di essere realmente morti e non di essere stati in prossimità della morte.
Non importa se una NDE sia avvenuta alla soglia della morte oppure in circostanze meno drammatiche, l’esperienza sarà sempre portatrice di immagini ed emozioni potenti. Le manifestazioni che vengono riferite più frequentemente parlano di intensi sentimenti di pace, gioia e amore, come anche lo è la descrizione dell’incontro con un essere di luce che simboleggia l’amore incondizionato. Nel caso invece di esperienze di pre-morte “terrificanti”, predominano il senso di colpa, la disperazione e il terrore. Le NDE si inseriscono nell’ambito più vasto di quelle esperienze trasformatrici che oltrepassano i limiti ordinari dello spazio e del tempo e che sono appunto considerate come esperienze transpersonali, spirituali o trascendenti.
Una tipica esperienza di pre-morte può comprendere le seguenti fasi:
L’uscita dal corpo: la persona vive l’esperienza del distacco dal proprio corpo fisico, percependolo dall’esterno e da una certa altezza. Solo in una piccola percentuale di casi questa fase è vissuta con un senso di disorientamento.
Il passaggio in un tunnel o in uno spazio oscuro, talvolta accompagnato da un suono, armonioso oppure sgradevole. La persona prova una sensazione di leggerezza e di velocità vertiginosa.
La comparsa alla fine del tunnel, o dello spazio oscuro, di una luce brillante e attraente e l’improvviso ingresso all’interno di questa stessa luce.
L’incontro con un essere di luce che incarna l’amore incondizionato
La sensazione di una felicità infinita, di una gioia indicibile e di una profonda pace.
L’incontro con famigliari defunti o con guide sconosciute.
La visione di paesaggi paradisiaci e, più raramente, quella di una città di luce.
La ricapitolazione della vita: la visione fuori dallo spazio e dal tempo, e in tre dimensioni, di tutti gli avvenimenti della propria vita, che vengono però vissuti simultaneamente sia dalla prospettiva di colui che fa l’esperienza, che da quella di tutte le altre persone coinvolte nella scena che si sta rivivendo.
L’accesso alla conoscenza assoluta, che viene poi persa parzialmente o totalmente nel momento in cui la persona ritorna nel corpo.
La visione del futuro individuale o collettivo che dà accesso a informazioni che potranno verificarsi in seguito.
La certezza di far parte di una totalità universale e armoniosa e di avere un proprio posto in essa, di appartenere a un’unione cosmica comprendendone il funzionamento e il significato.
La visione di una frontiera simboleggiata da diversi elementi, varcarla renderebbe impossibile il ritorno nel corpo.
Il ritorno nel corpo fisico è desiderato o è imposto.
Si noti che è estremamente raro trovare in una NDE la totalità di tutti questi segni caratteristici. Inoltre, il succedersi delle diverse fasi non è mai lineare. Ogni NDE è in sé unica, poiché strettamente connessa con il vissuto della persona. Eppure nonostante le diversità, si osserva una grande congruenza e similitudine nello svolgimento delle NDE.
Sono quattro le fasi principali che caratterizzano le NDE vissute positivamente:
(1) La prima fase corrisponde all’uscita dal corpo, durante la quale l’individuo si percepisce come dissociato dal proprio corpo fisico. Egli si sente perfettamente in pace, senza peraltro vedere, udire o percepire qualcosa di specifico. Il dolore fisico scompare e sopraggiunge una profonda sensazione di benessere.
(2) Nella seconda fase il mondo fisico – il proprio corpo e l’ambiente – viene percepito come se si osservasse da una certa altezza.
L’ambiente è familiare, ma appare più chiaro e luminoso del solito. Mentre si fa l’esperienza si è dotati di capacità non comuni, come la possibilità di vedere a distanza, di attraversare gli oggetti o, ancora, di “leggere” nei pensieri delle persone presenti. Le percezioni sono più acute e le emozioni più intense. Segue l’attraversamento di un tunnel, o di uno spazio oscuro, a una velocità vertiginosa, per giungere a una luce brillante e attraente situata a una grande distanza.
