Ci sono alimenti che fanno bene al cervello? Che possono fare diventare più intelligenti?
Cristiano G, Cormons: Ci sono cibi speciali che aumentano le funzioni cognitive?
Pasquale G, Salerno: Ci sono cibi che possono in qualche modo aiutare a prevenire le malattie degenerative del cervello come l'Alzheimer?
Quante domande, tutte interessanti che mi permettono d'introdurre dei nuovi studi medico scientifici, le loro interessanti novità ma anche i loro limiti.
No, non ci sono alimenti che fanno diventare più intelligenti, diciamolo subito, se ci fossero vi sembra che io non li avrei già presi?
Per stare in buona salute occorre un alimentazione varia ed equilibrata unita all'attività fisica, tutto l'organismo ne apprezza i benefici incluso il nostro cervello, che ha bisogno d'esercizio fisico ma anche mentale per rimanere allenato e funzionare correttamente (mens sana in corpore sano).
Negli ultimi periodi sono emerse diverse ricerche che mi permettono d'introdurre dei nuovi concetti, proprio in questi giorni sto leggendo un libro molto interessante di un neurologo americano, tale David Perlmutter, il quale associa la salute del microbiota e dell'intestino alla salute del cervello.
Una relazione a prima vista difficile da comprendere ma che vale la pena raccontare.
Dall'Intestino al Cervello dal Microbiota alla Genetica
Da molto tempo voglio parlavi della relazione tra microbiota, la genetica, l'alimentazione e la salute , può essere un occasione per introdurne un breve accenno ne parlerò in modo più approfondito quando parleremo di genetica e obesità.
Ricordatevi di questa parola, microbiota, sul funzionamento del microbiota che sia ricercatori che alcune aziende hanno deciso di puntare per il futuro per motivi ovviamente qualche volta simili, ma spesso diversi.
Cos'è il microbiota? E' quell'insieme di microbi che noi abbiamo nell'intestino, mentre con il termine microbioma si intende interazione del microbiota con il patrimonio genetico di chi lo ospita, la funzionalità del microbiota può dipendere dai nutrienti provenienti dall'alimentazione.
Il microbiota ha diversi funzioni, per esempio regola il sistema immunitario, ma ha la capacità di comunicare con il cervello e perfino arrivare a influenzare il nostro comportamento.
Il professore neurologo americano si spinge oltre, sostenendo chetrattare il microbiota vuole dire prevenire o trattare patologie collegate con le funzioni celebrali e inserisce tra queste anche Alzheimer (anche se personalmente su quest'ultima nutro più di una perplessità).
Questo perchè i microbi che vivono in simbiosi con il nostro intestino, inviano delle informazioni al cervello sul nostro stato metabolico, secondo l'autore ci sono microbi e batteri che partendo dall'intestino sembra possono innescare un processo d'infiammazione anche nel cervello.
Tutto questo si collega alle ultime ricerche che mettono in relazione il genoma umano, l’ambiente ( inclusa la dieta e le abitudini alimentari), e il microbiota intestinale e di come questo può influenzare la nostra salute con effetti nel breve, medio e lungo termine.
La teoria del professor Perlmutter per quanto interessante però mi ha deluso quando passa alle indicazioni nutrizionali, sostenendo schemi alimentari e noi già noti che mancano di quell'aspetto innovativo che caratterizzava l'aspetto teorico:
Evitare e limitare alimenti trasformati, piatti pronti, piatti in scatola che nella nostra società rimane sempre più difficile.
Il Dr. Perlmutter invita a prediligere cibi con batteri benefici, alimenti fermentati, cibi con probiorici e prebiotici, come yogurt e kefir, che secondo il neurologo americano aiutano a mantenere l'integrità del rivestimento intestinale, bilanciare il pH del corpo e possono svolgere un ruolo positivo come regolatori e controllo dell'immunità e dei stati infiammatori.
Il neurologo invita a limitare grassi e zuccheri, più zucchero si consumano, più il nostro microbiota si ammala, data lo sviluppo delle malattie celebrali croniche con l'aumento nella dieta generale della popolazione del consumo di grassi e zuccheri e povera di fibre che secondo il suo parere aumenta la permeabilità intestinale, compromette il sistema immunitario e aumentano il livello d'infiammazione del corpo e del cervello.
