sabato 2 gennaio 2016

“CHE ORE SONO?” – L’EQUAZIONE DEL TEMPO



Naturalmente tutti noi sappiamo che l’orario, e la conseguente fissa misurazione della durata dei giorni segnata dai nostri moderni orologi, è una convenzione perchè non tutti i giorni solari hanno la stessa durata. Un artifizio matematico, il cosiddetto “giorno solare medio“, che indica il “Sole medio“, inesistente astro che compie un’eclittica a velocità uniforme, anzichè quella che disegna l’analemma, poichè a velocità variabile, compiuta dal Sole vero.


Meridiana di epoca romana posta su una colonna ritrovata a Pompei

Ormai rarissime le fedeli indicatrici del tempo solare, le meridiane antiche, espressione dell’ingegno umano a fronte di una semplicità tecnologica disarmante che racchiudono e sintetizzano cognizioni di astronomia, matematica, geometria, arte e filosofia, sono oggi considerate inutili ma conservano inalterato il loro fascino e la loro veridicità.

Esiste un orologio, unico in tutta Europa, che è ancora in grado di segnare con esattezza quando il sole si trova allo zenith, cioè quando raggiunge la sua massima altezza, quell’istante che comunemente chiamiamo “mezzogiorno” e che, come detto precedentemente, non avviene con cadenza regolare. Tale culminazione differisce di poche decine di secondi rispetto a quello medio indicato dai comuni orologi, ma sommati nel lungo periodo, ad esempio di alcuni mesi, può anticipare o ritardare anche di circa 16 minuti l’ora esatta.


Piazza Dante a Napoli

Questo particolare orologio, realizzato nel 1853 e rimesso in funzione dopo lungo tempo grazie ad un restauro nel 2008, si trova a Napoli sulla torre sovrastante l’ingresso dell’ex convitto nazionale Vittorio Emanuele II in piazza Dante, un tempo conosciuta come Foro Capitolino od anche Largo Mercatiello, ed applica quella che viene chiamata “l’Equazione del Tempo” ovvero, detto molto semplicemente: algoritmi che contemplano l’inclinazione dell’asse terrestre rispetto all’eccentricità dell’orbita intorno al Sole.

In realtà si tratta di un piccolo secondo “orologio” munito di una sola lancetta, sottostante ad uno più grande di tipo convenzionale.
Il suo quadrante riporta sull’emiciclo inferiore la dicitura “Equazione del Tempo” e su quello superiore la differenza, in positivo o in negativo, in minuti rispetto al mezzogiorno indicato dall’orologio grande.

I numeri a sinistra, da sommare per avere l’ora solare vera, stanno ad indicare che il Sole si trova più ad ovest e quindi in anticipo rispetto all’ora mediamentre quelli a destra, che andranno sottratti, il ritardo rispetto all’ora media trovandosi più ad est.

Quattro volte l’anno (15 aprile – 15 giugno – 1 settembre – 25 dicembre) l’orologio convenzionale e quello solare saranno perfettamente allineati e l’Equazione del Tempo verrà annullata, viceversa in altri quattro momenti dell’anno assume valori estremi massimi e minimi: indicativamente verso il 12 febbraio (-14m,4) – verso il 15 maggio (+3m,8) – verso il 27 luglio (-6m,3) – verso il 3 novembre (+16m,4).


Grafico Equazione del Tempo. Cediti immagine: vialattea.net


Equazione del Tempo. Crediti immagine: vialattea.net

Questo schema rappresenta la sfera celeste vista da un osservatore che sta sopra il polo nord (diagramma orario). Il cerchio esterno rappresenta l’equatore celeste, P il polo nord celeste, Z lo zenit, Ms il mezzocielo superiore, Sm il Sole medio (lungo l’equatore), Sv il Sole vero (lungo l’eclittica), tm il tempo medio, tv il tempo vero, Et l’Equazione del tempo.

Et = tv – tm

Questo fenomeno è stato oggetto d’interesse e di studio fin dall’antichità da astronomi e scienziati, ma è nel 1658 che viene calcolata e redatta la prima tabella dei valori medi dell’Equazione del Tempo, da Christian Huygensmatematico, astronomo e fisico olandese, pubblicata nel suo trattato “Horologium Oscillatorium”.

Per chi lo desidera, avvalendoci della moderna tecnologia informatica, è possibile oggi consultare il Modulo di calcolo dell’Equazione del Tempo ossia Declinazione e transito del Sole al meridiano.

E’ interessante osservare come la nostra civiltà ritiene che il giorno solare vero non sia affidabile come unità di misura del tempo per le necessità organizzative di controllo e funzionali e si avvale perciò di un calcolo matematico che è la media della durata di un certo numero di giorni solari veri per definire la misura del tempo civile.

Allo stesso modo il calendario, già in uso da tempi molto più remoti e che abbiamo per così dire “ereditato”, non ha corrispondenza reale conequinozi e solstizi che regolano il naturale avvicendarsi delle stagioni ed aggiungiamo giorni ad anni bisestili per correggere lo slittamento del calendario rispetto all’anno solare vero.

Eppure la natura, nella straordinaria intelligenza che emerge dall’osservazione di ogni singola cellula, insegna che l’ordine naturale delle cose è da sempre sinonimo di armonia e di bellezza, e che ogni alterazione genera caos ed estinzione.

I ritmi che regolano ogni essere biologico, rispondono a leggi naturali imprescindibili per il benessere e la sopravvivenza delle specie ed ognuna di esse regolano a loro volta il benessere e la sopravvivenza delle altre.

Ammesso e non concesso che non sia effettivamente determinante per gli umani a livello vitale variare convenzionalmente orari di vita di pochi minuti al giorno o di pochi giorni all’anno, in un epoca dove le discipline olistichericonducono sempre più ai ritmi della terra e del creato ed a riappropriarsi di questi antichi saperi, la scienza d’avanguardia propone sempre più unavisione olografica del cosmo e di tutte le sue componenti, per coerenza di pensiero relazionale e di non separatività non è insensato porsi almeno nell’ottica del beneficio del dubbio.

Una civiltà armonica empatica ed amorevole sarebbe priva di queste convenzioni?

fonte:altrogiornale

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