(3) L’ingresso in tale luce dà inizio alla terza fase, che costituisce l’essenza stessa della NDE e appare svolgersi in una dimensione trascendentale. Si incontrano i propri cari deceduti e altre entità non fisiche fra cui un “essere di luce” che impersonifica l’amore incondizionato e la conoscenza assoluta. Vengono descritti paesaggi sublimi dai colori intensi. La ricapitolazione della vita, che è un aspetto fondamentale dell’NDE, può prodursi proprio in questa fase, con l’amorevole assistenza dell’essere di luce. Non è rara la percezione di avvenimenti futuri, che si convalidano con il passare del tempo. Chi ha fatto l’esperienza riferisce di avere avuto accesso a uno stato totale di conoscenza che rivela i misteri della condizione umana e della natura dell’universo, trasmettendo un sentimento di interconnessione e unità con l’universo.
(4) L’ultima fase è caratterizzata dal ritorno nel corpo, descritto normalmente come una reintegrazione del corpo fisico improvvisa ed emozionalmente dolorosa. Nella metà dei casi si afferma di avere avuto la possibilità di scegliere se tornare o meno nel corpo fisico. La decisione di ritornare viene di solito motivata dal senso di dovere nei confronti di famigliari che ancora hanno bisogno della loro presenza, in particolar modo dei figli. L’altra metà descrive un ritorno imposto, contro la proprio volontà, vissuto con frustrazione e spesso associato all’idea di una missione da compiere sulla Terra.
Quali capacità sono state constatate in chi ha avuto una NDE?
– Aumento delle capacità intellettuali: si manifesta con un maggior acume e rapidità di pensiero e ragionamento.
– Conservazione del senso d’identità: la persona ha la certezza d’essere rimasta se stessa in questo nuovo stato, d’aver conservato la propria personalità, la propria specificità, la propria storia, le proprie emozioni ma anche l’essenza stessa di ciò che la caratterizza.
– Involucro corporeo assente o diverso: alcune persone affermano di non aver avuto un corpo durante le NDE e di essersi sentite come pura coscienza o come un potente centro di energia senza alcun involucro corporeo; altri riferiscono di aver avuto un corpo leggero, fluido, dai contorni indefiniti.
– Percezione alterata del proprio peso corporeo: alcuni affermano di essere stati capaci di muoversi ad altissima velocità e di essersi ritrovati istantaneamente in un luogo diverso, anche molto distante, grazie al solo fatto di averne sentito il desiderio. Gli oggetti materiali, quali muri, tetti o persone possono essere attraversati a piacimento.
– Percezione alterata del tempo: l’NDE sembra avere luogo in una dimensione atemporale o, comunque, sottoposta a una struttura del tempo di altra forma. Sembra che si acceda a una quantità straordinaria di informazioni in un tempo estremamente ridotto.
– Vista: chi ha descritto l’esperienza afferma di aver goduto di una capacità visiva aumentata, dotata di un campo visivo di 180° e della possibilità di vedere simultaneamente da vicino e da lontano, globalmente e anche in dettaglio.
– Udito: vengono riportati due tipi di testimonianza. Il primo concerne coloro che, durante la NDE, odono delle persone vive, sia attraverso i loro pensieri, che attraverso le loro parole, prima ancora che queste siano state pronunciate. Succede frequentemente che sentano un membro dello staff medico annunciare il loro decesso. Il tentativo di comunicare con le persone adiacenti risulta vano. Il secondo tipo di testimonianza concerne la comunicazione, questa volta reciproca, che si stabilisce fra chi sta vivendo l’esperienza e le persone già decedute, le entità spirituali o gli esseri di luce. Questa trasmissione del pensiero avviene senza parole, da coscienza a coscienza, come in una comunicazione telepatica. Lo scambio è istantaneo e senza possibilità di equivoco.