Per la parte proteica invita a privilegiare le proteine d'origine vegetale senza escludere quelle animali, invita solo a privilegiare le proteine da uova e pesce
Indica inoltre di privilegiare i buoni grassi come olio d'oliva,
Le porzioni di frutta e verdura
Quello su ci tutti i ricercatori sono d'accordo sono le porzioni di frutta e verdura
Lo stesso Perlmutter indica che alcune verdure sono meglio di altre come come cipolle, rape, avocado, pomodori, zucca, melanzane.
Elogia tutti quei alimenti ricchi di polifenoli, antiossidanti, che hanno la possibilità di ridurre il rischio di malattie neurologiche.
Proprio su quest'ultime indicazioni si innescano alcuni studi della prevenzione dell'Alzheimer che è una malattia neurodegenerativa associata con l'invecchiamento che è caratterizzata da perdita cognitiva, problemi di memoria, che porta alla demenza.
Diversi studi suggeriscono un maggiore consumo di verdura e frutta in particolare più frutta si mette in rilievo :
Il melograno, grazie alle proprietà antifiammatorie degli sui antiossidanti, lo studio è stato pubblicato nel 2015 sulla rivista Chemical Neuroscience nel 2015, dai ricercatori della University of Rhode Island.
Altro frutto collegato alla prevenzione è la fragola, in uno studio pubblicato nel 2013 fatto dai ricercatori del Salk Institute for Biological Studies, indica che i flavonoidi contenuto aiutano a rallentare l'invecchiamento cellulare e la perdita di memoria.
Altro frutta collegato alla prevenzione è l'uva rossa per il contenuto di resveratrolo, uno studio pubblicato su Neurology, ha mostrato i benefici della supplementazione di resveratrolo nelle persone con malattia di Alzheimer.
Più che su un alimento io punterei sull'Alimentazione in generale, attenzione ai squilibri nutrizionali
Il settore della nutrizione ha tanti punti di vista ognuno esprime il proprio e tende a considerarlo unico e vero, io non ho di queste sicurezze, se pure obiettivamente trovo tutto interessante, rimango sempre del parere che al di là di questi studi, al di là di un singolo alimento, del melograno o dello yogurt con probiotico, conta molto l'alimentazione nel suo complesso che deve essere varia ed equilibrata e unita al movimento fisico.
Dal momento che però nella società odierna della grande abbondanza, ma anche una società dei squilibri alimentari, che si manifestano in più patologie come l'obesità, l'anoressia, la bulimia, ortoressia, persone a dieta costante, sempre in restrizione calorica, patologie che diventano croniche.
Queste aumentano il rischio di declino cognitivo associato con l'età, una dieta troppo povera o una dieta troppo ricca di zuccheri e grassi è in grado d'accelerare il deterioramento delle funzioni cognitive e dell'invecchiamento neuronale.
Mi sentirei di porre di più l'attenzione verso quei gruppi di nutrienti un cui sappiamo già da studi epidemiologici, che nella popolazione generale ci sono dei deficit, quindi attenzione a includere il pescenell'alimentazione per l'apporto di omega 3 e di tutti gli altri nutrientiche costituiscono un mix unico e importante per il cervello per le funzioni celebrale.
Un attenzione verso l'intake di Vitamine del gruppo B, Vitamina C, Vitamina E, mentre spendo due parole sugli alimenti ricchi divitamina A, in quanto l'acido retinoico ha un effetto protettivo sul cervello dopo una certa età, permette ai neuroni di stabilire un maggior numero di connessioni tra di loro, stimola la produzione di neuroni nell'ippocampo e ha un effetto regolatore su ciò ricercatori chiamano l'asse di stress.
In genere i paesi occidentali non hanno deficit di vitamina A, quello che non tutti sanno è che le esigenze di vitamina A possono aumentare con l'età.
In sintesi: tornado a noi, per avere un cervello in buona salute, non vanno dimenticate le nozioni di base dell'alimentazione e del movimento, mangiare anzi mangiare bene è di vitale importanza per la nostro salute e per il nostro cervello, come anche condividere e mantenere il piacere della buona tavola, nella nostra società il primo fattore causa della depressione e dell'invecchiamento celebrale è la solitudine.
Oggi possiamo essere in grado forse di migliorare la nostra salute mentale ma questo è solo la parte nutrizionale dietetica mentre invecel'affetto, la condivisione e il piacere di stare con gli altri è la parte che bisogna imparare a coltivare, l'una accanto all'altra.
