L’archetipo della madre oscura mi affascina moltissimo perché sono convinta che in ognuno di noi si celino luci e ombre. Sì, persino nelle madri perfette. Il motivo è semplice: più rinneghiamo le caratteristiche “negative” che ci appartengono, più le potenziamo a livello inconscio. Come sosteneva Carl Gustav Jung, questo meccanismo riguarda tutti, uomini e donne, e le madri, a loro volta, non vi sfuggono. In effetti la Grande Madre, aspetto dell’archetipo del Femminile, è tanto buona quanto crudele. Basti pensare alle matrigne delle fiabe, rappresentazione simbolica dell’aspetto terribile della Grande Madre.
Il lato oscuro, ovvero le parti di noi stessi percepite come misteriose, paurose, inaccettabili, esiste eccome ma non suscita simpatia. Men che meno per quanto concerne la figura materna, che oggigiorno non può permettersi alcuno sgarro, assoggettata a un ideale di perfezione irrealistico. Riconoscere l’archetipo della madre oscura è però il primo passo per trasformare le pulsioni oscure/negative in alleate. Una madre che si finge perfetta e che rinnega emozioni come la gelosia, l’invidia, la rabbia e via dicendo, non è autentica e in quanto tale infelice e incompleta. Vittima inconsapevole di quelle stesse pulsioni rinnegate.
Madre luminosa e madre oscura sono interconnesse come il giorno e la notte. In natura la notte non è più o meno negativa del giorno, è semplicemente diversa. Il giorno non nega l’esistenza della notte e viceversa. Ed è grazie a questo equilibrio e a questo reciproco rispetto che collaborano tra loro, alternandosi i compiti. Così non accade nell’animo umano, in particolare nell’animo delle mamme, che si vergognano a esprimere la propria parte notturna, a causa di una società che giudica negativamente il buio, a tal punto da renderlo un tabù.
Cosa accade quando la madre rinnega la parte oscura
Quando una donna rinnega il proprio lato oscuro, senza esserne consapevole, proietta sugli altri le proprie caratteristiche negative, potenzialmente sui figli stessi. Questi ultimi possono sviluppare forme di odio/rabbia/risentimento sotterranee che anziché esprimersi apertamente, rimangono nell’ombra alimentando mostri. E soprattutto alimentando odio o sentimenti negativi nei confronti delle donne stesse. E’ sempre Jung a soffermarsi su queste dinamiche, spiegando che “tutto ciò che è respinto dal sé, appare nel mondo come un evento.”
La proiezione ha uno scopo duplice,
anch’esso positivo e negativo al tempo stesso: da un lato ci permette di disfarci dei nostri tratti negativi fingendo che appartengano ad altri. Dall’altro ci aiuta, se impariamo a riconoscerla, a individuare i nostri lati oscuri. Una volta riconosciuti e integrati, ovvero accettati, essi perdono potere. Un esempio: una madre prova rabbia nei confronti del figlio ma nega a se stessa questo sentimento fingendosi sempre buona e paziente. Così facendo, anziché depotenziare la rabbia, continua a covarla a livello inconscio. Se la madre in questione accetta di provare rabbia/odio nei confronti del figlio, ecco che essa progressivamente sfuma. Oppure si trasforma in qualcos’altro, perdendo l’aspetto “negativo”. Anche l’idealizzazione della madre da parte dei bambini è altrettanto insidiosa. Perché è importante riconoscere che le madri non sono infallibili, possono commettere errori, così da evitare il pericolo della simbiosi, che ostacola la crescita e la maturazione.
Rinnegare la Madre Oscura è il miglior modo per potenziarne l’aspetto negativo perché un sentimento ostile non riconosciuto può diventare pericoloso, diversamente se lo si accetta per quello che è. Una madre che riconosce la propria ombra è più consapevole di se stessa e, quindi, meno vittima di pulsioni inconsce sconosciute. Inoltre non sente più la necessità di corrispondere a modelli di perfezione esterni, che la costringono a tradire la sua vera natura. Prendendo consapevolezza dei propri demoni una madre, come qualunque essere umano, diventa autentica, completa e perciò anche più equilibrata. Sa di non essere infallibile, accetta eventuali errori, sa di non poter essere luminosa in tutte le circostanze e questa consapevolezza, paradossalmente, la rende davvero luminosa. Se la madre accetta la propria imperfezione, senza giustificarla agli occhi del mondo, ecco che il conflitto tra luce e buio viene meno e queste due incredibili forze iniziano a collaborare.
La Madre Terribile nelle fiabe
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La Madre Terribile si può rintracciare ovunque nelle fiabe e nella storia. E’ crudele, pericolosa, non offre protezione, divora i propri figli. Prende vita sotto forma di divinità, come Kali, la Signora incoronata di ossa, o di matrigna nelle fiabe. Quest’ultima infatti rappresenta il lato oscuro di ogni mamma, che in realtà ha la funzione di stimolare il bambino a crescere, a evitare il pericoloso meccanismo della simbiosi con la figura materna. Meccanismo che può ostacolare l’autonomia psichica del figlio/a. Attraverso la fiaba il bambino può sfogare la propria rabbia e il proprio risentimento verso il materno oscuro senza sentirsi in colpa nei confronti della madre reale e in tal senso la matrigna delle fiabe iniziatiche svolge un ruolo importantissimo.
Laura De Rosa
yinyangtherapy.it
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