I marinai sul ponte scattano sull’attenti con il saluto militare quando salgono a bordo gli alti ufficiali e lo scodazzo di giornalisti. La nave da guerra del Cremlino salpa dal porto siriano di Tartus, l’unica base navale russa nel Mediterraneo fin dai tempi dell’Unione sovietica. Al largo è schierata la flotta di Mosca contro il Califfo.
Il cacciatorpediniere “Vice ammiraglio Kulakov”, 163 metri di lunghezza e 250 marinai, ha svolto missioni anti pirateria prima di venire dispiegato davanti alla costa siriana.
Gli ufficiali in divisa nera ci scortano sul ponte di coperta e parlano abbastanza apertamente. Una rivoluzione dai tempi dell’Armata rossa. Vietato, però, scendere di sotto a filmare una nave degli anni ottanta, che sente il peso dell’età, ma è tenuta benissimo nei minimi particolari. Uno fra tutti le gloriose foto in bianco e nero dei tempi sovietici quando è stata varata.
“La missione è garantire la sicurezza del porto di Tartus e del traffico marittimo mercantile davanti alle coste in appoggio all’operazione delle nostre forze aeree sul territorio siriano” spiega piazzato in prua, Varik Stanislav Rudolfovich, il comandante.
I fanti di Marina montano la guardia dappertutto. Alle loro spalle i sistemi di lancio dei missili anti nave e sommergibili. Dalla plancia aprono le botole di lancio con impresso sopra lo stellone rosso e muovono i cannoni oltre ale batterie anti aeree.
La flotta russa in appoggio ai raid in Siria conta su una dozzina di unità fra il Mar Mediterraneo ed il Caspio da dove sono stati lanciati missili di crociera su postazioni del Califfato.
Dima, diminutivo di Dmitry è uno dei marinai più giovani, 19 anni, imbarcato da pochi mesi. “La nostra è un’operazione antiterrorismo” sottolinea orgoglioso in inglese.
La presenza della flotta di Mosca punta anche a scoraggiare potenziali interferenze occidentali nell’impresa russa in Siria. L’operazione anti terrorismo lanciata dal Cremlino ha riportato la Russia sugli spalti internazionali e serve a mostrare i muscoli non solo contro il Califfo.
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