domenica 24 aprile 2016

MANUALE PER SOPRAVVIVERE DOPO LA MORTE






Ringrazio di cuore la persona (e l’Universo) che mi ha fatto arrivare tra le mani quest’opera che mi ha subito incuriosita e che ho “divorato” in poche ore. Una perla un po’ sottovalutata, forse per il titolo, forse per l’argomento trattato. Eppure di così facile comprensione da rapire subito l’attenzione. Merito dell’autore che tratta la Morte con tono leggero e un po’ sarcastico per esorcizzarne la paura.

Ensitiv, un viaggiatore astrale dall’età di tredici anni, oltre a raccontare le sue esperienze, si concentra sul problema di come approcciarsi alla morte fisica nella maniera più adeguata, affrontando così nel modo migliore il trapasso dal Piano Reale al Piano Astrale, il luogo che ci attende oltre la morte. Un luogo neutro in cui la nostra coscienza rimane fino alla purificazione per poi raggiungere il luogo superiore (Illuminazione, Nirvana, Paradiso, ecc…) o decidere di reincarnarsi e tornare sui “banchi di scuola” (Esistenza Terrena).

Un libro che fa riflettere anche sul modo in cui viviamo ogni giorno, sommersi da messaggi inutili che sopiscono la nostra Anima e la nostra Creatività.
Siamo esseri divini ed eterni, capaci di sentimenti che possono agevolare il nostro trapasso. Eppure l’abbiamo dimenticato, ubriachi di avidità e competitività, in una realtà contorta che predilige la materia anziché lo spirito.

Riporto di seguito la premessa dell’autore e i primi 3 capitoli del Manuale di Sopravvivenza dopo la Morte di Ensitiv.

Buona lettura e buona vita!
Laura




Premessa: Perchè un manuale

A molti sembrerà già strano parlare di “sopravvivenza dopo la morte” e, più avanti, avremo modo di capire il significato di questa dicitura, ma perché chiamarlo “manuale”? Testi esoterici e spirituali parlano della vita oltre la morte, di anime vaganti in chissà quale luogo o spazio… io lascio a loro tutte le ipotesi più complesse e filosofiche e, semplicemente in base alla mia esperienza, cercherò di rendere alla portata di tutti l’argomento, e tenterò di farlo con questa specie di “manualetto” che, se letto da vivi, vi ritornerà utilissimo da morti. Per un periodo più o meno lungo, l’Essenza Vitale o se preferite l’Anima, ha una precisa collocazione e porta con sé tutto il bagaglio delle esperienze terrene e della propria cultura. In questa “Dimensione”, definita da me da ora in poi Astrale e, prima che avvenga il misterioso processo di reincarnazione, giudizio o purificazione (scegliete voi in che cosa credere), l’anima resta in attesa di direttive, un po’ a contatto con il Mondo Reale, un po’ con questo nuovo mondo dove è stata appena proiettata, notevolmente spaesata, ma con una piacevole sensazione di libertà.

Lo scopo di questo testo è capire e conoscere a che cosa vadano incontro le anime quando i corpi subiscono determinati tipi di morte, che cosa provino, che cosa vedano e soprattutto come possano accelerare il percorso verso la purificazione. In quel dato periodo, l’aver letto o meno questo libro farà la differenza.

Sapere come provare a interagire con i propri cari rimasti nel mondo terreno, come non violentarsi nel cercare di ritornare, o come non spaventarsi per l’impossibilità di comunicare, vi garantisco saranno insegnamenti preziosissimi.

Sinceramente non so se tutti i miei consigli vi torneranno utili, ma so per certo che quanto leggerete in questo libro non lo dimenticherete nemmeno da morti.

