giovedì 17 marzo 2016

HARRY WEXLER – UN ‘GIGANTE’ DELLA SCIENZA


DISTRUGGERE L’OZONO STRATOSFERICO PER RISCALDARE LA TERRA
Wexler


“Il controllo climatico può essere classificato come esercizio ipotetico interessante, ma soltanto fin dove le conseguenze della manomissione degli eventi atmosferici su larga scala possono essere valutate in anticipo. La maggior parte dei progetti che sono stati proposti potrebbero richiedere impegni ingegneristici colossali e comportare il rischio intrinseco di un danno irrimediabile al nostro pianeta” Harry Wexler (1)Harry Wexler (1911- 1962), terzo figlio di immigrati russi, è stato uno dei meteorologi più influenti della prima metà del XX secolo.

Ha frequentato la Harvard University e nel 1939 ha conseguito il dottorato di ricerca in meteorologia al Massachusetts Institute of Technology (MIT). Ancora studente, si unì all’US Weather Bureau dove ha continuato la sua carriera fino alla sua prematura scomparsa nel 1962. Nel 1942 era al servizio dell’US Army Air Corps, il predecessore della US Air Force. Promosso nel 1943, ha lavorato al Pentagono come dirigente di ricerca nella divisone meteo con il compito di utilizzare la meteorologia in modo più efficace nella navigazione aerea, nel bombardamento balistico e fornire previsioni meteo per le operazioni militari.

E’ stato il primo scienziato a volare intenzionalmente dentro un uragano. Nel 1947 Wexler aveva già pubblicato lavori sul sondaggio di uragani per determinare la loro struttura interna, utilizzando tecnologie radar sviluppate per la guerra. E’ stato alla guida scientifica di una spedizione statunitense nell’Antartico. Ha trasformato il Gruppo Polar Research in una speciale task force per studiare l’atmosfera. Le opere di Wexler sono fondamentali per la formulazione del primo modello completo ed esaustivo della circolazione generale dell’aria sopra la cupola di ghiaccio dell’Antartide.

Sognò una rete globale di satelliti per il controllo meteo in tutto il mondo. Sul sito dell’ESA è definito il padre del mondo satellitare (2). L’amministrazione Kennedy nominò Wexler capo negoziatore statunitense per discutere l’utilizzo congiunto di satelliti meteorologici con l’unica altra potenza spaziale del tempo: l’Unione Sovietica. Nel bel mezzo della Guerra Fredda, lui e il meteorologo russo Viktor A. Bugaev posero le basi per un sistema di monitoraggio meteorologico globale.

Wexler è stato il pioniere di concetti innovativi come lo studio delle atmosfere di altri pianeti per capire meglio il comportamento della nostra e dell’uso di computer ad alta velocità per la previsione numerica del tempo e le modificazioni del clima. Conoscendo bene gli sviluppi nel campo della scienza, si mostrò fiducioso in manipolazioni e controllo dei fenomeni atmosferici su larga scala. Nei suoi discorsi pubblici sul controllo del clima ha parlato anche del ruolo crescente dell’inquinamento e dell’uso di razzi sonda con effetti deleteri.

Nel 1962, anno della sua morte, fu invitato a tenere una conferenza intitolata “IL CLIMA DELLA TERRA E LA SUA MODIFICA” allo Space Research and Technology Institute dell’Università del Maryland. Aveva lavorato alle correlazioni fra composti del cloro e del bromo e la DISTRUZIONE DEI LIVELLI STRATOSFERICI DI OZONO.

Quella di Wexler fu l’ultima di una lunga serie di proposte ambiziose per il riscaldamento dell’Artico. Per coincidenza, le sue proposte avvenivano nello stesso momento in cui la National Academy of Sciences stava lavorando al NATIONAL WEATHER MODIFICATION PROGRAM (programma nazionale per la modifica del clima), un ambito nel quale i militari si erano già avventurati fin dal 1958.

Le proposte erano le seguenti :

– AUMENTARE LA TEMPERATURA DELLA TERRA DI 1.7°C iniettando una nube di cristalli di ghiaccio nell’atmosfera polare facendo esplodere 10 BOMBE NUCLEARI NELL’OCEANO ARTICO (scritto nel suo articolo “Modifying Weather on a Large Scale”, Science, n.s. 128 Oct. 31, 1958) in Science Magazine.http://www.sciencemag.org/content/128/3331/1059.extract

– DIMINUIRE LA TEMPERATURA DELLA TERRA DI 1.2 C, “lanciando un anello di particelle di polvere intorno all’orbita equatoriale”, una modifica rispetto ad una precedente proposta russa per riscaldare l’Artico (VEDI QUI) .

– DISTRUGGERE LO STRATO DI OZONO E QUINDI AUMENTARE NETTAMENTE LA TEMPERATURA SUPERFICIALE DELLA TERRA, irrorando diverse centinaia di migliaia di tonnellate di cloro e bromo con aerei stratosferici (1).