– Contatto fisico: durante una NDE il contatto fisico diventa impossibile. Coloro che l’hanno vissuta raccontano di aver provato a trattenere il braccio di un medico, per esempio, per impedire di compiere i gesti per la rianimazione, ma di non aver trovato nessuna resistenza e di avere semplicemente attraversato il braccio.
– Ineffabilità: L’ineffabilità dell’esperienza è una caratteristica unanimemente riconosciuta. Essa non può essere descritta se non in modo incompleto e con perdita di sostanza, essendo il linguaggio a disposizione inadeguato.
Greyson2 descrive invece le NDE partendo dalle 4 componenti che caratterizzano l’esperienza:
– Cognitiva e percettiva: distorsione del tempo, accelerazione del pensiero, revisione della vita, comprensione istantanea.
– Affettiva: sensazione di pace, di gioia, di unità cosmica, di distacco emotivo, di attrazione verso una luce che irradia amore;
– Psichica o paranormale: acutezza della visione e dell’udito, percezioni extrasensoriali, visione del futuro, esperienza di uscita dal corpo;
– Trascendentale o transpersonale: incontro con una presenza appartenente a una dimensione mistica, universo non terrestre, incontri con entità disincarnate, sensazione di avvicinarsi a un punto di non-ritorno.
Alcune fasi delle NDE, soprattutto le visioni di paesaggi idilliaci adorni di vegetazione di grande bellezza e dai colori intensi, ricordano le sublimazioni artistiche di paesaggi terrestri.
L’incontro con famigliari già deceduti, con un aspetto più bello, più giovane e più sano di quanto non fossero nel giorno della loro morte e con addosso abiti che erano soliti portare, fa pensare a una dimensione che si rivela alla persona tramite immagini familiari al fine di farsi accettare. Potremmo pensare a una dimensione che si mette in scena utilizzando dei riferimenti noti. L’aspetto simbolico delle NDE non andrebbe sottovalutato.
Quali sono le specificità salienti delle NDE?
La nazionalità, la religione, l’istruzione, il livello sociale e intellettuale, l’età o il sesso di chi fa questa esperienza non sembrano avere un’influenza sulla natura stessa della NDE e nemmeno sulla probabilità di farla; solo la sua interpretazione può essere influenzata dai fattori culturali, specialmente quello religioso, senza peraltro riuscire a modificarla (come nel caso di una signora cattolica praticante che dichiarò, in seguito alla sua esperienza di pre-morte, che nulla di quel che ricordava corrispondeva a ciò che la chiesa le aveva sempre insegnato). Dall’osservazione della casistica non è stata rilevata alcuna differenza fra credenti e non credenti, sia per quanto riguarda la frequenza del fenomeno, che per il loro contenuto.
Le circostanze che conducono una persona sulla soglia della morte (incidente, malattia, arresto cardiaco, tentativo di suicidio) non sono fattori determinanti.
Anche bambini molto piccoli possono vivere delle NDE nella loro classica sequenza, salvo che per la ricapitolazione della vita, che è quasi sempre assente in questi episodi infantili. L’esperienza seppur raccontata in maniera più semplice, utilizzando il linguaggio di un bimbo, non differisce da quella di un adulto. Sutherland sostiene che “talvolta ci si aspetta che il contenuto di una NDE di un bambino sia altrettanto limitata quanto il suo vocabolario”. Invece si è constatato che l’età del bambino non influisce sul livello di complessità del racconto. Persino bambini che hanno avuto una NDE in un’età che precede l’uso del linguaggio hanno potuto riferire in seguito di episodi piuttosto complessi3. Ogni esperienza di pre-morte è unica, perché legata al vissuto della persona, benché tutte si assomiglino nella loro essenza, così come nel loro svolgersi e nelle successive conseguenze. Le emozioni provate da chi ha vissuto un’esperienza di pre-morte sono molto simili tra loro, il che suggerisce che questi aspetti caratterizzano qualsiasi essere umano e ci informano delle reazioni della stessa natura umana all’avvicinarsi della morte. Se la descrizione della NDE benché sia raccontata in modo incredibilmente omogeneo dalla maggior parte delle persone – non è verificabile sperimentalmente, perché basata su testimonianze pregne di un vissuto soggettivo, così non è per ciò che riguarda i cambiamenti in positivo osservati in chi ha fatto l’esperienza. Questi cambiamenti sono caratterizzati da moltissime similitudini nonostante la grande diversità fra gli individui.