Sarà un manuale per aiutarvi in un passaggio difficile e traumatico di una morte improvvisa, per darvi la possibilità di concludere nel migliore dei modi la vostra vita terrena nel caso, invece, di una morte annunciata, o semplicemente per rispondere alle domande su che cosa provi e che cosa senta un vostro caro nel momento in cui passa a miglior vita. Un libro di curiosità ed esperienze “paranormali” (anche se, ad oggi, mi permetto di ritenere normale un Viaggio Astrale e paranormale una fila alle Poste) o semplicemente una sorta d’autobiografia di una persona comune che un giorno ha ascoltato quello che gli altri non volevano sentire. Un testo scritto senza la presunzione di voler insegnare, ma con l’umiltà di chi vuole condividere le mete raggiunte dopo un lungo cammino di studi ed esperienze. Nessun lungo e noioso capitolo, ma brevi paragrafi supportati da esempi e battute per far sì che l’argomento appaia digeribile e meno drammatico. Uno spunto per chi vuole approfondire, scoprire e capire uno dei tanti misteri che affascina il genere umano o, nella peggiore delle ipotesi, un libro da utilizzare come spessore per livellare un mobile traballante. Scegliete voi cosa vedere in queste pagine e, se vi saranno state utili, me lo verrete a dire… appena morti. Terminerò ogni capitolo con una frase di quelle che sul web si chiamano post, un po’ riassuntiva, un po’ conclusiva. Qualcuna avrà l’aspetto di un saggio consiglio, qualche altra di un sibillino presagio, ma non dirò nulla in più di ciò di cui vorrei veniste a conoscenza e, soprattutto, spero di non… annoiarvi a morte.




Chi sono

Mi chiamo Ensitiv, ho compiuto il mio primo Viaggio Astrale (l’ingresso semicosciente nella dimensione in cui si ritrovano le anime dei defunti) all’età di circa tredici anni, senza rendermi conto di quello che mi stesse succedendo, e rimanendo per tanto tempo con il dubbio che fosse stato semplicemente un sogno. In seguito ad altre esperienze simili e a un cammino evolutivo che mi ha portato a diventare una sorta di guida spirituale per molte persone, ho ritenuto opportuno creare questo manuale per sdrammatizzare il mito della morte e aiutare i miei fratelli e sorelle a essere sereni e consapevoli di ciò a cui andranno incontro dopo il trapasso. Come dovrebbero esserlo tutti i manuali, questo è un libro di facile lettura, alla portata di chiunque abbia la pazienza di leggerlo, pur affrontando concetti profondi e complessi. Che si voglia o no, la morte accomuna tutti, pertanto, non è certo un testo d’élite o settoriale. Ho cercato di evitare riferimenti religiosi, ho scavalcato teorie di reincarnazione o simili, ho tralasciato paradisi, inferni e purgatori, limitandomi semplicemente a prepararvi a un mondo che probabilmente non avete mai visitato, che sicuramente vi spaventa e dove ovviamente non sarete per nulla contenti di andare.

Vi ho descritto le mie esperienze, controllate, verificate e confermate da chi, come me, ha la fortuna/sfortuna di condividere e subire lo stesso fenomeno.

Ho tentato, con molta umiltà, di trasmettervi quelle poche cose che ho capito riguardo alla Vita, alla Morte, allo Spiritismo e alle capacità spirituali umane. Agli amici che mi seguono sul web e nella vita dico sempre che non amo fare il “sensitivo” annunciando ritorni amorosi, separazioni imminenti ecc. Amo trasmettere quel poco che ho imparato, quel poco che ho visto, e amo indicare non già una strada da seguire, bensì come seguire la propria strada. Non ambisco neppure al ruolo di “maestro di vita”, come qualcuno ama considerarmi e chiamarmi, ma desidero semplicemente condividere quella luce di pochi watt, che un bel giorno è entrata nella mia vita e che oggi mi piacerebbe dirigere anche su di voi. Da molti anni frequento questo posto chiamato “astrale” e anche se non basterebbe una morte per capirlo tutto, posso comunque darvi qualche preziosa indicazione. Quando si visita una città straniera è buona cosa procurarsi una cartina, una guida turistica, o fare una piccola sosta all’ufficio informazioni; di fatto ci preoccupiamo di acquisire nozioni minime per non perderci in luoghi pericolosi o inutili, per visitare le zone caratteristiche e rendere il più possibile gradevole il nostro soggiorno. Ebbene, immaginate cosa può accadere a un’anima, uno spirito o in qualunque modo lo vogliate chiamare, non appena si stacca dal corpo fisico e viene proiettata in questa sconosciuta città. Insieme, cercheremo di raccogliere tante utili informazioni da dare al nostro spirito come se stessimo per fare un corso di sopravvivenza per morti. Strano, eh? Ma nessun esempio renderebbe meglio l’idea di quello che ci approntiamo a fare. Molti di voi non credono affatto a una vita dopo la morte, altri si aspettano chissà quale esagerata forma di trasformazione o evento, altri ancora che il buio o la luce dell’eternità siano in funzione dei propri peccati.