Cristiano G, Cormons: Ci sono cibi speciali che aumentano le funzioni cognitive?
Pasquale G, Salerno: Ci sono cibi che possono in qualche modo aiutare a prevenire le malattie degenerative del cervello come l'Alzheimer?
Quante domande, tutte interessanti che mi permettono d'introdurre dei nuovi studi medico scientifici, le loro interessanti novità ma anche i loro limiti.
No, non ci sono alimenti che fanno diventare più intelligenti, diciamolo subito, se ci fossero vi sembra che io non li avrei già presi?
Per stare in buona salute occorre un alimentazione varia ed equilibrata unita all'attività fisica, tutto l'organismo ne apprezza i benefici incluso il nostro cervello, che ha bisogno d'esercizio fisico ma anche mentale per rimanere allenato e funzionare correttamente (mens sana in corpore sano).
Negli ultimi periodi sono emerse diverse ricerche che mi permettono d'introdurre dei nuovi concetti, proprio in questi giorni sto leggendo un libro molto interessante di un neurologo americano, tale David Perlmutter, il quale associa la salute del microbiota e dell'intestino alla salute del cervello.
Una relazione a prima vista difficile da comprendere ma che vale la pena raccontare.
Dall'Intestino al Cervello dal Microbiota alla Genetica
Da molto tempo voglio parlavi della relazione tra microbiota, la genetica, l'alimentazione e la salute , può essere un occasione per introdurne un breve accenno ne parlerò in modo più approfondito quando parleremo di genetica e obesità.
Ricordatevi di questa parola, microbiota, sul funzionamento del microbiota che sia ricercatori che alcune aziende hanno deciso di puntare per il futuro per motivi ovviamente qualche volta simili, ma spesso diversi.
Cos'è il microbiota? E' quell'insieme di microbi che noi abbiamo nell'intestino, mentre con il termine microbioma si intende interazione del microbiota con il patrimonio genetico di chi lo ospita, la funzionalità del microbiota può dipendere dai nutrienti provenienti dall'alimentazione.
Il microbiota ha diversi funzioni, per esempio regola il sistema immunitario, ma ha la capacità di comunicare con il cervello e perfino arrivare a influenzare il nostro comportamento.
Il professore neurologo americano si spinge oltre, sostenendo chetrattare il microbiota vuole dire prevenire o trattare patologie collegate con le funzioni celebrali e inserisce tra queste anche Alzheimer (anche se personalmente su quest'ultima nutro più di una perplessità).
Questo perchè i microbi che vivono in simbiosi con il nostro intestino, inviano delle informazioni al cervello sul nostro stato metabolico, secondo l'autore ci sono microbi e batteri che partendo dall'intestino sembra possono innescare un processo d'infiammazione anche nel cervello.
Tutto questo si collega alle ultime ricerche che mettono in relazione il genoma umano, l’ambiente ( inclusa la dieta e le abitudini alimentari), e il microbiota intestinale e di come questo può influenzare la nostra salute con effetti nel breve, medio e lungo termine.
La teoria del professor Perlmutter per quanto interessante però mi ha deluso quando passa alle indicazioni nutrizionali, sostenendo schemi alimentari e noi già noti che mancano di quell'aspetto innovativo che caratterizzava l'aspetto teorico:
Evitare e limitare alimenti trasformati, piatti pronti, piatti in scatola che nella nostra società rimane sempre più difficile.
Il Dr. Perlmutter invita a prediligere cibi con batteri benefici, alimenti fermentati, cibi con probiorici e prebiotici, come yogurt e kefir, che secondo il neurologo americano aiutano a mantenere l'integrità del rivestimento intestinale, bilanciare il pH del corpo e possono svolgere un ruolo positivo come regolatori e controllo dell'immunità e dei stati infiammatori.
Il neurologo invita a limitare grassi e zuccheri, più zucchero si consumano, più il nostro microbiota si ammala, data lo sviluppo delle malattie celebrali croniche con l'aumento nella dieta generale della popolazione del consumo di grassi e zuccheri e povera di fibre che secondo il suo parere aumenta la permeabilità intestinale, compromette il sistema immunitario e aumentano il livello d'infiammazione del corpo e del cervello.