Desta interesse l’ipotesi indotta dalle NDE che coscienza e memoria continuino a funzionare nello stato di morte clinica, aprendo nuove prospettive e divenendo oggetto di numerose ricerche scientifiche.
Cosa dicono le statistiche ?
Alcune ricerche condotte negli Stati Uniti4, in Australia5 e in Germania6, mostrano che il 15% della popolazione ha vissuto un’esperienza di pre-morte. Long e Long stimano che siano 15 milioni gli Americani che hanno vissuto una NDE, dato che corrisponde al 5% della popolazione totale. Negli Stati Uniti si produrrebbero così ogni giorno 774 esperienze di pre-morte7. Uno studio condotto da Knoblauch indica che il 4,3% dei tedeschi interrogati hanno vissuto una NDE, il che, estrapolato, corrisponderebbe a 3,3 milioni di tedeschi8.
Il cardiologo olandese Pim van Lommel ha condotto un’indagine prospettica lungo un arco di 13 anni in 10 ospedali olandesi, analizzando 344 pazienti sopravvissuti a un arresto cardiaco. I risultati di tale studio (pubblicato da Lancet nel 20019, mostrano che il 18% di questi (cioè 62 pazienti) hanno vissuto una NDE durante il loro arresto cardiaco, di cui il 12% (41 pazienti) riferisce d’aver vissuto NDE particolarmente profonde.
Si stima che le NDE terrorifiche – ancora poco studiate – rappresentino il 4/5% delle NDE recensite.
Questi dati mostrano che tali esperienze sono state vissute da un gran numero di persone e che non è più permesso dubitare della loro autenticità. Così come si evince in tutti gli studi intrapresi e senza possibilità di equivoco, che la NDE è un’esperienza universale non determinata da una specificità geografica o culturale, ma piuttosto emanante dalla nostra stessa condizione di esseri umani. Estrapolando questi dati si può senz’altro supporre che percentuali simili di NDE siano presenti nelle altre parti del globo.
Qual è l’impatto di una NDE sulla vita di chi fa l’esperienza?
In mancanza (o in attesa) d’una sua dimostrazione come realtà oggettiva, la NDE costituisce, comunque, una realtà nella vita di chi l’ha sperimentata. Questa esperienza trascendentale provoca una grave crisi esistenziale che rimette completamente in discussione i propri valori e induce un modo completamente diverso di affrontare il mondo. L’abolizione del concetto di tempo e spazio che si produce durante la NDE, l’esperienza dell’uscita dal corpo fisico pur rimanendo se stessi, con la propria storia e personalità, le proprie emozioni e capacità intellettuali benché amplificate, costituiscono di per sé una forte scossa. L’incontro con l’essere di luce equivale per molti a una rivelazione e questo rappresenta senza dubbio l’aspetto più trasformativo della NDE. L’intensità emotiva dell’esperienza di pre-morte e la difficoltà a tradurla in parole (ineffabilità) spesso isolano la persona dai suoi famigliari, fino a emarginarlo dalla società. Questo senso di solitudine è ancor più accentuato dalla difficoltà di trovare un posto all’interno di una famiglia e di una collettività, i cui valori, gli obiettivi e le preoccupazioni non sono più condivisi.
Coloro che hanno sperimentato una NDE diventano emotivamente più fragili in quanto hanno vissuto il profondo trauma di essere scampati alla morte. Subito dopo l’esperienza molti si ritrovano sovente in condizioni fisiche critiche, a causa della malattia o dell’incidente che li hanno portati al confine fra la vita e la morte. Tuttavia, benché l’aver sfiorato la morte sia un avvenimento in sé traumatizzante, questo non spiega completamente l’insieme di cambiamenti che si osservano nella vita di una persona a seguito di una NDE.