Vi dico con estrema sincerità che nulla è più vivo dell’anima di un morto, che spesso il mondo cosiddetto “astrale” è più reale di quello di tutti i giorni.

Facciamo insieme questa filosofica considerazione: cosa sono i novanta-cento anni di vita reale in confronto a una eternità? Sono paragonabili ai cinque anni della scuola elementare nei confronti del resto della vita? Bene, se mi concedete il paragone, vi dirò che in parte è così. Non sono nulla considerando il fattore tempo, ma sono essenziali per la formazione del nostro carattere e delle basi della nostra cultura, per poi consentirci un’evoluzione sempre maggiore. Se facciamo bene le elementari, riusciremo nelle medie, poi nelle superiori e così via. Se viviamo bene la nostra vita, riusciremo meglio nella seconda prova, nella terza… La vita non è altro che una scuola che vi prepara al raggiungimento dell’eternità, e come in tutte le scuole ci sono i ripetenti. Ho avuto modo di verificare la validità delle mie esperienze, non perché voglia o debba convincere qualcuno ma perché, ritenendomi una persona normalissima, il primo da convincere ero e sono io stesso. Ho incontrato anime così impaurite o desiderose di comunicare che il minimo che io possa fare è cercare di preparare le nuove future anime a non spaventarsi più. Ho scoperto che la serenità non è il premio della vita, ma è la comprensione della morte e, per questo, negli innumerevoli consulti che faccio predico sempre questa serenità, non data dalla salute, dal denaro o dal raggiungimento dei propri obbiettivi, ma dalla consapevolezza che la vita è come un film e va vissuta per ogni scena che ci si prospetta davanti. Proprio come nel cinema, ci sono film romantici, comici, avventurosi, drammatici e addirittura horror, ma sono solo film… e che siate attori o spettatori dovete goderveli per quello che sono, una storia con cui passare un po’ di tempo, magari imparando qualche cosa; questa storia o questo film se preferite, si intitola semplicemente Vita.


Siate gli attori della vostra esistenza e non comparse della vita di qualche d’un altro.