Wexler mise in guardia sulla possibilità che un potere ostile potesse far esplodere una bomba al cloro o bromo creando un gigantesco buco nello strato di ozono della Terra, ma anche su possibili fallimenti, come era già accaduto:

– con l’operazione ARGUS: un esperimento militare aveva danneggiato la magnetosfera e generato un nastro di radiazioni artificiali. Gli Stati Uniti avevano fatto esplodere in gran segreto, a 480 km di altezza, tre piccoli ordigni nucleari da 1,5 kT, per verificare la capacità di immettere elettroni nelle fasce di Van Allen. L’esperimento fu progettato e condotto da James Van Allen nello stesso anno in cui aveva annunciato la scoperta delle fasce di radiazione naturali della Terra, denominate appunto Fasce di Van Allen.

– con il progetto WEST FORD del 1961: creazione di un anello di piccole antenne intorno al globo tramite la dispersione di aghi di rame.

– con il Project Highwater del 1962: furono iniettati cristalli di ghiaccio nella ionosfera. Secondo la NASA era un test per studiare gli effetti sulla trasmissione radio e i cambiamenti delle condizioni meteorologiche locali.

Si tratta di interventi significativi con effetti sconosciuti ancora oggi.



La manipolazione della fascia di ozono stratosferica, indagata da Wexler, è un dettaglio di particolare rilievo, visto che l’impoverimento dell’ozono è stato registrato solo dal 1970. I Nobel Sherwood Rowland, Paul Crutzen, e Ralph Cicerone (presidente della National Academy of Sciences) erano stupiti delle ricerche di Wexler, riferisce James Fleming, che era in corrispondenza con gli scienziati durante le sue ricerche.

Il geofisico Sydney Chapman propose già nel 1934 la creazione temporanea di un “buco nello strato di ozono” utilizzando un “deozonizer”.

Harry Wexler era ben qualificato per parlare autorevolmente di clima, di cambiamento climatico e climatizzazione. Non era preoccupato della travagliata storia delle modificazioni delle nubi che influenzavano le precipitazioni a livello locale, ma della manipolazione planetaria e degli effetti sul clima. Era interessato sia alla modifica del clima accidentale, tramite i gas di scarico o altre forme di inquinamento, che alla modifica intenzionale, pacifica o ostile che fosse. Infatti non gli sfuggì il potenziale interesse militare per un possibile attacco dello strato di ozono su di una nazione nemica o rivale.

Wexler ha contribuito a raccogliere i complessi dati climatici globali. Il suo lavoro “Sulle possibilità di controllo del clima”, tra il 1958 e il 1962 , ci mostra la prima generazione coinvolta in progetti geoingegneristici, ma anche la prima ad esserne preoccupata. Dal 1959 fino al 1961 propose e promosse l’idea di un World Weather Watch. Nel 1961 lavorò come capo negoziatore per gli Stati Uniti nei colloqui con l’Unione Sovietica riguardanti l’uso congiunto di satelliti meteorologici. La NOAA History lo presenta come un gigante della scienza (3). La morte di Wexler fu improvvisa. E’ stato un uomo non solo “geniale” ma anche critico e consapevole dei rischi che comportavano le sue ricerche, una volta messe in pratica. I documenti relativi alla sua carriera, in particolare il suo notevole lavoro sulla riduzione dell’ozono e climatizzazione, sono rimasti negli archivi, quindi noti a pochi.

“Il tema del tempo meteo e del controllo del clima sta diventando abbastanza consistente da poterne parlare”, ha detto Harry Wexler durante il suo intervento “On the Possibilities of Climate Control in 1962”.

Oggi siamo nel 2014. Sono passati 50 anni.

L’idea dello scioglimento della calotta artica risale al 1877, quando un geologo di Harvard, Nathaniel Shaler, propose di incanalare la calda corrente Kuroshio nello stretto di Bering.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale sono state avanzate proposte di fusione delle calotte polari da figure ben note, tra cui il primo direttore generale dell’UNESCO (Julian Huxley nel 1946) e un alto funzionario presso il US Weather Bureau, l’ingegnere petrolifero russo Petr Mikhailovich Borisov. Varie conferenze scientifiche hanno esaminato i vantaggi delle manipolazioni, mentre le società minerarie ed energetiche contemplarono l’uso di esplosioni nucleari per l’estrazione di carbone e petrolio. Borisov considerava utili gli effetti della fusione della calotta artica ed è stato preso sul serio dai climatologi sovietici (4). L’ultima ricerca sull’Artico è stata diffusa poche settimane fa ed è dell’International Arctic Research Center della University of Alaska. L’analisi rivela come le temperature delle acque nelle profondità del Mar Glaciale siano aumentate negli ultimi 14 anni. Nonostante il milione di Km2 in più rispetto al 2012, secondo le osservazioni dell’Agenzia Spaziale Europea (5) nel 2013 il volume effettivo del ghiaccio marino pare avere un nuovo minimo storico.

E’ inaccettabile che l’ONU, l’IPCC, i governi, gli enti, i centri di ricerca ecc. non considerino come fattore rilevante nella valutazione dei cambiamenti climatici le interferenze delle tecnologie militari di questi decenni.

FONTI:
Articolo di NoGeoingegneria

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