In molti casi, le persone sono incapaci di dare un nome all’evento che hanno appena vissuto, eppure hanno l’intima convinzione che esso sia stato fondamentale e determinante per il loro futuro. Inizia allora un periodo destabilizzante e spesso doloroso di ritorno alla vita di tutti i giorni, che improvvisamente appare insipida e completamente priva di senso.
La trasformazione avviene nell’arco di alcuni anni, anche decenni, con una media di otto anni, prima che le conseguenze della NDE si manifestino completamente. I profondi cambiamenti della vita e dei valori di coloro che vivono una NDE sono così palesi da poter essere facilmente verificati e analizzati. La ricerca di un nuovo modo di vivere è spesso resa più complessa dalla necessità, vissuta dalla persona come impellente, di ridare un senso alla propria esistenza e di compiere quella “missione” che aveva giustificato il suo ritorno nel corpo fisico. L’individuo non trova pace finché non comprende e accetta il nuovo percorso davanti a sé. Allora raccoglie i frutti degli incessanti sforzi della sua ostinata ricerca, libero ormai dalla paura della morte e persuaso che ogni avvenimento che vivrà, sia questo felice o doloroso, avrà senso e sarà infinitamente giusto, certo di tornare un giorno a “casa” nel momento in cui lascerà definitivamente il proprio corpo fisico.
La personalità cambia dopo una NDE?
La NDE provoca una rivalutazione fondamentale dei valori, degli obiettivi e del modo di vivere. I cambiamenti più importanti riguardano:
– L’ordine sociale: viene data priorità all’amore, all’empatia, all’importanza delle relazioni interpersonali, alla tolleranza, all’aiuto e al sostegno degli altri.
– La realtà materiale: diminuzione o totale distacco dai beni materiali, dal successo professionale ed economico e dallo status sociale.
– Il concetto di sé: trasformazione della scala di valori, maggiori autostima e fiducia in sé, sete di conoscenza, aspirazione a sviluppare le proprio potenzialità, idea di una missione da svolgere.
– La concezione della vita: scomparsa della paura della morte, certezza della sopravvivenza della coscienza al corpo fisico, convinzione dell’esistenza di una dimensione spirituale, aumento della gioia di vivere, senso della vita che emerge e si intensifica nel corso del tempo, intensa capacità di saper vivere il momento presente, risveglio spirituale.
Le NDE favoriscono lo sviluppo di capacità psichiche?
Dopo una NDE, un numero significativo di persone sviluppa doti psichiche. Tali abilità emergenti includono la telepatia, la preveggenza, la capacità di vedere o di leggere nel pensiero a distanza, la facoltà di diagnosticare malattie, se non addirittura di curarle. A volte può succedere che l’individuo veda apparire una persona a lui cara nel momento della morte di quest’ultima. Durante una NDE sembra che si apra un accesso a una espansione del campo di coscienza che include una realtà più vasta, che trascende il tempo, lo spazio, la materia e la realtà ordinaria. A quanto pare questa porta non si chiude completamente dopo l’esperienza. Le citazioni di alcune testimonianze possono darci un’idea più precisa di queste capacità psichiche:
“La mia sensibilità si è molto sviluppata, a volte faccio sogni premonitori e mi capita spesso di essere telepatica.“
“Dopo la mia esperienza ho vissuto diverse uscite dal corpo.“
“La mia sensibilità è accresciuta, e riesco a uscire dal corpo con grande facilità, ho capacità telepatiche e una maggiore propensione a prendermi cura e aiutare gli altri.“
“Sono più sensibile, imparo più velocemente, mi concentro meglio, ho più memoria e ho doni psichici, ma, soprattutto, ora cerco di rimanere nel corpo senza più sdoppiarmi; è solo all’interno di questo corpo che avviene l’esperienza della vita, e in nessun altro luogo.“
Queste capacità sono talvolta vissute come un peso, poiché a volte le premonizioni riguardano eventi emotivamente forti, quali catastrofi ecologiche future o il profilarsi di un destino personale tragico.