Che cos’è l’anima

Ormai spero che perlomeno la questione dell’esistenza o meno dell’anima sia da ritenersi un capitolo chiuso e archiviato. L’Anima esiste, non è un’invenzione della religione, non è una prerogativa della Chiesa, non necessita di nessun pastore, sacerdote o rabbino. È un’entità a sé stante integrata e cresciuta dentro un corpo pilotato da una mente in stretto rapporto, ma allo stesso tempo in conflitto, con l’anima stessa. Come può un essere umano spiegarsi se non è il creatore di se stesso? Possiamo limitarci a descriverci per quello che vediamo e conosciamo, ma non andare oltre, poiché non siamo creatori di noi stessi, né di tutto quello che si trova al mondo. Conseguentemente a questa riflessione, ritengo che ci sia praticamente impossibile comprendere l’esatto meccanismo del sistema Corpo-Anima-Mente, ma analizzando il tutto in modo distinto possiamo risalire al funzionamento più probabile. Procediamo per gradi: il Corpo non è altro che un veicolo, un contenitore del nostro Io, una macchina insomma che concede a questa entità di sopravvivere nel mondo reale. Come gli astronauti per sopravvivere nello spazio hanno bisogno della loro tuta spaziale, così l’anima ha bisogno di questa “macchina” per muoversi liberamente nella dimensione terrena. Il corpo ha proprie esigenze tutte facenti parte del mondo materiale, quali mangiare, dormire, bere ecc. Cresce in stretto rapporto con l’anima, la quale lo rifornisce dell’energia adatta alle funzioni essenziali, ma per trasmettergli questa energia, ha bisogno di un codificatore che selezioni e orienti questi impulsi energetici nella centrale di smistamento. La centrale di smistamento impulsi non è altro che il cervello, altro fantastico marchingegno che serve per saldare la materia allo spirito. Spesso però, per saldare due diversi metalli, c’è la necessità di inserire un terzo metallo, compatibile con entrambi, in modo da fonderlo insieme e ottenere così una saldatura perfetta. Per fare un esempio comprensibile a tutti e non solo ai saldatori esperti, facciamo finta di dover mettere in comunicazione due persone di lingua, usi e abitudini completamente diversi; per di più, queste persone dovranno lavorare insieme a un progetto, uno dovrà dirigerlo, l’altro dovrà realizzarlo materialmente. Bene: la cosa più ovvia è far intervenire una terza persona che capisca entrambe le lingue in modo che chi dovrà realizzare possa comprendere le precise direttive di chi dirige. Questo traduttore non è altri che la Mente, non da intendersi però come cervello, poiché questi è in realtà solo la “mappa” del progetto, ovvero il custode materiale delle nozioni, il block notes dove la mente elabora il suo lavoro di traduttrice. Essa, la mente, cresce e si forma sia con il corpo che con l’anima, si radica nella seconda e condiziona il primo, è la direttrice di ogni azione perché è l’unica che comprende il linguaggio di entrambi. L’anima è un alieno dentro un corpo terrestre; la mente è lo strumento che fa sì che l’uno non rigetti l’altra, ma che comunichino. Nei secoli passati, il lavoro della mente era perfetto, illustrava i dettagli del progetto e il corpo realizzava le sue più belle opere. Pitture, sculture, poesie, musiche, danze ecc. L’anima è un’entità molto sensibile e adora esprimersi in talenti e virtù, è incline al bene poiché “Goccia Divina” (non tutte, ma questo è un altro argomento) e, come tale, opera per la realizzazione di progetti utili all’umanità e all’universo tutto. È perennemente mossa da uno spirito di fratellanza nei confronti di tutte le creature, poiché consapevole di avere la medesima provenienza. Con il passare del tempo però, la voce dell’anima e, di conseguenza, le direttive per il progetto, sono state sempre più ignorate dalla mente, che ha ritenuto opportuno dirigere lei stessa le opere del corpo senza preoccuparsi minimamente di che genere fossero. Mettere in comunicazione la mente con l’anima non è certo un procedimento facile, le due entità crescono insieme e imparano a dialogare attraverso l’educazione, l’etica, la morale. Nel momento in cui mancano questi procedimenti, è più difficile per le due entità comprendersi, e dunque tradurre le indicazioni al corpo: ed ecco il mondo attuale! La mente è distratta, intasata da messaggi inutili e devianti, la materia ha preso il sopravvento sullo spirito e i messaggi dell’anima rimangono una voce lontana in un caos di pensieri relativi al corpo e alle insidie della psiche. La goccia divina, essendo cresciuta con la mente, ma priva dei procedimenti adatti, è di conseguenza anch’essa una vittima delle direttive mentalmente elaborate, una prigioniera dentro un corpo che non l’ascolta perché il traduttore non riesce o non vuole più sentirla, una schiava del bagaglio di esperienze e sentimenti che insieme hanno costruito, non per cattiveria o superficialità, ma soltanto per incapacità di comunicare. Solo nel momento in cui l’anima si libererà dal corpo ripartirà un dialogo con l’Io mentale. Questo avviene, ad esempio, con la creazione di scenari e visualizzazioni nel mondo astrale, ma è una fase che dura solo per un breve periodo poiché, quando non ci sarà più bisogno del traduttore, lo spirito inizierà il processo di purificazione proprio per dimenticare tutte le esperienze memorizzate nel periodo di convivenza e, a seconda del superamento di questa sorta di esame che è la vita, l’anima tornerà nell’Assoluto, o nuovamente sui banchi di scuola. A questo punto, sarebbe opportuna una vostra domanda (tanto convincermi che mi avete seguito e capito), e la mente? Che fine fa? Oramai, ridotta a un mero bagaglio di esperienze e ricordi, rimane vacante nella dimensione astrale come energia spirituale, qualcuno la chiama anche spettro o fantasma. Sempre per dimostrami la vostra attenzione, i più svegli dovrebbero farmi una seconda domanda: ma se il fantasma è la mente, l’anima cos’è? Ricordatevi che si parla di energia, di conseguenza una divisione di energia può tranquillamente avvenire senza che nessuna delle due forme cambi il proprio stato.

Riassumendo: l’energia “anima” più “corpo mentale” si stacca dal corpo fisico e finisce nella dimensione astrale; qui, prima di iniziare il processo purificatorio, questa forma energetica di due elementi può tradursi in un fantasma, un’anima errante, o addirittura salire a qualche piano più alto.

