giovedì 11 febbraio 2016

LA SALMA DI PADRE PIO CHE TANTO STATE VENERANDO? NON È ALTRO CHE UNA MASCHERA DI SILICONE REALIZZATA DALLA GEMS STUDIO, AZIENDA LONDINESE SPECIALIZZATA NELLA RICOSTRUZIONE DI VOLTI DI PERSONAGGI FAMOSI PER I MUSEI DELLE CERE!


Padre Pio, la salma è finta ma i fedeli non lo sanno: ecco cosa nasconde la teca.
La salma di Padre Pio è finto ma i fedeli non lo sanno, questa è l’accusa riportata da Michele Ippolito per Fanpage. Ecco cosa nasconde in realtà la teca.



Le spoglie di padre Pio, morto nell’ormai lontano 1968, sono arrivate a Roma, dove resteranno fino al prossimo 13 febbraio 2016, per poi essere trasferite nella città natale del santo, a Pietrelcina, in provincia di Benevento. La traslazione della salma da San Giovanni Rotondo è stata oggetto di molte polemiche, ma è stato Papa Francesco in persona a volerlo: il 2016 è l’anno del Giubileo della misericordia e padre Pio aveva la fama di straordinario confessore. L’umile fraticello è, dunque, stato scelto come una vera e propria icona dell’anno santo dedicato al perdono.

COSA NASCONDE LA TECA DI PADRE PIO

Ad essere trasportata per l’Italia del Sud è una teca ed all’interno c’è la ricostruzione del corpo del santo. Quello che molti ignorano, però, è che delle spoglie reali di padre Pio, sotto quel volto che sembra essere rimasto immutato nonostante il passare dei decenni, c’è veramente ben poco. La faccia di padre Pio, di colore vivido, con una bella barba e con un’espressione quasi viva, semplicemente, non è la sua. Si tratta, infatti, di una maschera di silicone realizzata dalla Gems Studio, azienda londinese specializzata nella ricostruzione di volti di personaggi famosi per gli usi più vari: uno dei suoi maggiori clienti è il museo delle cere di Madame Tussaud. Come ben spiega il sito religioso ‘Fides et Forma‘, quello di padre Pio non affatto un volto vero “coperto da una sottilissima maschera di silicone“, bensì una “finta testa di silicone scolpita ex novo“.

Eppure, quando fu aperto il sarcofago che conteneva il corpo del santo nel 2008, quarant’anni dopo la morte, la salma appariva conservata meglio del previsto. Si vedeva chiaramente la barba, il mento era incorrotto, c’erano ancora brandelli di carne sulle ginocchia, sulle mani, sui piedi, che erano scalzi. C’erano ancora le unghie, mentre cranio e arti risultavano quasi completamente scheletriti.

“Quando padre Pio morì – spiega Antonio Margheriti Mastino, esperto di tanatoprassi su corpi di religiosi, autore del libro pubblicato solo in lingua francese intitolato “La mort du Pape” – i frati di san Giovanni Rotondo rifiutarono che sul corpo venissero applicate tecniche conservative. Immaginavano che, trattandosi di un uomo morto in odore di santità, il corpo si sarebbe conservato da solo. In effetti, a causa di una serie di circostanze del tutto naturali, la decomposizione è stata molto lenta. Oggi, per quanto ci è dato sapere, i poveri resti di padre Pio sono stati ricomposti insieme a garze imbottite per dare volume, mentre i resti della testa sono stati incapsulati all’interno di un involucro modellato in silicone. Padre Pio, al posto della testa vera, ha una vera e propria teca, all’interno della quale sono stati posti i resti del suo capo”.

NELLA TECA NON C’È IL VERO VOLTO DI PADRE PIO

Può sembrare macabro, eppure questo è il corpo di padre Pio che sarà venerato da decine di migliaia di fedeli nei prossimi giorni. È lo stesso corpo che si trova esposto da alcuni anni nel nuovo santuario realizzato da Renzo Piano a San Giovanni Rotondo e che ogni anno ospita ben sei milioni di fedeli, quasi quanto quello mariano di Lourdes.

“Quello che vediamo – scrisse sette anni fa uno dei più noti vaticanisti italiani, Luigi Accattoli, criticando l’intera operazione di mostrare ai fedeli i resti di san Pio – non è il corpo: solo sappiamo che le ossa e qualche lacerto muscolare sono sotto quel saio e sotto quella maschera. Se si volesse davvero il contatto visivo con i corpi santi, li si dovrebbe esporre come li ha ridotti il tempo. Così infatti si faceva in antico ma non essendo questo possibile oggi – personalmente non me lo auguro – ritengo che la scelta migliore sia di custodire i corpi nelle tombe senza presumere di poterli portare alla vista. Quella presunzione produce dei falsi“.



tratto da: http://lastella.altervista.org

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