Gli USA sono uno Stato in cui le leggi e regolamenti sulla borsa e gli obblighi informativi sono presi con serietà. Violare questi obblighi significa andare incontro a pesanti sanzioni, anche penali.
Una delle dichiarazioni obbligatorie più diffuse si chiama “FORM 13F”, che deve essere compilato da chi acquista o vende azioni sul mercato americano. Le informazioni del modulo vengono poi rese pubbliche dal sito della SEC , la Security and Exchange Commission, dove è possibile verificare gli investimenti effettuati.
Abbiamo fatto qualche ricerca ottenendo alcuni risultati clamorosi che richiederebbero spiegazioni. Cercando nel database il modulo 13F relativo alla BANCA D’ITALIA (verificato controllando poi l’indirizzo fisico del dichiarante, Via Nazionale 91 , Roma) abbiamo ottenuto questo:
AZIONI: La Banca d’Italia possiede sul mercato americano 50 milioni in azioni CNH NV, cioè la controllata del gruppo FCA nel settore macchine agricole ed operatrici, con sede legale nei Paesi bassi. Quindi possiede 28 milioni in azioni Ferrari, la cui sede legale si è trasferita nei Paesi Bassi e quindi 55 milioni in azioni FCA, la casa madre Fiat Chrysler, sempre con sede nei Paesi Bassi. Perchè la Banca d’Italia ha investito 130 milioni di dollari in azioni solo della sola FIAT/FCA? Quale motivo ha spinto una banca centrale a mettere una cifra così elevata su un singolo gruppo, che tra l’altro ora corrisponde le tasse in altri stati comunitari?
ETF ed altri titoli: La Banca d’Italia ha acquistato ben 949 milioni di dollari in Ishares, un ETF dei fondi Backrock che investe in titoli quotati allo SP500. Un ETF che in un anno ha reso solo lo 0,40%. Ishare è trattato anche in Italia, ed esiste anche inETF Ishares su Borsa Italiana.
Quindi vi è un investimento per 333 milioni di dollari in un altro fondo, il VANGUARD Index Fund.
Si tratta di un altro fondo legato ai titoli quotati sullo e SP500. Anche questo fondo l’anno scorso ha avuto una redditività non elevatissima, addirittura inferiore al Benchmark di riferimento. Insomma un fondo piuttosto mediocre.
Ci sorgono alcune domande:
a) Perchè la Banca d’Italia, un istituto che dovrebbe perseguire finalità pubbliche di controllo e sorveglianza del credito e di gestione della moneta investe nelle azioni industriali di un singolo gruppo industriale? Banca d’Italia possiede anche partecipazioni in altri gruppi industriali italiani?
b) Perchè Banca d’Italia possiede ETF che investono in titoli dello Standard&Poor’s 500? Perché specificamente questi due fondi? Perchè lo Standard&Poor’s e non l’indice di Borsa Italiana? Quest’investimento nasce da Palazzo Koch, è frutto di un accordo internazionale oppure ha altre motivazioni? Tra l’altro l’investimento sul SP500 risulta molto rischioso, almeno secondo le previsioni future sull’indice azionario USA.
SP 500 Forecast/previsioni 2016
Speriamo che la Banca d’Italia ci fornisca spiegazioni adeguate a queste sue scelte che rischiano di avere ricadute sui suoi bilanci ed alle quali non troviamo spiegazioni oggettive. Non comprendiamo quali siano i collegamenti fra la funzione pubblica dell’istituto e questi investimenti.
Comunque “Stay Tuned”, perchè presto vi forniremo altre interessanti informazioni!
Fabio Lugano
http://scenarieconomici.it/
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