Nel momento in cui inizia però il processo di purificazione, parte di questa energia viene presa e dirottata verso altri piani lasciando nell’astrale o in altre dimensioni quel residuo di energia che contiene tutte le informazioni e le esperienze relative agli anni vissuti sulla terra e dentro un corpo. Come se avessi due copie di un cd: uno lo lascio in archivio, l’altro lo porto a formattare.


La Gentilezza è la voce dell’anima, date modo agli altri di ascoltarla.



Dalla vita alla morte, dalla morte alla vita

«Dalla Vita alla Morte, dalla Morte alla Vita» recitava una vecchia formula wiccan o, se preferite, stregonesca. Se dunque le amiche streghe fin dai tempi dei tempi consideravano la morte una rinascita, perché ancora ci poniamo il dubbio sull’esistenza di un qualcosa oltre la morte? Purtroppo, l’unica dimensione che conosciamo, o meglio che ricordiamo, è quella terrena, ma il fatto di non aver memoria di altre, non vuol dire che queste non esistano. Fondamentalmente durante la nostra esistenza fisica, facciamo un po’ come i bambini quando si coprono gli occhi convinti che, non vedendo ciò che li spaventa, automaticamente questo scompaia; anche noi, abbiamo coperto i nostri occhi, ma per essere più preciso direi che li abbiamo distratti. Abbiamo catalogato tutte le esperienze più belle giustificandole come sogni, intuizioni, talenti, virtù, senza per nulla preoccuparsi di comprendere da dove provengono e perché. La scienza o la religione hanno solitamente appagato i nostri dubbi e, tranne qualche raro caso di illuminazione, ci siamo nuovamente immersi a tempo pieno nel caotico mondo creato per lasciarci dormienti e innocui. Una volta liberati del bagaglio fisico, colei che ci suggeriva le scelte migliori, che ci rendeva abili in un’arte, o profondamente altruisti, trova finalmente il suo spazio. Smette di dover sopportare l’inutile e costante brusio della televisione, di dover respirare la fetida aria dello smog cittadino o, peggio ancora, di avvelenarsi con le sigarette. Arriva dunque il suo momento: niente più invidie o rancori, niente più bestemmie o ipocrisie, fantasticamente libera di dare sfogo alle sue qualità… ahimè però, senza quel indispensabile mezzo con cui poteva realizzarle. Ha bramato durante tutta la vita di poter avere un ruolo maggiore nel piano fisico, ma è rimasta nascosta, ignorata e quando, finalmente, giunge il suo momento si accorge di non aver più mani per dipingere, voce per cantare né gambe per danzare. Non abita più nel mondo dove è cresciuta prigioniera, ma è stata rispedita in un viaggio che la riporterà nella sua terra di origine. Un po’ come un cucciolo di leone nato nella gabbia di uno zoo e riportato da adulto nella sua savana. Istintivamente sa che è il suo ambiente, sente che i profumi gli sono famigliari e, anche se non conosce la giungla, è appagato da un profondo senso di libertà. Contemporaneamente, è però spaesato e impaurito, sente la nostalgia dell’ambiente dove è cresciuto e rimpiange qualche volto a cui si era ormai affezionato. Così accade alla nostra anima nel momento in cui viene liberata dal corpo. Libera ma spaesata, felice ma nostalgica, protetta ma spaventata. Più repentino e inaspettato è questo passaggio e più disorientata sarà questa anima. Come il leone, cercherà gli odori che gli erano famigliari, si avvicinerà alle case e alle persone, ma quello ormai non è più il suo mondo e ciò che creerebbe sarebbe solo paura e panico; ed ecco il motivo per cui vorrei insegnarvi a non fare i fantasmi. Compreso che non è il caso di spaventare la gente, al nostro leone non rimane che esplorare il proprio habitat, gustarsene i colori e i profumi, dimenticando quello che è stato il suo mondo fino a quel momento. Potrebbe succedere che, per nostalgia o preoccupazione, gli amici umani di questo leoncino tornino a cercarlo e a chiamarlo in mezzo alla foresta, ma anche se sarà difficile ignorare il richiamo dei sentimenti, io gli consiglierei di proseguire il suo viaggio. Magari potrebbe giusto concedersi un velato saluto in ambiente onirico, per comunicare che va tutto bene e che è ansioso