Personalmente, sono convinta che tutti gli esseri umani posseggano a livello latente queste identiche capacità e che basti un allargamento del campo di coscienza, come avviene in una NDE, per rendere attivo questo potenziale naturale insito nella condizione umana.
A che punto sono le ricerche?
Le esperienze di pre-morte si sono verificate indubbiamente fin dalle origini dell’uomo. Nel corso dei secoli ci sono giunte testimonianze in forma scritta o attraverso rappresentazioni artistiche. Frammenti di alcune descrizioni si possono trovare sia nella Bibbia che nelle opere di filosofia classica.
Tuttavia le ricerche attive sulle NDE sono iniziate solo una trentina di anni fa e, più precisamente, nel 1975 con la pubblicazione del libroLa Vita oltre la Vita di Raymond Moody. Questo libro, anche se aneddotico e senza alcuna pretesa accademica, ha però il merito di aver incoraggiato scienziati di diversa estrazione ad approfondire il fenomeno. La ricerca scientifica rigorosa e sistematica è iniziata nel 1980 negli Stati Uniti, con la creazione della IANDS10 una associazione creata dal professore emerito di psicologia Kenneth Ring e il sociologo John Audette, in collaborazione con altri ricercatori. La nascita di questa struttura ha permesso di raccogliere dati su larga scala e negli Stati Uniti sono stati lanciati diversi programmi di ricerca. Le numerose testimonianze di NDE rilevate hanno rapidamente dato vita a un ricco database che è servito come punto di partenza per una ricerca scientifica rigorosa e diversificata. Il risultato è stato che la ricerca sulle NDE si è estesa rapidamente anche ad altri paesi, fra i quali quelli europei, ed è tutt’ora in corso.
Il fenomeno delle NDE è spiegabile scientificamente?
Il numero di problemi irrisolti circa il funzionamento e la natura della NDE ne confermano la complessità. I modelli e le teorie mediche, neurologiche, psicologiche e parapsicologiche sviluppate fino a oggi non sono in grado di spiegare il fenomeno nella sua interezza e neppure di chiarirne alcuni aspetti. La ricerca sull’impatto che una NDE ha sulla vita delle persone sta però iniziando a dare i suoi frutti in quanto ne facilita l’accettazione sia a livello sociale che personale. Questo fenomeno sta iniziando a essere globalmente riconosciuto e la sua visibilità a livello mediatico, anche se spesso troppo sensazionalistica, consente di informare sull’argomento un vasto pubblico. Resta la sfida di saper trarre il meglio da tutti gli effetti e i benefici indotti da questa esperienza trascendentale, sia sul piano scientifico che filosofico.
2. Barbara Harris e Lionel C. Bascom, Full Circle.The Near Death Experience and beyond, Pocket books, New York, 1990, p. 253, citazione di Bruce Greyson.
3. Cherie Sutherland, Children of the light. The Near Death Experience of children, Bantam Books, New York, 1995, p.13.
4. George Gallup Jr, Adventures in Immortality. A Look Beyond the Threshold of Death, McGraw-Hill, New York, 1982.
5. Mahendra Perera et.al, Prevalence of Near-Death Experiences in Australia, “Journal of Near-Death Studies”, Human Sciences Press, 2005, n. 24, p. 109.
6. Hubert Knoblauch et.al, Different Kinds of Near-Death Experience: a Report on a Survey of Near-Death Experiences in Germany, “Journal of Near-Death Studies”, Human Sciences Press, 2001, n. 20, pp. 15-29
7. www.nderf.org.
8. H. Knoblauch et.al, Different Kinds of Near-Death Experience…, cit.
9. AA.VV., Near-death experience in survivors of cardiac arrest: a prospective study in the Netherlands, “The Lancet”, 2001, n. 358, pp. 2039-2045.
10. IANDS: International Association for Near Death Studies, www.iands.org.
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