Per la parte proteica invita a privilegiare le proteine d'origine vegetale senza escludere quelle animali, invita solo a privilegiare le proteine da uova e pesce
Indica inoltre di privilegiare i buoni grassi come olio d'oliva,
Le porzioni di frutta e verdura
Quello su ci tutti i ricercatori sono d'accordo sono le porzioni di frutta e verdura
Lo stesso Perlmutter indica che alcune verdure sono meglio di altre come come cipolle, rape, avocado, pomodori, zucca, melanzane.
Elogia tutti quei alimenti ricchi di polifenoli, antiossidanti, che hanno la possibilità di ridurre il rischio di malattie neurologiche.
Proprio su quest'ultime indicazioni si innescano alcuni studi della prevenzione dell'Alzheimer che è una malattia neurodegenerativa associata con l'invecchiamento che è caratterizzata da perdita cognitiva, problemi di memoria, che porta alla demenza.
Diversi studi suggeriscono un maggiore consumo di verdura e frutta in particolare più frutta si mette in rilievo :
Il melograno, grazie alle proprietà antifiammatorie degli sui antiossidanti, lo studio è stato pubblicato nel 2015 sulla rivista Chemical Neuroscience nel 2015, dai ricercatori della University of Rhode Island.
Altro frutto collegato alla prevenzione è la fragola, in uno studio pubblicato nel 2013 fatto dai ricercatori del Salk Institute for Biological Studies, indica che i flavonoidi contenuto aiutano a rallentare l'invecchiamento cellulare e la perdita di memoria.
Altro frutta collegato alla prevenzione è l'uva rossa per il contenuto di resveratrolo, uno studio pubblicato su Neurology, ha mostrato i benefici della supplementazione di resveratrolo nelle persone con malattia di Alzheimer.
Più che su un alimento io punterei sull'Alimentazione in generale, attenzione ai squilibri nutrizionali
Il settore della nutrizione ha tanti punti di vista ognuno esprime il proprio e tende a considerarlo unico e vero, io non ho di queste sicurezze, se pure obiettivamente trovo tutto interessante, rimango sempre del parere che al di là di questi studi, al di là di un singolo alimento, del melograno o dello yogurt con probiotico, conta molto l'alimentazione nel suo complesso che deve essere varia ed equilibrata e unita al movimento fisico.
Dal momento che però nella società odierna della grande abbondanza, ma anche una società dei squilibri alimentari, che si manifestano in più patologie come l'obesità, l'anoressia, la bulimia, ortoressia, persone a dieta costante, sempre in restrizione calorica, patologie che diventano croniche.
Queste aumentano il rischio di declino cognitivo associato con l'età, una dieta troppo povera o una dieta troppo ricca di zuccheri e grassi è in grado d'accelerare il deterioramento delle funzioni cognitive e dell'invecchiamento neuronale.
Mi sentirei di porre di più l'attenzione verso quei gruppi di nutrienti un cui sappiamo già da studi epidemiologici, che nella popolazione generale ci sono dei deficit, quindi attenzione a includere il pescenell'alimentazione per l'apporto di omega 3 e di tutti gli altri nutrientiche costituiscono un mix unico e importante per il cervello per le funzioni celebrale.
Un attenzione verso l'intake di Vitamine del gruppo B, Vitamina C, Vitamina E, mentre spendo due parole sugli alimenti ricchi divitamina A, in quanto l'acido retinoico ha un effetto protettivo sul cervello dopo una certa età, permette ai neuroni di stabilire un maggior numero di connessioni tra di loro, stimola la produzione di neuroni nell'ippocampo e ha un effetto regolatore su ciò ricercatori chiamano l'asse di stress.
In genere i paesi occidentali non hanno deficit di vitamina A, quello che non tutti sanno è che le esigenze di vitamina A possono aumentare con l'età.
In sintesi: tornado a noi, per avere un cervello in buona salute, non vanno dimenticate le nozioni di base dell'alimentazione e del movimento, mangiare anzi mangiare bene è di vitale importanza per la nostro salute e per il nostro cervello, come anche condividere e mantenere il piacere della buona tavola, nella nostra società il primo fattore causa della depressione e dell'invecchiamento celebrale è la solitudine.
Oggi possiamo essere in grado forse di migliorare la nostra salute mentale ma questo è solo la parte nutrizionale dietetica mentre invecel'affetto, la condivisione e il piacere di stare con gli altri è la parte che bisogna imparare a coltivare, l'una accanto all'altra.
Fonti:
D. Perlmutter K.Loberg "L'intestin au secours du cerveau" (l'intestino in soccorso del cervello)
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