di scoprire il mondo da solo, per poi proseguire obliando ogni legame con il passato. Qualche lacrima da entrambe le parti, e infine il tempo cancellerà le amarezze causate dal distacco. Se la nostra anima-leoncino continuasse a rispondere ai continui richiami, il nuovo adattamento risulterebbe notevolmente ritardato, mentre dall’altra parte non verrebbe accettata l’idea della perdita, con la conseguenza di un sempre maggior dolore, depressione ecc. La morte non è mai giusta agli occhi degli umani: arriva sempre troppo presto, difficilmente si presenta in modo piacevole e indolore, e tocca sempre alla persona sbagliata… ma è l’esatto scopo della nostra vita ed è un passaggio fondamentale per la nostra crescita spirituale. Dovete smetterla di guardarvi come corpi dove forse dentro c’è qualcosa chiamata anima; imparate a guardarvi come Anime ricoperte da qualcosa chiamato corpo. Quando e se, anche solo in parte, riuscirete a “digerire” questo concetto, il vostro rapporto con la morte e con la vita migliorerà notevolmente. Il dualismo tra anima e corpo sarà protagonista senza che ve ne accorgiate, di tutta la vostra esistenza terrena. La mente si coalizzerà con il corpo per razionalizzare le ottime intuizioni, demotivare le velleità artistiche, sminuire il talento e, laddove ne abbiate la possibilità, ostacolare i viaggi astrali. Ricordo a questo proposito un faticoso pomeriggio nel quale stavo cercando di uscire dal corpo per verificare alcune sensazioni avute la sera precedente. Era tutto predisposto nel migliore dei modi: ambiente tranquillo, nessun rumore fastidioso, telefoni spenti e la giusta motivazione a rilassarsi. Era un’uscita per me molto importante, non sto a spiegarne i motivi precisi, ma basti sapere che, grazie a quella sperimentazione, avrei raggiunto una conoscenza più profonda sul lavoro della mente prima del viaggio astrale. Dopo pochi minuti di rilassamento iniziarono le famose vibrazioni (vero e unico sintomo dello sdoppiamento) e la totale indifferenza nei confronti dell’ambiente circostante. Sarei uscito dal corpo nel giro di due minuti al massimo se non fosse stato per un fastidiosissimo prurito che mi costrinse a grattarmi e, di conseguenza, a interrompere il processo appena iniziato. In un primo momento non detti molta importanza al fatto e ricominciai a rilassarmi in attesa di nuove vibrazioni. Puntualmente tornai al momento cruciale di uscita e puntualmente ricomparve il prurito, localizzato in un’altra parte del corpo. Pur non credendo al caso, lo considerai un evento casuale e, senza spazientirmi, ripetei le operazioni di rilassamento. Anche il terzo tentativo sfumò con una serie di fitte pungenti che martoriarono la mia pancia senza un motivo apparente. Controllai accuratamente se questa situazione non derivasse dalla presenza di insetti o di qualche altra cosa, ma tutto risultò normale e, pertanto, procedetti con un quarto tentativo. Questa volta “l’aggressione” si manifestò con prurito e punture, quasi in un crescendo di sensazioni rivolte proprio a farmi desistere dal continuare. La mia mente lavorava sul corpo per ostacolare la mia uscita: era possibile tutto ciò? Decisamente sì. Spesso mi ero ritrovato a combattere tra la volontà spirituale e quella materiale. Di conseguenza ero a conoscenza degli ostacoli che la nostra mente oppone ai desideri spirituali, ma avere un riscontro così fisico del dualismo tra anima e corpo era una novità anche per me! Per quella sera vinsero i pruriti e le punture, poiché riuscirono a spazientirmi e a rimandare l’esperimento, ma da quel giorno in poi, la battaglia si sarebbe fatta ardua e costante, tanto da sfociare nel classico gesto del dito, che indirizzai al mio corpo in una delle mie successive uscite; già in pratica avevo mandato a quel paese me stesso, contento di averlo battuto con uno stratagemma che vi racconterò in uno dei capitoli seguenti.

Spesso amate mentire sulla vostra età per apparire ciò che non siete: è ridicolo! Siamo eterni e al mondo da migliaia di anni. Che senso ha toglierne quattro o cinque?

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